Claudio Strinati, non solo storico e critico d’arte, ma anche musicologo e giornalista, ha all’attivo numerosi libri dedicati all’arte classica.
In questa intervista per Artmundcast però ci parla della sua visione dell’arte contemporanea: l’arte che si fa in questo periodo in cui viviamo, dice Claudio Strinati; ma anche arte che si condivide – ed allora, dice Strinati, io posso sentirmi contemporaneo di Picasso, o di Caravaggio.
Insomma, il concetto espresso è che l’arte deve sempre essere un dialogo tra chi compie l’opera e chi la guarda.
In questo senso diventa contemporanea, perché è ora che il dialogo avviene.
Certo l’attuale contemporaneità ha alcune caratteristiche, spiega Claudio Strinati, che sono quelle della tecnica: computer e intelligenza artificiale; e poi il fatto che la possibilità di vedere e di farsi vedere è decisamente aumentata per la presenza dei social e della loro utilizzazione da parte degli artisti.
Strinati osserva infine come Roma, tradizionalmente classicista, si stia aprendo ad una maggiore dedizione al contemporaneo: è questo un fermento che va accolto con ottimismo, perchè questa attenzione permette anche l’apertura all’arte contemporanea non solo italiana, e forse neppure solo europea, dato che anche il “resto del mondo” si esprime in questo campo e lo fa in maniera davvero interessante.
Artmundcast è il podcast di Radio 21 aprile Web dedicato all’arte contemporanea a Roma.