Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Pierluigi Fresia, “The Iceberg Theory” a cura di Angela Madesani

In “The Iceberg Theory”, la terza personale che nell’arco di un quindicennio Studio G7 dedica a Pierluigi Fresia, sono approfonditi tratti poetici da tempo al centro dell’opera dell’artista piemontese. Autore dalla spiccata sensibilità, Fresia, continua a utilizzare la fotografia dando luogo a un’analisi complessa che non si fonda sulla semplice ripresa del vero. Un lavoro, quello di Fresia, dove il racconto del mondo reale si compone di due differenti codici espressivi: la parola e l’immagine fotografica. Lo spettatore è chiamato rivivere l'”ispirazione” che ha preceduto lo scatto, facendo appello al proprio universo emotivo.
Se al principio infatti l’artista, in qualità di esecutore della fotografia, sembra accettare nei confronti del suo pubblico il ruolo di mediatore e guida al cospetto del vero, immediatamente dopo si sottrae a questo compito negando l’esistenza di univoche chiavi di lettura che pongono in relazione testo e immagini. L’intento di Pierluigi Fresia del resto è proprio quello evidenziare l’importanza del percorso culturale, dell’esperienza visiva di ciascun osservatore durante la fruizione dell’opera .
Laddove l’atto di fotografare sottrae di fatto una “porzione” di mondo al relativo contesto di spazio e tempo, la digressione testuale introdotta dall’artista rafforza ancor di più tale condizione di isolamento dell’immagine dal flusso della realtà.
In occasione della mostra “The Iceberg Theory”, come suggerisce il titolo, ispirato a una definizione formulata da Hemingway in campo teorico letterario, Fresia si sofferma proprio sul tema della sottrazione. Riagganciandosi allo scrittore statunitense l’artista vuol sottolineare il particolare rapporto che tali caratteristiche innescano tra l’osservatore e l’universo raccontato. L’omissione, come afferma la “teoria dell’iceberg”, accentua anziché assottigliare la costituzione del verosimile nell’opera innanzi alla quale lo spettatore è invitato a “guardare oltre”. Fresia vuol servirsene nel suo lavoro per suggerire a chi osserva che al pari di un iceberg, nascosto per 7/8 dal mare, solo 1/8 di ciò che è visibile nell’opera esaurisce l’universo raccontato. L’artista tuttavia intende tirare fuori la teoria dell’omissione dall’ambito puramente stilistico: la suggestione lirica che ne avvolge i muti paesaggi, la dimensione intimista impressa nei soggetti riportati, sembrano voler ancora far riflettere sul rifiuto da parte dell’artista di dirigere il pubblico nella comprensione delle immagini.
La soggettività dell’autore durante la ricezione dell’insieme – immagine fotografica ed elemento di digressione (testo) – non può considerarsi assente. Per essere più precisi è come se di essa, solo alcune parti si fossero perse nel passaggio tra la produzione dell’opera e la sua visione da parte del pubblico. Oltre a voler alludere allo scarto tra le proprietà dell’opera d’arte e le intenzioni dell’autore, l’interrogativo che vuol porre Fresia riguarda i rapporti umani e la vita reale: cosa resta del mondo che ci circonda, quale valore assumono l’attività di artisti e intellettuali, il pensiero delle persone a noi care, ma anche gli avvenimenti e i fatti storici che in modo più o meno diretto ci riguardano in relazione a ciò che viene comunicato… e a ciò che rimane nascosto.

La mostra “The Iceberg Theory” è realizzata con opere eseguite dall’artista negli ultimi mesi, pensate appositamente per l’evento in galleria. In questa occasione tra l’altro l’autore presenterà lavori appartenenti a un ciclo nuovissimo, nei quali resta fondamentale l’uso della fotografia ma l’elemento grafico prende il posto di quello testuale.
Durante l’apertura di The Iceberg Theory sarà inoltre disponibile in galleria il testo di Angela Madesani dedicato al progetto in mostra.

Pierluigi Fresia ha preso parte a numerose mostre e rassegne in spazi pubblici e privati, tra i quali ricordiamo brevemente la Triennale di Milano con la mostra il Sentimento del 2000, arte e foto 1960/2000 a cura di Daniela Palazzoli; la XXIV Biennale di Scultura di Gubbio, catalogo a cura di Giorgio Bonomi; Daegu Photo Biennale 2014, South Korea con la mostra Contemporary Italian Photography a cura di Elio Grazioli; Fotografia Europea 2015, Reggio Emilia con la mostra Why did you lie to me? No Man Nature a cura di Elio Grazioli.

L’inaugurazione della mostra avverrà concomitanza con l’Undicesima Giornata Europea del Contemporaneo alla quale Studio G7 partecipa.

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