Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Mostra D’Arte – “Equilibrio di-segni” Artista: Rezarta Zaloshnja

Mostra D’Arte – Canova 22- Roma
“Equilibrio di-segni”
Artista: Rezarta Zaloshnja

Comunicato stampa di Matteo Pinci
La pittura si fonde al trascinante ritmo delle percussioni immergendo l’osservatore in una nuova dimensione. Le sale dello spazio Canova 22 ospitano da venerdi 24 luglio un evento artistico culturale firmato da Rezarta Zaloshnja: “Equilibrio di-segni” a cura di Matteo Pinci, e le parole contengono già il senso dell’instabilità che l’artista ricerca e ricrea giocando con le architetture dello spazio espositivo. La manipolazione delle immagini e del punto di osservazione è alla radice del percorso immaginato dall’autrice, che esporrà lavori di origine e tecniche differenti. Il dialogo attivo tra pittura e installazione è il vero fulcro attorno a cui ruoterà l’esposizione, nella sorprendente plasticità di tele lavorate su tre dimensioni.
La serata inaugurale porta il pubblico ad una fusione dell’immagine e del suono attraverso la performance dell’artista, percussionista Nunzio Fanni: richiamo primordiale per ricordare che anche la musica è “segno”, nel senso di vibrazione. Confondendo ulteriormente l’equilibrio di-segni.

Testo critico di Matteo Pinci

“Dove sono finito?”, verrebbe da chiedersi, stretto in quella trama di nervi fissi tutto intorno. Un bilico infermo, pericolante, teso sulla testa del visitatore. Una tela che si dipana da un muro all’altro verso il cuore della stanza, deformando la prospettiva sua, ma soprattutto quella dell’occhio esterno. Per costringerlo a piegarsi alla scelta prospettica dell’artista. In qualche forma, Rezarta Zaloshnja disegna uno spazio che ricorda i suoi dipinti, in cui segno e forma plastica si fondono. La soluzione della bidimensionalità, condizione permanente dell’opera pittorica, nel suo lavoro si stravolge, assoggettata dal volere dell’artista che la piega, rendendole tridimensionale. Quelle pieghe, quei volumi che increspano la tradizionale tranquillità della tela tesa sono inganno, illusione. Il trucco di un prestigiatore che gioca con i nostri occhi illudendoli di saper manipolare la materia a suo piacimento. Tela su tela, la prima che muove l’altra, come onde, disegnando sulla sue pelle una superficie quasi lunare, fatta di valli, colline, crateri. In cui poi entra violento protagonista il colore, riempiendo le valli di laghi cromatici e le creste di neve acrilica. Il colore entra facendo propria la superficie, armato di lame affilatissime con cui spezza i ritmi sinuosi delle onde per ritargliarsi all’interno il suo spazio.
Un’esperienza simile a quella che attende negli spazi del Canova 22. Spazi morbidi, spazi angusti in cui l’osservatore deve trovare i propri, di spazi. Già, l’osservatore, normalmente specchio in cui si riflettono colori e forme esposte. Stavolta no, stavolta ha un ruolo inconsapevolmente attivo, nella sua forzata passività. Perché quella trama di lacci e corde che lo accoglie, tesa sopra e intorno alla sua testa, non può non agitarlo, non può non costringerlo a spostarsi, a piegare la propria visuale alle corde. E, inconsapevole è proprio piegandosi che usufruisce della visione. E’ proprio evitando le maglie della tela tessuta dall’artista che si presta al suo gioco, diventando complice della distorsione. Una costruzione che cita inevitabilmente il titolo dell’esposizione, equilibrio di-segni, e trova il compendio nel segno primordiale per eccellenza: la musica. Onda che graffia l’aria lasciandole un solco lungo un istante, eppure la caratterizza irrimediabilmente. la condiziona, persino, scandendo i ritmi di chi si muove tra i lacci tesi della sala in una danza inconsapevole.
Qui, nel ritmo di segni tangibili e intangibili, emerge l’ultimo protagonista, gettato sulla scena da Rezarta Zaloshnja: il colore. Un attore che danza nei set costruiti dall’artista “tela su tela”, sdoppiando ogni superficie su se stessa per farla danzare in morbidi flutti immobili al ritmo dettato dalle campiture nette di primari o dalle contraddizioni di complementari in acerrimo dialogo tra loro.

Biografia:
Rezarta Zaloshnja nasce a Tirana (Albania), dove nel 2003 ha frequentato L’Accademia di Belle Arti della capitale albanese. Nel 2003 si trasferisce a Roma per continuare gli studi all’Accademia di Belle Arti, diplomandosi in Pittura. Nel suo percorso lavorativo svolge molteplici mostre collettive, tra cui quelle alla Galleria Nazionale di Kosovo, alla Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Tirana, al Parlamento Europeo, al Parlamento di Vienna, al Kabelwerk Palais, sempre in Vienna. Sono esposizioni in cui l’artista si presenta nella sua multiforma espressività spaziando tra pittura, incisione, fotografia, installazione, video art e performance. Attualmente vive e lavora a Roma.

Nunzio Fanni nasce a Santa Marinella, il suo cammino si traccia in un’ampia struttura artistica sonora la quale predilige il credo di John Cage. L’intima essenza nella scrittura di Nunzio Fanni per via degli strumenti a percussione, na

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