MixTape
MixTape: mostra personale di Laurina Paperina a cura di Rossella Farinotti
Inaugurazione mostra, sabato 28 maggio ore 18.00
“Dovete sapere che la creazione di una grande compilation
è una sofisticata forma d’arte che segue regole precise.
È una cosa delicata”
Nick Hornby, Alta fedeltà
Realizzare una mostra è un processo delicato, soprattutto se l’artista scelto ha un bagaglio di opere denso, complesso e vivo come quello di Laurina Paperina (Rovereto, 1980) che per la prima volta sviluppa una personale nei pressi di Milano da Martina’s Gallery. MixTape mette in mostra diversi lavori che spaziano dai disegni su carta, cartone e legni, tele pop, video, fumetti, fotografie, opere che sono state capillarmente studiate, “sezionate” e selezionate da quel macro mondo composto da piccoli personaggi, colte trasposizioni e fantasiose visioni, racchiuso nello Zio Pork Studio, dove Laurina lavora, per essere rapiti e portati in galleria da Martina Corbetta, indicando con sintesi un percorso decennale.
Dopo recenti mostre in California, la pubblicazione di un libro d’artista, una collettiva presso il Centro d’arte contemporanea dei Paesi Baschi e alla Fabbrica del Vapore a Milano, la personale al MIC di Faenza e la nota acquisizione di due pezzi dal MART di Rovereto della serie How to kill the artists, Laurina si rimette al lavoro, con ironica energia, aprendo lo scrigno complesso e animato che racchiude i lavori più noti, spiritosi e dissacranti.
Per MixTape l’artista è stata espropriata di una parte di questo macro-organismo che non sta mai fermo, perché i suoi protagonisti non dormono mai. Raccontare una mostra partendo da loro è un po’ come barare a carte, come svelare il finale di un film. Ma non si bara se a parlare sono dei personaggi nella memoria di tutti. Personaggi che già consociamo e che sono stati assorbiti e rielaborati dalla mano di Laurina Paperina che, senza filtro e con un’impronta truce e sarcastica ormai riconoscibile a tutti, racconta storie mescolando passato e presente. E, perché no, anche il futuro attraverso la premonizione – o il desiderio – della fine del male. Partire a ritroso consente di fare un passo indietro e studiare un percorso non comune per una bambina che già a cinque anni aveva realizzato il suo primo fumetto: una storia di un tasso, creata e disegnata nelle ore di pausa tra l’asilo e la prima elementare. Un tasso come elemento di traslazione per raccontare di sé e dei suoi pensieri. Un alter ego che, negli anni, si è trasformato, moltiplicato, arrabbiato, ed è cresciuto, diventando più furbo, più ironico, irriverente e divertente. Ma che ha sempre lo stesso scopo: quello di farci sorridere, e anche pensare.
Laurina crea dunque una compilation – un mixtape come andava di moda quando era piccola – in cui questi personaggi vengono rimessi in gioco attraverso un allestimento che segue le loro storie, con lavori più storici fino a quelli recenti del 2015/2016. Sui muri sfilano, in costante dialogo tra caos tematico e ordine narrativo, i suoi “amici”, gli eroi e gli antieroi, tutti quei personaggi inventati o ripresi dalla cultura pop anni ’80 e ’90 con cui Laurina è cresciuta: il mondo dei videogames, del cinema, dell’animazione, della musica, del fumetto… ponendosi sempre in relazione personale con essi attraverso l’autoritratto. (la serie video How to kill Laurina Paperina è esemplare in questo senso). Personaggi come i suoi “Losers” – gli sfigatissimi Marshmallow, Shitman, o gli Unicorni -, i “Braindead” come Sponge Bob o gli “Eroi” (che poi proprio eroici non sono!) come E.T. o le Tartarughe Ninja, i topi (ratti) di Bansky, e ancora i mitici artisti d’ispirazione della Paperina – Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Frida Kahlo, Pablo Picasso, Marina Abramovich, Gina Pane etc. – che si autodistruggono attraverso la loro stessa arte che l’illustratrice, senza pietà, rielabora con un ritmo produttivo incessante. (La serie in video animati How to kill the artists raccoglie episodi esilaranti).
Un percorso divertente e vario, quello da Martina’s Gallery, con presenze nuove come i disegni realizzati direttamente sul muro della galleria; fotografie scattate durante viaggi, sempre con un irrefrenabile occhio cinico e attento, quello un po’ tra il film splatter di serie b e le inquietanti atmosfere lynchiane; disegni in bianco e nero che richiamano illustratori storici come Raymond Pettibon e un video centrale, visibile da una vecchia tv a tubo catodico. La galleria diventa un’altra realtà: è un’evasione nella quale immergersi e sorridere un po’.
Rossella Farinotti
MARTINA’S GALLERY
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+ 39 339 2005291
CORTE DEL BORGHESAN, SEREGNO