Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

JULIET: 37 YEARS

A cura di Roberto Vidali, fondatore e direttore di Juliet
Opere di Elisabetta Bacci, Carlo Fontana, Mark Kostabi, Giovanni Pulze, Antonio Sofianopulo

20 settembre 2017
Dalle ore 18,30

Sala 1
Orario 16,30 – 19,30 dal martedì al sabato fino al 25 settembre
Il numero zero di Juliet art magazine ha visto la luce nel dicembre del 1980 e, quindi, sulle spalle, si porta ben trentacinque anni di attività. Il logo fu scelto da Oreste Zevola, un bravissimo artista napoletano che in quegli anni risiedeva a Trieste. Egli, messo di fronte alla difficoltà di dover competere con tante testate storiche, come Artforum, Kunstforum o Flash Art, che sempre anteponevano l’austerità del lemma ‘arte’ alla fantasia interpretativa, scelse un logo che ambiguamente potesse collocare la rivista su una linea sconfinante nel campo della moda, del fumetto, o del design. Bisogna confessare che negli anni questa intuizione ha retto molto bene, avvicinando alla rivista le simpatie del grande pubblico, forse un po’ meno ha incontrato la disponibilità della critica baronale e paludata che ritiene questo nome un po’ troppo allegro e scanzonato.
Comunque, questo esperimento è risultato essere faccenda anomala non solo per la città di Trieste, dove la rivista era radicata, ma per tutto il sistema dell’arte italiana. Ora, visto che trentasette anni di assidua attività, non sono uno scherzo, visti un po’ più da vicino, significano più di centottanta numeri di una rivista diffusa non solo in Italia ma anche all’estero; una lunga serie di edizioni speciali e di supplementi annuali; un nutrito numero di cataloghi d’arte, libri e pubblicazioni; circa trecento mostre organizzate con artisti italiani e stranieri (tra i quali figurano nomi di rilievo internazionale come Luigi Ontani, Jan Knap, Piero Gilardi, Mark Kostabi, Claudio Massini e Maurizio Cattelan, Zivko Marušic); innumerevoli oggetti promozionali, come t-shirt e piastrelle, calendari e manifesti. Tutti risultati ottenuti grazie anche alla continua collaborazione di artisti, galleristi, critici, e di molti di coloro che operano attivamente non solo nell’arte ma nell’intero panorama culturale italiano e non.
E tutto ciò senza reale sostegno economico da parte delle istituzioni pubbliche. D’altra parte, il direttore della testata, Roberto Vidali, non ha paura di dichiarare, con una certa durezza, che Trieste “è sempre stata una città capace di offrire falsi modelli culturali e di sprecarsi in maniera eccessiva per progetti fuorvianti. La constatazione che taglia la testa al toro è questa: come mai le teste pensanti di questa ridente città di mare (proprio quella che pretende di discettare su Saba, Svevo, Joyce e Stuparic) non è stata mai capace di tenere aperto un dialogo con questa realtà culturale, di fatto vero e proprio ponte di collegamento con il resto del mondo?”
Il compleanno del marchio JULIET viene anticipato presso la Sala 1 di Roma (chi ha già ospitato il progetto di Vidali nel 1987) alle ore 18.30 di mercoledì 20 settembre 2017, con un incontro dove verranno proiettati documenti e filmati relativi alla storia della testata ed esposte opere di Elisabetta Bacci, Carlo Fontana, Mark Kostabi, Giovanni Pulze, Antonio Sofianopulo.
A seguire un rinfresco offerto da Girardi Spumanti e una diffusione gratuita dell’ultimo numero della rivista JULIET.
Per ulteriori info: 06-7008691 – 339 239 7762
J u l i e t art magazine è diretta da R o b e r t o V i d a l i

Sala 1 centro internazionale d’arte contemporanea
Piazza di Porta S. Giovanni, 10 00185 Roma www.salauno.com

Sala 1 - Centro Internazionale d'Arte Contemporanea

Sala 1 è un’associazione culturale fondata nel 1970 dallo scultore Tito Amodei, é impegnata nella ricerca sperimentale dell’arte contemporanea, dell’architettura, del teatro e della musica. E’ uno spazio storicamente noto nel panorama artistico romano non solo per la sua intensa attività, ma anche per la sua suggestiva collocazione nel complesso del Santuario Pontificio della Scala Santa a San Giovanni. Diretta da Mary Angela Schroth, oltre ad un’équipe di specialisti del settore, la Sala 1 opera per la promozione e la divulgazione dell’arte contemporanea sperimentale e si è distinta per la programmazione orientata ad accogliere progetti nazionali e internazionali inediti in Italia. Accanto all’attività espositiva, si propone come luogo attivo per manifestazioni di elevato livello professionale: riunioni, seminari, laboratori e conferenze stampa. In questa prospettiva, la programmazione culturale, oltre all’ambito plastico-figurativo, ha ampliato i propri confini verso altri settori, come la musica, il cinema, il teatro, la videoarte la performance e l’architettura.


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