Gabriele Marchesi – La poesia del aegno
Alla galleria d’arte contemporanea “Studio C” di via Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la mostra personale di Gabriele Marchesi dal suggestivo titolo “La poesia del segno”.
Nato a Vidigulfo (PV) e residente a Casteggio, sempre in provincia di Pavia, Gabriele Marchesi è un artista di lunga esperienza, con alle spalle mostre e rassegne di livello nazionale e internazionale. Tra queste è senza dubbio da segnalare la sua recente partecipazione alla Triennale di Roma 2014 dove ha riscosso un grande e meritato successo. Interessante, e degno perciò di essere sottolineato, anche il suo percorso formativo che, anziché passare attraverso studi accademici più o meno altisonanti, si è invece sviluppato in solitudine, attraverso lo studio e la ricerca costante, la frequentazione di pinacoteche e musei, la collaborazione con artisti di buon nome e ottime capacità tecniche. Non pago, il nostro artista ha poi frequentato anche un corso di pittura e disegno presso la Scuola del Castello di Milano per approfondire e sviluppare meglio le conoscenze di questa nobile arte. Affascinato dalla “grande pittura” e in modo particolare dal nostro Rinascimento, possiamo veramente affermare che Gabriele Marchesi disegna e dipinge da una vita, fin da quando era bambino ricercando sempre novità e perfezione all’interno di quel variegato e complesso mondo definito, in modo molto sommario, “Pittura figurativa”. Ah, la pittura figurativa! Un tipo di espressione oggi alquanto dimenticato, o per lo meno non più alla “moda” forse perché praticato solo da pochi eletti o perché incredibilmente sostituito dall’Informale e dalle ultime tendenze del novecento siano esse di derivazione europea o d’oltreoceano. Eppure il “figurativo” e la capacità grafica (disegno) sono e restano la base dell’arte, il cuore e la sostanza di ogni espressione. Allora ancora più autentica e preziosa ci appare l’opera e la produzione di Gabriele Marchesi. Autentica perché controcorrente e quindi coraggiosa, moderna e rivoluzionaria. Preziosa perché tutta concentrata sul “segno” e la “forma”, sulla rappresentazione, quasi iperrealistica, di cose, oggetti e persone senza però tralasciare la sua libera interpretazione, il suo intimo sentire, la sua straordinaria capacità di entrare dentro le sfumature del reale e dell’animo umano. Ecco perchè le sue opere, pur nella fedele riproduzione della verità, non cedono mai alla scontata e banale narrazione e neppure al freddo e impersonale messaggio fotografico, ma restano invece sempre e profondamente autentiche, sentite e personali. E ancora, in questi lavori percorsi dal segno grafico minuzioso e preciso, lavorati e cesellati, si coglie non solo l’amore e la passione dell’autore per il suo nobile e alto “mestiere” e i soggetti rappresentati, ma anche la novità esecutiva allorché, forse attingendo dalla “pubblicità”, linguaggio veloce e immediato dei nostri giorni, sintetizza le visioni, si sofferma su qualche particolare o introduce una suggestiva nota di colore allo scopo di attirare l’attenzione dell’osservatore per portarlo a pensare, a riflettere sull’argomento proposto. Espressione, quella di Gabriele Marchesi, che rivela senza dubbio grande maestria e abilità tecnica, ma che si veste anche di un alto valore simbolico. Così i suoi volti e i suoi corpi, siano essi di giovani e avvenenti ragazze o di vecchi corrosi dalla fatica e dal peso degli anni, altro non vogliono essere che una cruda ma veritiera metafora del tempo, del suo scorrere lento e inesorabile. Il tempo che cambia cose, corpi e realtà, che muta vite e destini, che tutto ingloba e divora.
Allora l’espressione di questo nostro artista ci appare davvero moderna e contemporanea, perché capace di entrare nelle problematiche umane ed esistenziali dei nostri travagliati giorni con garbo ed eleganza, con delicata e raffinata poesia.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà l’undici giugno.