Fernando Mangone -Sulle orme del tempo
IL GALLERISTA E CRITICO D’ARTE LUCIANO CARINI A PIETRASANTA PER PRESENTARE LA GRANDE MOSTRA DI FERNANDO MANGONE
Sabato, 25 giugno, alle ore 10, a Pietrasanta, presso i prestigiosi spazi dei “Giardini della Versilia”, il gallerista e critico d’arte Luciano Carini, alla presenza del Sindaco e di un folto e qualificato pubblico ha presentato la mostra di Fernando Mangone dal titolo “Sulle orme del tempo”.
Personaggio di rilievo e presente anche alla 59a Biennale di Venezia, Alfonso Mangone vanta la partecipazione a rassegne di altissimo livello, la collaborazione e la frequentazione di importanti e qualificati personaggi della cultura internazionale nonché un’intensa attività espositiva fatta di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Da sottolineare poi la sua collaborazione con Enti ed Istituzioni di rilievo internazionale come “Green Peace”, “Amnesty International”, “Stade-Kunst” e la multinazionale “heineken-Italia”. Nato ad Altavilla Silentina, in provincia di Salerno, è stato per lungo tempo artista giramondo, metropolitano e nomade per scelta, per conoscere altri mondi e altre culture, per ampliare i suoi orizzonti artistici e culturali, per fare nuove conoscenze e arricchire la sua già feconda e predisposta interiorità. Nel corso di questo lungo periodo di nomadismo è stato a Berlino, Rotterdam, Parigi e Londra, ha vissuto i periodi e i luoghi dei più grandi maestri del Rock e del Punk immortalandoli in giganteschi cartelloni che, per lungo tempo, hanno fatto da sfondo a paesaggi e scorci di famose città e metropoli.
Ma il viaggio di Fernando Mangone non è stato solo e soltanto un viaggio “geografico”, all’interno di capitali e metropoli, di città e Paesi. E’ stato anche, e continua ad esserlo, un viaggio lungo e affascinante dentro il “mito”, la “storia”e “l’arte”, un viaggio lungo e affascinante dentro il tempo, le vicende e gli avvenimenti che sono alla base delle nostre millenarie origini. Sono veramente pochi gli artisti contemporanei che possiedono queste conoscenze e Mangone è certamente tra questi pochi eletti. Nè poteva essere altrimenti visto che proviene da un paese che si trova a due passi da Paestum, a pochi chilometri da Pompei ed Ercolano, da Buccino, Velia Grumentum ed altri ancora.
Mangone conosce perfettamente questi luoghi, i preziosi reperti, i vasi, le pitture, i templi. Conosce alla perfezione i grandi “miti” dell’antichità: i miti greci e romani, la Cosmogonia e la Teogonia e poi conosce come pochi la “storia dell’arte”. Prima l’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi quella di Catanzaro e infine quella di Firenze: studi e approfondimenti arricchiti sempre dalla sua innata curiosità, dal desiderio di apprendere e dalla sua profonda passione per il passato e i grandi capolavori. Così i luminosi spazi dell’immensa architettura si arricchiscono delle opere e delle tematiche di Fernando Mangone creando intense e suggestive atmosfere capaci di unire, in un solo ed unico abbraccio, il passato con il presente, la tradizione con la modernità, i miti di ieri con i miti di oggi, le visioni della storia con la nostra contemporaneità. Si parte dunque dalla forza evocativa del mito, colto nella sua verità e rappresentazione ma re-interpretato in chiave moderna e contemporanea: quello dei Greci e dei Romani, dei Lucani e degli Etruschi per arrivare fino agli antichi e preziosi reperti: vasi, monili e sculture che, con gradualità, calano l’attento osservatore in dimensioni rarefatte e sospese, al di fuori del tempo e dello spazio dove si incontrano templi, colonne, archi e transetti, memorie incancellabili del nostro passato. Più avanti, in grandi e scenografiche composizioni, incontriamo i famosi ritratti di Fernando Mangone. Si parte da lontano, dagli albori del secondo millennio (1200, 1300, 1400) e si entra poi in pieno Rinascimento, nel periodo delle Signorie e del “mecenatismo” quando l’arte era la più efficace e diffusa strategia per manifestare la propria potenza e il proprio prestigio.
Poi l’attenzione di Fernando Mangone si sposta gradualmente ai secoli successivi: al Seicento, al settecento e all’ottocento per arrivare fino al Novecento, al periodo che anticipa l’arte contemporanea, i nostri complessi e travagliati giorni. Allora, con forte e sentita partecipazione, il nostro artista offre allo sguardo degli sbigottiti spettatori le bellissime immagini di Balla e Boccioni, di Lucio Fontana, Marcel Duchamp, Savinio e Andy Warhol in un turbinio di luci, colori e movimento che vuole essere richiamo alla vita, atteso e giustificato annuncio del nuovo che avanza, urgente richiesta di novità e cambiamento. Si entra poi nel “Paesaggio urbano”, nelle grandi capitali europee dominate dal caos metropolitano e dalla geometria delle moderne architetture per giungere fino alle stupende città italiane: Roma, Milano, Venezia, Firenze ecc. E proprio su Firenze e sulla meravigliosa Toscana, Fernando Mangone ferma la sua attenzione: sentito omaggio ad una terra che ama e che ha sempre amato perchè qui ha completato la sua formazione artistica, qui ha mosso i suoi primi passi in campo artistico, qui ha vissuto e coltivato amicizie e collaborazioni. Allora nella vasta preview di Mangone non possono certamente mancare le immagini di Piazza della Signoria, degli Uffizi, di Palazzo Vecchio e poi Pisa con la famosa Piazza dei Miracoli, Siena, Arezzo, Livorno e Pietrasanta, la città che lo ospita. Ma non mancano neppure immagini dei caratteristici e silenziosi borghi medioevali dell’entroterra toscano pieni di fascino e di bellezze naturali e artistiche. Infine, è bene ricordarlo, la natura e gli animali, insieme al mito e alla storia, sono stati e continuano ad esserlo, la forza trainante di ogni sua opera, la principale fonte d’ispirazione per raccontare la vita e il territorio. In questa importante preview Fernando Mangone richiama allora la grande tematica ambientale con un sentito omaggio agli animali. Si parte dall’orso polare, fiero e combattente animale che oggi vive in condizioni di forte disagio a causa del surriscaldamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai e si prosegue poi con il cinghiale e il lupo per arrivare fino al gufo e alla civetta, signori del silenzio e della notte, e poi il volo maestoso dell’aquila, la volpe, il tasso e il silenzioso e inafferrabile ramarro.
Grande e importante mostra, dicevo all’inizio, una preziosa occasione per ammirare dal vero le opere di Fernando Mangone, per tornare a riflettere, ancora una volta, sull’importanza dell’arte e della storia, sullo scorrere lento e inesorabile del tempo, sulle grandi bellezze che la vita mette a nostra disposizione.
La Rassegna chiuderà il 27 settembre
ORARI: feriali e festivi dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.
“Giardini della Versilia” via Aurelia sud, 107