Black Holes
La presa di coscienza e la conseguente denuncia dell’attuale stato di fragilità in cui si trova il nostro paese sono alla base delle profonde e significative opere che l’artista Vito Bongiorno sperimenta nell’ultimo decennio, incanalandosi cosi in un percorso del tutto originale ed innovativo.
E’ infatti mediante l’uso di un elemento primordiale, oscuro ed inaridito come il carbone che egli riesce a esprimere quell’inquinamento morale e sociale che da parassita lentamente sta logorando il globo intero.
Dopo la provocazione del “L’Italia brucia”, nella quale l’artista presenta una grande e fragile Italia di carbone a descrivere un paese oramai lacerato dalla crisi non solo economica ma soprattutto politico, culturale e sociale, Vito Bongiorno va oltre, superando i confini sensoriali dell’essere umano e preannunciando conseguenze quanto mai oscure.
“Black holes” è un avvertimento, una constatazione, è un’esortazione a non lasciarci inghiottire da quei buchi neri che la società contemporanea sta edificando giorno dopo giorno con il suo corrotto ed inquinato agire. Presagi e segnali di tanta contaminazione sono ovunque e in ogni dove, si mostrano agli occhi dello spettatore in quelle infinite ed oscure “Traiettorie” cosparse da scorie di carbone.
L’artista esprime inoltre l’immediata necessità di un ritorno alla purezza primordiale mostrando al pubblico gli elementi infinitamente minuscoli della materia dai quali tutto ebbe origine, i “Quark” , unità della particella elementare che, contagiati dalla forza distruttrice dell’essere umano, sopravvivono con una esplosiva e vibrante forza vitale.
Il Nero Carbone di Vito Bongiorno.
di Silva Moscatello
La presa di coscienza e la conseguente denuncia dell’attuale stato di fragilità in cui si trova il nostro paese sono alla base delle profonde e significative opere che l’artista Vito Bongiorno sperimenta nell’ultimo decennio, incanalandosi cosi in un percorso del tutto originale ed innovativo.
E’ infatti mediante l’uso di un elemento primordiale, oscuro ed inaridito come il carbone che egli riesce a esprimere quell’inquinamento morale e sociale che da parassita lentamente sta logorando il globo intero.
Significativa, per questo passaggio nella sua produzione artistica, è stata l’opera “Terra mater” al Museo Macro di Roma nel maggio del 2012, in occasione della fiera Roma Contemporary. Nella performance una figura femminile nuda, simbolo della purezza, è dipinta di blu e, con addosso una salvifica maschera antigas, si muove tenendo in mano un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il carbone.
Un globo combusto è oggi per l’artista il nostro pianeta, dilaniato dall’inquinamento e corroso dallo sfruttamento.
Il successo di “Terra mater” porterà il maestro ad essere invitato a replicare la performance nelle più importanti esposizioni culturali italiane. Nello stesso anno infatti è ad Ancona al Museo della Mole Vanvitelliana in occasione dell’evento “Sguardi Sonori” dedicato all’artista Gino de Dominicis.
Nel 2015 presenta la sua performance prima a Milano per Exploit e poi a Napoli, dove sarà “Terra mater” ad aprire le porte di Napoli Arte Fiera.
L’utilizzo del carbone diventa così per Vito Bongiorno una costante, una firma distinguibile capace di inglobare in sé i significativi e molteplici messaggi che perfettamente rivelano lo scenario italiano riarso dalla corruzione e dal decadimento.
Nel 2012 l’artista è vincitore del Premio Adrenalina, categoria Gold, proponendo al pubblico l’opera “Is not a game” in cui la sagoma carbonizzata di un oscuro e ambiguo individuo gioca con delle sfere tricolore.
Di omonimo significato è l’opera “Handle with care”, già vincitrice nello stesso anno, del Premio Insideart “Arte e Crisi” e presentata nel 2013 alla Bibliothè Contemporary Art Gallery in occasione dell’esposizione “Monopolo”. Da maneggiare con cura è una piccola e fragile Italia composta da brandelli di carbone e lacerata dalla crisi non solo economica ma soprattutto politico e sociale.
Nello stesso anno Vito Bongiorno realizza per il Museo M.A.A.M. di Roma una imponente Italia carbonizzata. In fondo ad un lungo punto di fuga, un’intera parete cosparsa di carbone assume le forme del bel paese: lo spettatore viene cosi condotto di fronte a verità allarmanti e non può far altro che riflettere sull’attuale oscura condizione della nostra nazione.
Lo sguardo sincero e profondo dell’artista non poteva rimanere indifferente alle scandalose vicende di pedofilia che hanno colpito il Vaticano, motivo per cui nel 2013 Vito Bongiorno realizza “Sinite parvulos venire ad me”, opera che denuncia quanto di più oscuro e vergognoso sia celato all’interno degli organi della Chiesa cattolica. Una nera figura di carbone indossa una veste talare e stringe in mano un insieme di palloncini bianchi che sembrano nella loro innocenza e purezza volersi liberare per poter volare via lontano. Proprio per la loro volontà incriminante queste tele vennero censurate e presentate al pubblico solo successivamente nella mostra “Censored” tenutasi presso la Galleria Visiva di Roma.
L’assoluta necessità di promuovere e sostenere la cultura in un difficile, quanto mai delicato, momento storico come questo, è il tema principale dell’esposizione “Superfetazioni” realizzata nel 2014 presso i Musei Capitolini, Centrale Montemartini. Impresse in dodici grandi tele Vito Bongiorno propone la versione carbonizzata delle antiche sculture classiche presenti nello spazio museale. L’immacolato candore del bianco marmo antico viene sostituito dall’artista con il nero materico del carbone, messaggio tutt’altro che subliminale di quanto oggi l’arte e la cultura siano contaminate dalla scura ombra della corruzione e del degrado.
Nello stesso anno l’artista partecipa alla Biennale di Viterbo presentando un’elegante figura angelica le cui ali carbonizzate le impediscono però di volare. Contemporaneamente espone alla Triennale di Roma presentata dal critico d’arte Achille Bonito Oliva.
Nell’aprile 2015 Vito Bongiorno espone i suoi lavori alla Galleria Santandrea Arte Contemporanea di Roma, in una sua personale dal titolo fortemente provocatorio: “L’Italia brucia”.
A circondare la sagoma di un’Italia incenerita l’artista presenta, con una precisione quasi chirurgica, i quattro organi dimore dei sentimenti, delle emozioni e della vita stessa dell’essere umano.
Alla vista dello spettatore si preannuncia una visione catastrofica del futuro delineata da un cervello carbonizzato per mancanza di cultura e di valori, da un cuore combusto per l’assenza di amore e di rispetto verso l’altro, da polmoni bruciati per inquinamento ambientale, e da un utero inaridito dalla vana fiducia nella vita.
Significativo è stato anche il suo intervento al Museo Ca’ Pesaro di Venezia in occasione della Biennale d’Arte 2015 in cui l’artista istalla un globo completamente ricoperto di carbone nelle sale del museo a testimoniare come l’arte ufficiale sia piegata e sottomessa all’inquinamento della cultura che contamina quanto di più puro e spontaneo dovrebbe essere, l’arte appunto.
Nel dicembre 2015 è tra gli artisti che inaugurano il Dif Museo diffuso Formello. L’opera donata da Vito Bongiorno è in piena sintonia con il nuovo modo di concepire e divulgare l’arte che il Dif propone, entrando tangibilmente a contatto con gli uomini. Ecco quindi che il maestro propone una tela in cui da un cumulo di carbone si eleva una esile pepita d’oro ad indicare uno spiraglio di luce, un bagliore che sale, è il brillare della parte migliore dell’essere umano che ascende quasi misticamente come esortazione per tutti noi.