Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Silvia Celeste Calcagno. Il pasto bianco (mosaico di me)

In un rincorrersi di rimandi e citazioni, da The Naked Lunch (il pasto nudo), capolavoro letterario di William Burroughs alla libera e omonima versione cinematografica firmata da David Cronenberg, SCC mette a punto un nuovo importante progetto realizzato per la personale a cura di Davide Caroli negli spazi della Biblioteca Classense di Ravenna, nell’ambito della Biennale di mosaico. La mostra nasce in collaborazione con il MIC Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza.

L’artista utilizza ancora una volta la ceramica, linguaggio con il quale ha da tempo trovato la sua cifra distintiva e originale ponendolo in dialogo con performance, installazione e fotografia. In questo caso l’indagine si arricchisce di un ulteriore elemento che chiama in causa il mosaico. Silvia Celeste Calcagno, che nel 2015 ha vinto il 59° Premio Faenza con Interno 8 La fleur coupée, composta da infinite tessere, aveva già intuito la potenzialità di questa espressione frammentaria, quasi un cut and up per riprendere ancora il riferimento a Burroughs e al suo modo sperimentale di utilizzare la scrittura. Mosaico come frammento, particolare infinitesimo, dove unendo le tessere si ricompone alla fine l’immagine, ma non la narrazione e neppure l’identità. E SCC lavora, da una parte con il consueto atteggiamento introspettivo, dall’altra con visceralità talora dura e spietata, sulla sua identità di donna, alle prese con l’eterna contraddizione tra corpo, oggetto costringente, limitato, e l’aspirazione a liberarsi dal peso, evadere dal limite, farsi altro. Corpo che è innanzitutto materia, e come tale viene trattato, eppure sfugge dalla tentazione descrittiva, a cominciare dalla rinuncia al colore. L’universo del “mosaico di me” è bianco, acromatico, inessenziale e sfuggente. Ogni volta che tenta l’ascesa verso l’alto, qualcosa di fisico lo riporta a terra. Ne intravvediamo solo i frammenti, altro non è dato. Da qui, dunque, il pasto bianco, installazione che ricompone tessere di corpo, un corpo che si pone innanzitutto come cibo, un banchetto cui chiunque potrà sedersi e mangiare, come nelle tavole imbandite dal maestro del cinema surreale Luis Buñuel . Dice SCC, “bianco come il colore della mia carne, privo del peso specifico di un corpo senza volto -che dunque perde l’identità dell’io per trasformarsi in archetipo- a pezzi, senza un luogo, perso nel vuoto, a volte protetto a volte sporcato dalla manipolazione e dal lavoro sul materiale”. Il pasto bianco, installazione site specific, copre come una pelle parte dello spazio attraverso lastre in gres che sviluppano una tecnica che vede la fusione tra fotografia e materia. Altra installazione in mostra Una storia privata, ulteriore riflessione sul rapporto tra noi e gli altri, con segni ancor più sfuggenti e minimi, di un corpo destinato a lasciare la propria fisicità.

Silvia Celeste Calcagno è nata a Genova nel 1974, vive e lavora ad Albissola.Diplomata all’ Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Vince nel 2010 il I Premio Opera Pubblica Festival Internazionale della Maiolica Albissola MuDA Museo Diffuso Albissola Marina, nel 2013 il Premio Speciale Artisti in Residenza Laguna Art Prize Venezia, nel 2013 la Targa del Presidente della Repubblica, 57° Concorso Internazionale della Ceramica d’arte Contemporanea Premio Faenza e nel 2015, prima donna italiana, la 59° edizione del Premio Faenza.Tra le mostre principali: Nerosensibile, Studio Lucio Fontana, a cura di Luca Beatrice, Albissola 2012, Not Me, Musei Civici Imola,a cura di Luca Beatrice 2014, Mood, PH Neutro Fotografia Fine-Art a cura di Luca Beatrice, Pietrasanta2014, GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2015, Interno 8 La fleur coupée, Officine Saffi, a cura di Angela Madesani, Milano 2015, La sfida di Aracne Riflessioni sul femminile dagli anni ’70 ad oggi, Nuova Galleria Morone, a cura di Angela Madesani, Milano 2016, XXIV Biennale Internationale Contemporaine Musée Magnelli, Vallauris 2016.Nel 2017 espone in Corea, In the Earth Time, a cura di Irene Biolchini, Italian Guest Pavillion Gyeonggi Ceramic Biennale Yeoju Dojasesang. Sempre nello stesso anno, presenta IF ( but I can explain ) al Museo d’ arte contemporanea Villa Croce, Genova a cura di Alessandra Gagliano Candela, esposto nel settembre 2017 nella Project Room della Nuova Galleria Morone, Milano.

Silvia Celeste Calcagno
Il pasto bianco (mosaico di me)
a cura di Davide Caroli
Inaugurazione 7 ottobre 2017 ore 17:00 in poi
7 ottobre – 26 novembre 2017
Biblioteca Classense
via Baccarini, 3 – 48121 Ravenna
Orari: dal martedì al venerdì 10.00-13.00 / 15.00-18.00; sabato e domenica 10.00-18.00; lunedì chiuso

Ingresso: libero

Responsabile comunicazione per SCC
Amalia Di Lanno
Cultural Manager
www.amaliadilanno.com
info@amaliadilanno.com

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