ReMida di Emanuela Bergonzoni
GIOCHI ALCHEMICI
nella stanza delle meraviglie
Minuscole e preziose, talvolta grandi e totemiche le sculture di Emanuela Bergonzoni giungono a noi dal cuore pulsante della Terra. Forme plastiche, morbide e avvolgenti, esaltano, con raffinatezza ed eleganza, la materia che ha segnato la storia della civiltà. Il metallo, materiale
prediletto dall’artista, abbandona l’identità fredda e tagliente che lo contraddistingue per acquisire un’anima calda intrisa di poesia. Sono il ferro, l’ottone, l’argento, il rame a dominare, ora forgiati ed assemblati per saldatura, ora incisi o cuciti, creando pieghe e curve, giochi di vuoti e pieni, intrecci, trame, frammenti che seducono l’occhio ed ingannano i sensi.
L’artista, inarrestabile esploratrice, indaga dentro e fuori la materia, trasformando l’atto creativo in un’esperienza estetica che diventa un viaggio introspettivo. La distanza tra l’osservatore e l’opera d’arte si annulla. Sculture da indossare, sculture che occupano lo spazio del quotidiano, intrise di memorie, ricordi, suggestioni animiche. I soggetti, i materiali e le tecniche utilizzate
rievocano il significato profondo di 再生 saisei, quella rinascita che segna il percorso artistico di Emanuela Bergonzoni. Opere dal potente valore simbolico, dove attraenti sono crepe, lacerazioni e corrosioni, dichiaratamente amate. Ferite, che l’artista, in qualità di autore e testimone, ripara
offrendo opportunità di nuove esistenze, nuove vite che rinascono sotto la ruggine del tempo. Punti di rottura, per andare oltre, attraverso l’atto creativo. Talvolta ci troviamo dinanzi a piccoli mondi sospesi tra sogno e realtà. Creazioni che ricordano le preziosità e rarità delle stanze delle meraviglie, micro Wunderkammer, dove reperti naturali, con forte dominanza di terra e fuoco, dialogano con oggetti d’arte, in un rapporto fluido tra immagini e concetti.
Piume, semi, ossa, gusci, minerali, radici, chele di granchio, perle e minerali dialogano con le forme e i colori dei metalli e di materiali inconsueti, come vecchie fotografie in bianco e nero, artefatti
industriali e del vivere quotidiano. Tutta la conoscenza, l’intero cosmo è qui per offrire una possibilità unica di assumere il controllo su un’esistenza apparentemente priva di significato in un cosmo caotico. Qui è la meraviglia che domina i sensi e che ci mostra il lato magico del mondo e
dell’esistenza. Emanuela Bergonzoni propone un nuovo ordine universale dettato da una forza
creatrice femminea, quella dell’artista che nel atto di ricreazione e di rigenerazione sfida la mortalità. L’artista indossa così gli abiti di Mida. A lei il dono di trasformare qualsiasi cosa in
oro splendente. Quell’oro, come nell’antica arte del Kintsugi, che tiene di nuovo insieme i pezzi
e dona una nuova forma, più ricca della precedente. E’ un gioco alchemico di cui solo l’artista ne
conosce i segreti.
Testo di Simona Negrini