Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Rassegna Human Portraits – Manga p’a capa

Human Portraits
rassegna arte contemporanea nella visione contemporanea tra segno e materie – nuovi linguaggi
settembre – dicembre 2015
Fonoteca & ResetArt
a cura di Gianni Nappa
Una serie di focus su artisti in emergenza, accolti dalle strade di periferia e dagli studioli nei seminterrati, il viaggio nella scoperta di nuovi linguaggi, tra contaminazioni e tradizione europea. Tante personali per presentare il ritratto di una stagione attuale e contorta, senza confini e globalizzata, un tracciato dove inserirsi e partecipare, interpretare e offrire nuovi spunti sulla riflessione della nostra società. Il luogo- Fonoteca che accoglie in forma libera da anni l’espressione artistica della città, luogo di passaggio e di tendenza, musica e drink dove i linguaggi dell’arte contemporanea sono espressi nelle varie forme dei video, dei libri, dei magazine, delle contaminazioni musicali e dalla produzione musicale.
Una rassegna per sondare la funzione del ritratto attuale, la capacità di giovani artisti di rappresentare le novità contaminanti del digitale e dei Writers, della visione di una umanità in cammino verso una nuova dimensione di pollution, dove uomo e segni del consumo interagiscono fino a diventare nuova entità.

Manga p’a capa (anime)

Frame topici, estrapolati dalle anime di alcuni famosi manga giapponesi anni ’70-’90, divengono veri e propri frame della memoria personale e collettiva, come rigurgito d’infanzia, trasposizione pittorica di ricordi primari indelebili, copertine di stralci di vita di pura felicità. Figlia della TV commerciale, uscendo da scuola correvo a casa, facevo in fretta i compiti, per meritarmi una prolungata seduta davanti ai cartoni animati preferiti, i cui protagonisti, affaccendati nelle rispettive avventure, condizionavano con il proprio comportamento e il proprio sentire il sistema di valori che si concatenava indissolubilmente a quello proposto dalla mia famiglia e dal contesto in cui bambina-spettatrice ero inserita. Il logo della rete emittente locale o nazionale che marchiava il volto del protagonista di turno imprimendosi con la stessa forza nell’archivio visivo personale, sottoscriveva, con la data della prima messa in onda o delle repliche, una stagione di una precisa annata della mia infanzia.
La prima volta che vidi piangere papà fu davanti al finale di Peline Story, con mio fratello pochi momenti di condivisione davanti a Lupin III e l’Uomo Tigre a ora di pranzo, con mia sorella Lady Oscar alle 20:00, quando l’unica tv a colori era nel salotto rosso, con Anna per imitare Hilary la ginnasta ritmica, comprammo da Madama 10 metri di nastro rosso per allenarci in corridoio, con Nico in macchina di notte per cantare le sigle, con Alessandra per vedere la puntata mentre preparavamo Storia dell’Arte Medioevale, con Dario e il gruppo intonando Planet O. E adesso con questa piccola mostra. Sindrome di Peter Pan?… Manga p’a capa!

Francesca Di Martino

artgyz

Ideatore e curatore dell'artperformingfestival, unico al mondo a proporre 15 giorni continui di performance. Si è svolto per le prime due edizioni a Napoli. Critico d'arte e curatore di arti visive e incentrate sulla sperimentazione.


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