Premio della Città d’Arte Canale Monterano
Il Comune di Canale Monterano in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea conferisce il Premio della Città d’Arte Canale Monterano di Roma all’artista Giacomo Minella, che offre in lascito una sua opera pittorica in omaggio alla scultura monumentale “In volo” di Robert Cook e Fabrizio Naggi, per esposizione permanente nella galleria comunale in Piazza Tübingen, con inaugurazione il 24 agosto 2023 alle ore 19.00.
La cerimonia conferisce la medaglia del Leone Aureo, effigie del leone berniniano della Fontana di Palazzo Altieri dell’antica Monterano, simbolo della città, realizzata con fusione artigianale del laboratorio orafo Rocchi di Via Margutta 51 in Roma. L’artista è insignito inoltre del Diploma del Comune e dell’Accademia, in Convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio, iscritta all’albo di Roma Capitale e della Critica in semiotica estetica della presidente dell’Accademia, prof.ssa Fulvia Minetti, esposta in connubio all’opera dell’artista.
La Galleria Accademica d’Arte Contemporanea della Città d’Arte Canale Monterano di Roma in Corso della Repubblica n.50 invita alla mostra personale dell’artista, dedicata alle risorse naturali e culturali della città: l’acquedotto dell’Antica Monterano, la Chiesa di San Rocco, la Chiesa di San Bonaventura, il Leone della fontana di Gian Lorenzo Bernini di Palazzo Orsini-Altieri, la Cascata della Diosilla. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 7 settembre 2023 ore 10,30-12,30 con ingresso gratuito.
Artista romano, fin dall’adolescenza innamorato dell’arte, Giacomo Minella ha frequentato l’istituto professionale per l’artigianato, IPSIA Carlo Cattaneo, il corso di Restauro dei Materiali Antichi presso la scuola Nicola Zabaglia di Roma partecipando ad attività di restauro su manufatti artistici e archeologici e l’Università della Tuscia, alla Facoltà di Scienze dei Beni Culturali, maturando la scelta di vita di dedicarsi pienamente all’arte pittorica. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti a concorsi di pittura nazionali e internazionali, fra cui il primo premio dell’Ass. CR Cultura e Risorse Onlus nel 2016, la classifica di finalista e il diploma di merito al Premio Accademico Internazionale d’Arte Contemporanea Apollo dionisiaco. Ha portato in mostra le sue opere in tutta Italia, in via permanente online nella Mostra Accademica dell’Arte Contemporanea e su diversi cataloghi, fra cui “Fenomenologia dell’Anima” edito dall’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea con analisi critica in semiotica estetica dell’opera artistica. Organizza mostre personali nella Galleria Accademica d’Arte Contemporanea e nel 2023 gli è conferito il Leone aureo berniniano del Premio della Città d’Arte Canale Monterano di Roma, con esposizione permanente di un’opera presso la Galleria comunale.
In un fremito originario che avvolge lo stesso atomismo essenziale, come pori in respiro di una medesima pelle, si congiunge il luogo naturale e il luogo artefatto. In un’impressione emotiva di movimento inarrestabile di vita, si aprono gli occhi dallo sguardo pieno di luna a meraviglia e le bocche sbigottite dell’acquedotto dell’Antica Monterano. Audibile in sinestesia è l’articolar del corso d’acqua, il palato degli archi trapassando, si trova forse per un sempiterno istante, fra il mai detto e mai taciuto, il senso, il sapido gusto delle cose.
Con essenziale imponenza e compattezza si staglia la chiesa di San Rocco, a ricordare l’etimologia stessa del nome tedesco di grandezza e di forza. Il silenzio spopolato del paesaggio ricorda che il giorno di San Rocco annuncia, dal sedici di agosto, il lento volgimento al periodo autunnale, quando il significante dell’apparenza assottiglia e spoglia, come la cessione del santo dei beni materiali, perché la rappresentazione approssimi alla volontà di verità spirituale. L’autunno è la solitudine di un tempo letteralmente e paradossalmente ricco di realizzazione, oltre la dimensione dell’avere, all’essere. Così la donna dedita e devota indossa una veste semplice, a ricordare la scelta di vita pellegrina di San Rocco ed evocando l’iconografia del santo conduce una brocca, a simbolo taumaturgico di purificazione della carità e dell’assistenza a poveri e ad ammalati per la catarsi della guarigione, per mezzo dell’integra purezza dell’elemento di vita e di rinascita.
In fase di eclissi lunare è rappresentata dal Minella la chiesa di San Bonaventura, per richiamo simbolico al pensiero filosofico e teologico del santo, denominato Doctor Seraphicus, che ha la stessa radice di Sirio, ardente, la prima stella della sera. La visione dell’uomo è nembosa, lunare, parziale, seconda, riflessa e rifranta, così la filosofia deve ricondursi alla teologia: i saperi devono confluire alla fonte di verità in sé, alla luce prima, che è il luogo divino di comunione mistica. L’eclissi della dimensione duale della sensibilità e della razionalità rappresenta la contemplazione diretta della somma verità eterna del Verbo. La primitas divina, la primalità di Dio, è la meta dell’Itinerarium mentis in Deum, dell’itinerario della mente verso Dio. Noi uomini siamo a giungere alla beatitudine trascendendo extra nos, il grado esteriore di noi stessi quale orma vestigiale di Dio, intra nos, per il grado interiore e super nos, per il grado eterno e maestoso sopra di noi, superando noi stessi al primo principio, alla conoscenza mistica e contemplativa, alla via dell’illuminazione diretta dell’essenza ardente ed eterna. Il creato non ha sussistenza in sé, tuttavia si rivela in qualità di segno visibile del principio originario, rimando infaticabile al significato divino: tutti si è impronte, immagini e similitudini a riversare in Dio, e finanche la pietra in fede è il grido del suo nome.
Il Leone della fontana di Gian Lorenzo Bernini di Palazzo Orsini-Altieri è rappresentazione della città fantasma dell’Antica Monterano. Il fantasma è letteralmente un’apparizione, un’immagine percepibile alla vista, eppure di sostanza assente e impalpabile, dunque preservata e intatta. Il maestoso animale, guscio epifanico di ciò che era e che non è più, resta tuttavia paradossalmente integro e desto, con la zampa a percuotere la roccia per liberare la cascata d’acqua e la possibilità di vita, di rinascita oltre il tempo di tutta la vitale realtà dell’antico fasto ducale. Il Leone è regalità e forza attiva di affermazione, emblema di nobiltà, ammirazione e giustizia, fuoco di volontà che si apre nella criniera radiale del sole stesso, totem del coraggio di affrontare le pulsioni e di dominio degli istinti, trasmutati in nuovo e rinato pensiero di coscienza. Di guardia alla fortezza, è simbolo di eroismo, di equilibrio trionfante, di protezione, di ardente vigilanza, d’autorità, d’illuminazione e di trascendenza spirituale della materia temporale. Il Leone è luogo divino e metafora dell’uomo che rompe i vecchi pregiudizi del sapere, che annienta la falsa certezza e apre nuova fonte di valori propri e autentici, a elargire nuova visione delle cose.
La proiezione leggendaria del Minella abbraccia lo splendido cromatismo naturale della Cascata della Diosilla, i cui pigmenti rossi accesi dalla presenza dell’ossido di ferro vengono partecipati emotivamente dalla tragicità panica del sentimento dell’amore. La leggenda narra di una giovane fanciulla innamorata che, appresa la morte dell’amato, si getta fra le acque tingendole del rosso dei suoi capelli. La Cascata della Diosilla rievoca così il requiem medievale del giorno del giudizio divino “Dies irae, dies illa, solvet saeclum in favilla”, “giorno dell’ira, sarà quel giorno, dissolverà il mondo terreno in cenere”, a identificare quel giorno che esprime l’essenza stessa di sublimazione dell’amore con la potenza divina, che tutto genera e tutto dissolve. Il sentimento romantico vince i confini dell’identità materiale e l’amante supera di sé all’oggetto d’amore, oltre la morte, ove il battesimo delle acque è il descensus al grembo, che dà infinito principio alla vita dell’anima.
Per omaggio all’opera monumentale “In volo” realizzata dall’artista Robert Cook in collaborazione con Fabrizio Naggi ed eternante la memoria del maestro nella città d’arte Canale Monterano di Roma, il dipinto del Minella rappresenta il divenire dell’essere, la dinamica inarrestabile della vita, che irrora come sangue il corpo bronzeo dell’opera. È la catarsi dal soverchio materiale e la vittoria dello spirito vitale, del movimento di slancio del vivere. Le linee di forza partecipano l’accoglienza di un grembo sempiterno, gestante la danza delle infinite manifestazioni formali. Investe tutti i sensi insieme la sinestesia profonda che lega lo stormire al vento delle fronde allo stormo roteante del volo degli uccelli, il battito delle ali indistinto a quello del cuore, evocato dall’abbraccio unitario della viva anatomia umana e della corteccia vegetale e magnificata dalla levata eco celeste minellana della vita in turbinoso eterno ritorno. La dialettica oppositiva alterna i pieni ai vuoti materici, a rivelare che l’assenza è parte integrante dell’essenza, ne è la meraviglia stessa, il senso: è la condizione indomita del movimento di metamorfosi, al di là della forma della coscienza, per una rappresentazione in transito di verità. È eterna filogenesi che, come ispira la poesia minettiana in basamento, “corona infinito muovere di vita”. (Fulvia Minetti)