Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Piero Fogliati. Eterotopia

Ancor più che opere d’arte, quelle di Piero Fogliati ci appaiono come le invenzioni di un visionario che si è nutrito di sogni. Sogni troppo grandi per un uomo solo. Dagli anni Sessanta Fogliati ha infatti iniziato a concepire una Città fantastica in cui l’ebbrezza meccanica generava “esperienze sensoriali” nelle persone. Molte delle sue intuizioni sono purtroppo rimaste sulla carta: Fissazioni – come amava chiamarle lui – che si esprimono in poche linee e qualche parola.

Assumendo lo spettatore a guisa di ricettore, Fogliati ne mette alla prova le dinamiche visive e le facoltà cognitive; molte sue opere si basano sul “principio percettivo autonomo”, ossia sui movimenti saccadici dell’occhio, che sono involontari. Con queste opere Fogliati si avventura in uno spazio animato da enigmi sensoriali, i cosiddetti fantasmi che possiamo intercettare grazie a una persistenza retinica. Una delle invenzioni più famose di Fogliati è la luce sintetica, altrimenti detta “luce fantastica” che resta bianca a contatto con un corpo statico, scomponendosi viceversa nei colori dell’arcobaleno quando illumina un corpo in movimento.

Affrancando il colore dal supporto pittorico, Fogliati si è sempre avvalso di dispositivi elettromeccanici che avverano una “pittura dell’aria”. Uno spazio potenziale, depositario di meraviglie e delizie, dove linee e volumi fluttuano per poi dissolversi. Le investigazioni percettive di Fogliati sono la summa di una felice commistione tra arte, scienza e tecnologia, capace di ottenere un “magico processo” che non tutti sono in grado di comprendere nella sua totalità.

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