Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Palazzo Doria D’Angri a Napoli: storico edificio da cui Garibaldi decretò l’unità d’Italia

Sulle secolari origini del Palazzo, che domina la suggestiva Piazza Sette Settembre nel centro della coreografica Città Partenopea, si è scritto tanto nel passato, poiché la dinastia dei Principi Doria D’Angri, di radice genovese e assai influente e potente all’epoca, ha accompagnato la vita delle province di Napoli e di Salerno per più di tre secoli. Infatti nei documenti tramandati è dichiarato oltre a vantare un curriculum di eccellente edificazione, ha acquisito una risonanza enorme in quanto location scelta dal virtuoso eroe combattente Giuseppe Garibaldi per fare il discorso solenne sull’ Unità D’Italia annunciando, dalla balconata principale adiacente al Salone degli Specchi, che il Regno delle due Sicilie appartenente al casato borbonico era stato ufficialmente annesso allo Stato Italiano appena costituito.

In virtù della sua testimonianza simbolica così rappresentativa il Palazzo costituisce un’eccellenza storica d’intramontabile risonanza e viene visitato da una corposa affluenza di pubblico e turisti provenienti da ogni dove. Oggi, mantenuto in perfetta conservazione con i suoi 1100 metri quadrati di superficie ben sfruttabile, è considerato un luogo ottimale per svariate destinazioni d’uso. Con due meravigliose sale affrescate, una splendida sala degli specchi, un boudoir intarsiato in oro e ben 9 camere con bagno, può accogliere iniziative istituzionali, pubbliche e private, eventi culturali, esposizioni artistiche e museali, incontri in forma di meeting, convention, riunioni, conferenze di diversa tipologia, sedi universitarie e accademiche, caffè letterari con biblioteca, concerti, nonché può fungere da prestigiosa struttura ricettiva. È collocato nel fulcro nevralgico urbano, vicinissimo a: Palazzo Reale, Teatro San Carlo, Piazza del Gesù, Chiesa di Santa Chiara, Bar Gambrinus.

Sulla composizione strutturale del Palazzo la proprietà spiega: “In origine nel Palazzo, i cui lavori strutturali sono iniziati nel 1755, vi erano solo due appartamenti, uno al piano nobile e uno a quello superiore. Il primo presentava opere di Fedele Fischietti, che oltre alle decorazioni e agli arredi nel 1784 realizzò insieme ad Alessandro Fischietti e a Costantino Desiderio, alcune scene allegoriche, mentre le cariatidi in stucco sono opera di Angelo Viva. Invece, il secondo presentava opere di Giacinto Diano e Gerolamo Starace, ormai però andate perdute. Oggi le sale più decorate sono il Gabinetto degli Specchi e la Galleria a forma ellittica, alle cui pareti si trova un affresco di Fedele Fischietti, che raffigura Lamba Doria di ritorno da una vittoria contro Venezia, essendo stato quest’ultimo capitano al servizio dei quattro dogi di Genova, anch’essi rappresentati nella sala. Inoltre, quest’appartamento comprendeva anche una cappella, della quale ancora rimane conservato l’altare settecentesco e degli affreschi raffiguranti le virtù e lo Spirito Santo, mentre è andato perduto quello in cui era rievocata l’immagine della Madonna delle Grazie. Altra incantevole decorazione affrescata da Fischetti e Desiderio è “L’allegoria dell’aurora inserita sulla volta del Boudoir creato in preziosi ornati di stucco d’oro ad opera di Gennaro Fiore”.

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