Matrici temporali
Da dove nasce questo bisogno impellente di misurare il tempo?
E, una volta misurato, come superare il profondo senso di impermanenza e insondabilità che ci attanaglia?
La misura del Tempo è nata con l’Umanità stessa: la percezione dello scorrere naturale delle stagioni, il bisogno di organizzare i lavori agricoli, di sfruttare al meglio le ore di luce e di buio fanno parte della nostra evoluzione.
Gli astri del giorno e della notte governano la vita su questo pianeta, ma quando cala il buio la cosa si fa più complessa. Nelle ombre serali, nella profondità vertiginosa di un cielo stellato, la misura immediata si perde, il controllo sulla vita si affievolisce e ci abbandoniamo a quella morte provvisoria che è il sonno (Hypnos): durante il sonno il tempo diventa relativo, i sogni dilatano i secondi, la vita passa a una dimensione non misurabile entrando in conflitto con il conteggio metrico.
Ed è lì che entra in gioco il divino.
“Amor che muove il sole e l’altre stelle” scriveva Dante: il motore immobile del nostro tempo esiste al di fuori di esso, stabilisce regole alle quali non gioca, governa le nostre azioni anche malgrado le nostre azioni.
I segni nel cielo significano sempre qualcosa per l’umanità: tutti noi guardiamo alle stelle, ci affidiamo all’astrologia a volte senza neanche confessarcelo, altre volte con aspettativa speranzosa.
Nell’era dei sistemi binari non siamo tanto diversi dai nostri progenitori, che scandagliavano il cielo per sapere come avrebbero influenzato il destino.
Ecco perché, visivamente parlando, i calendari di qualsiasi epoca e latitudine contengono infiniti simboli allegorici: perché da millenni, accanto alla routine quotidiana, l’Umanità coltiva aspettative diverse, che colmino lo spirito di desideri inespressi e speranze non dette.
Cristiano Quagliozzi e Milena Scardigno si sono dedicati con grande intensità alle opere di questa mostra, che illustrano un oggetto così prosaico, eppure così misticamente necessario da essere uno dei temi iconografici più diffusi nella storia dell’arte di ogni epoca.
Le loro incisioni profondamente meditate raccontano i mesi e le costellazioni in un lavoro a quattro mani, ma in una maniera personalissima che distingue chiaramente le due individualità. Hanno esplorato a lungo le infinite simbologie legate al calendario e alle costellazioni, da quelle delle tradizioni popolari alle più esoteriche, ma anche riferimenti personali nascosti in bella vista, con una grande attenzione alla ricerca formale e cromatica: le loro suggestioni sublimate si sono distaccate dal riferimento didascalico, relativizzandolo e facendone una nuova matrice.
In questo progetto Cristiano racconta i mesi, ciò che è alla luce del giorno, in una collezione di dodici acqueforti ricche di riferimenti alla tradizione, in un brulicare di figure che rimanda a certe visioni surrealiste di Alberto Savinio, De Chirico e perfino alcune opere di Picasso.
A Milena spetta la parte femminile del progetto: le sue dodici linoleografie raccontano la notte e le sue stelle, misteriosi segni elegantemente art déco che riecheggiano Aubrey Beardsley, ai quali affidiamo presagi e desideri.
Nell’insieme il calendario diventa così un rebus da decifrare osservandolo con attenzione, spaziando nella storia e nella storia dell’arte.
Un lavoro che, anche nella tecnica, mette insieme gli opposti complementari nel negativo/positivo di calcografia e linoleografia, perfettamente equilibrato come sono gli artisti che lo hanno ideato.
Non si tratta qui di attribuire un “genere” all’arte, ma di una spontanea organizzazione del lavoro dei due artisti, che hanno autonomamente scelto di confrontarsi su questi temi.
Perché, in fondo, “Non è nelle stelle il segno del nostro destino, ma in noi stessi”
(W. Shakespeare, Giulio Cesare)
BIO CRISTIANO QUAGLIOZZI
Nato a Roma nel 1983 dove vive e lavora, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Vanta diverse pubblicazioni d’arte, mostre e residenze artistiche in Italia e all’estero.
Esistono tre raccolte monografiche dei suoi lavori: “Quando gli uomini non avevano le ali” (Polìmata Edizioni); “Orizzontale Verticale”
(Edizioni Progetto Cultura); “Arca” (Ali Ribelli Edizioni), che documenta il grande disegno realizzato con l’artista Milena Scardigno, segnalato come progetto più creativo nell’edizione del 2018 del contest Lazio Creativo, esposto nel 2019 in una mostra dedicata curata da Giovanna dalla Chiesa presso il Museo di Roma in Trastevere.
Dedito alla sperimentazione di più generi e possibilità espressive, il suo lavoro si concentra soprattutto sul disegno, la pittura e l’incisione
calcografica.
Il suo stile tipico si sviluppa in un linguaggio fortemente personale e riconoscibile, con una forte tendenza a visioni impossibili e surreali.
BIO MILENA SCARDIGNO
Classe 1982, si è formata all’Accademia di Belle Arti di Bari, si è trasferita a Roma nel 2010 dove lavora come docente di arte e immagine e come illustratrice.
La sua arte spazia dal disegno all’illustrazione digitale, dalla pittura all’incisione, attingendo a larghe mani dalla visione surreale, con un pizzico di ironia: volti che diventano astrazioni, deformati, oggetti che assumono una funzione e un significato nuovo, opposto, ossimori visivi.
Dal 2015 al 2017 collabora a fianco dell’artista visionario Cristiano Quagliozzi nella realizzazione di un’opera disegnata su tela dal titolo “Arca”. L’opera vince il concorso indetto da LazioCreativo, annoverandola fra i 100 progetti migliori del Lazio del 2018, primo nella categoria Arte e fotografia e viene esposta in una mostra personale presso il Museo di Roma in Trastevere, curata da Giovanna dalla Chiesa.
Fra le sue pubblicazioni come illustratrice “Fosco e Nora – Gino De Dominicis”, Edizioni Natyvi Contemporanea, “Matilde Cuore di Pane” e “Yole alla conquista della Sgrammatica”, Edizioni Errekappa; “Alla ricerca dei dieci comandamenti del genitore” di Tiziana
Franceschini, edizioni UltraLife.
Info pratiche
Cristiano Quagliozzi, Milena Scardigno
Matrici temporali
21 settembre-12 ottobre 2024
A cura di Penelope Filacchione
Art Sharing Roma
Via Giulio Tarra 64 – 00151
Opening 21 settembre ore 17-21
Ingresso libero
Il 12 ottobre 2024 ore 18.00, in occasione della Ventesima Giornata del Contemporaneo AMACI talk con gli artisti “Non è nelle stelle il segno del nostro destino”
Orari di apertura: da martedì a sabato ore 17-20