Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Mario Costantini | CODICI AD INTRECCIO

CODICI AD INTRECCIO a cura di di Antonio Zimarino

Le strutture geometriche sembrano avere la funzione di contenere e gestire internamente alla “geometria logica”, al segno nitido
del contorno, una sorta di caotica agitazione interna espressa con fili, tensioni e sovrapposizioni illogiche, intrecciate e
confuse.
Con la sua ricerca nella cosiddetta “fiber art” sembra che Costantini stia oggi lavorando su due aspetti formali fondamentali
del minimalismo, un approccio da lui costantemente approfondito e riscoperto nella sua parabola di ricerca artistica:
da un lato c’è la forma, la struttura di un’opera che si scarnifica fino alle sue linee, ovvero al suo “disegno” nello spazio;
dall’altra, il contenuto, i volumi le eventuali rappresentazioni che ugualmente si sfrangiano e si frantumano contraendosi a
loro volta in segni e in linee cromatiche di ciò che resta della realtà stessa.
Molte le domande che questi “testi” pongono sia a livello di scelta formale che di possibile lettura: tendono a contraddire
o forse ad esasperare i limiti della tradizionali concezioni di scultura o del disegno, che pure Costantini ha sempre praticato
nel suo percorso artistico. Volumi e disegno sono degli strumenti che si adattano in genere, all’illusione mimetica ma qui
non vogliono essere usati come tali ma “al contrario” come strumenti per superare il realismo e accedere ad un linguaggio
“base”, ad una sorta di “codice a barre” capace di giocare tra percezione emotiva e costruzione razionale.
Ridurre il linguaggio all’estremo delle linee (anche di colore) pone l’osservatore in una condizione molto interessante:
stabilire la relazione simbolica tra quando esse vengono disposte dall’artista per “regolarità” equilibrata di forma (percezione
logica ordinativa) e quando invece le dispone in un rapporto caotico / irregolare (percezione a-logica emotiva).
L’artista vuol farci lavorare simbolicamente sui codici essenziali della visione che sono anche i codici essenziali della
percezione e la radici stesse dei processi percettivi / immaginali: dal disordine all’ordine e viceversa, ovvero, l’essenziale
rapporto generativo tra khaos Χάος, / kosmos κόσμος all’origine del pensiero occidentale quindi, costante condizione
generativa delle forme stesse.
Ma dove ci porta questa riduzione minimale linguistica? Ci porta esattamente a destrutturare il consueto e ad aprire la
nostra possibilità di “simbolizzazione”, che per altro appare in questa mostra orientata in due direzioni davvero interessanti:
alcune opere ad es. Homo (2012); Divina Commedia (2020) richiamano il “libro” come simbolo – contenitore di saperi
evidentemente confusi confondibili, contraddittori, intersecati, inestricabili; altri lavori richiamano strutture cosmiche, stellari,
vettoriali o “mappe” ma costituite esattamente dalla stessa inestricabile complessità di una pagina di un libro.
Vogliamo leggere, mappare, viaggiare, conoscere, definire ma al massimo riusciamo a delineare un’area senza mai
arrivare esattamente a capire cosa essa possa o debba contenere, se non a sua volta, altri universi, suggestioni ipotesi
indeterminabili ma che pure possono tenere insieme quella “ipotesi” di struttura. E’ un continuo gioco di ipotesi e possibilità,
di connessioni intuibili ma inestricabili, di forze “interne” che cercano di tenere insieme delineazioni, comunque pronte
ad esplodere se quello stesso intreccio interiore perda coesione. L’interiorità e confusa e irrazionale, ma tiene insieme
ipotesi di senso, di conoscenze e di viaggi.
Credo che questo strenuo lavoro di equilibri tra ipotesi e tensioni (per altro non percepibili se non attraverso la scarnificazione
stessa dei tradizionali linguaggi della rappresentazione) possa essere meglio compreso analizzando proprio il
lavoro intitolato Divina Commedia: una struttura solida composta da tre “pagine” (le cantiche, le terzine) fili multicolori che
tengono insieme tre “simboli” costituiti da altrettanti fili in cui riconoscere alternativamente, cerchi concentrici, elementi
conici o circolari ascendenti / discendenti ; le trame lasciano intravvedere e riescono a legare realmente e visivamente da
ogni punto di vista, ciascun simbolo, uno nell’altro, uno attraverso l’altro senza che nessuno sia realmente dominante e
preponderante. Una perfetta rappresentazione dell’Uno e del molteplice e delle loro connessioni infinite.

IN BREVE

Mario Costantini
CODICI AD INTRECCIO
a cura di Antonio Zimarino
vernissage venerdì 21 aprile ore 18.00
Largo San Giovanni Battista 1, Penne (PE)
Casa delle Arti e dei Mestieri
21.04.2023 > 06.05.2023
venerdì e sabato 18.00 > 20.00
inangolo.it
info@inangolo.it

inangolo


Numero Corrente

Materia Solida

Nello stato solido i costituenti della materia sono legati da forze molto intense che consentono soltanto moti di vibrazione attorno a posizioni di equilibrio; Dalle avanguardie del novecento ad oggi il pensiero creativo ha trasformato la materia in un elemento magico,, talvolta disturbante, ma sempre adatto per una visione sensibile del mondo, che sia reale o immaginario.

15 Settembre 2022

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