Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Francesca Nacci. Difficile compagnia

Martedì 6 ottobre 2015, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra di Francesca Nacci. Difficile compagnia a cura di Ida Terracciano
L’esposizione rimarrà aperta fino al 23 ottobre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.

L’evento è il secondo appuntamento di Spazio Aperto 2015 ciclo di quattro mostre in cui l’associazione culturale Fuori Centro ha invitato gallerie e critici di altre regioni italiane a segnalare artisti appartenenti al proprio territorio per tracciare i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
Francesca Nacci presenta negli spazi della Galleria Arte Fuori Centro di Roma il ciclo di opere: “Difficile Compagnia” realizzato nel corso degli ultimi due anni e nato dall’incontro diretto fra l’artista e i propri interlocutori. Attraverso l’esperienza della comunicazione verbale con il “ritratto” e l’azione di registrazione condotta dalla macchina fotografica, utilizzati come mezzi preliminari alla realizzazione dell’opera pittorica, l’artista pone al centro della propria ricerca le dinamiche relazionali e lo stesso concetto di alterità.
L’ampio e articolato sistema di opere è costituito da una fitta serialità in cui volti e sguardi deformati dal gesto espressivo, catturano la mancanza e l’incomodo quali essenze del disagio. Ogni singola opera-frammento nasce all’interno di un processo linguistico sistematico, dando vita a un evento espositivo performativo qualificato dalla distribuzione cinematografica nello spazio. Le due distinte aree espressive presentate in mostra aggrediscono la fruizione e sono contrassegnate dalla centralità del “ritratto psicologico” del soggetto prescelto, frutto di un gesto pittorico immediato, di un’insistita ripetizione che si rinnova, condotta per sottolineatura del segno-scrittura e per distribuzione palpabile del colore.
L’evento espositivo realizzato da Francesca Nacci s’inserisce, con doti di originalità e specificità estetica, nel territorio di relazione interpersonale profondo; in quest’ambito di analisi, la mediazione tecnico-strumentale appare un prezioso strumento d’indagine per l’affermazione di relazioni sconosciute: “Cosi anche il linguaggio si adegua, si presta allo spleen, ai vari stati che cerco di svelare. Uso l’incomunicabilità e le discrepanze per dimostrare l’ambivalenza. Per dimostrare che il dialogo non è impossibile, che il “tutto” è la nuova monade. Ovviamente ciò porta a un’opera che, tecnicamente e spiritualmente, lavori a più livelli”.

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