Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

“ERRANZA. Del radicante e di altri segni.” Bipersonale di Elisa Bertaglia ed Enrica Casentini

GIOVEDI 31 MARZO 2016 inaugura ERRANZA, bipersonale di Elisa Bertaglia ed Enrica Casentini curata da Petra Cason Olivares negli spazi di Atipografia.

Dopo “Carte Sospese” di Denis Riva, dove lo spettatore si è trovato ad attraversare una giungla cartacea fatta di carte sospese, figure oniriche e macchie direzionate, punto di partenza per questa mostra è il saggio sull’arte contemporanea “Il radicante. Per un’estetica della globalizzazione” scritto dal critico d’arte francese Nicolas Bourriaud.

L’autore, dopo essersi interrogato su quali siano le figure dominanti della cultura contemporanea, riscontra nell’errante l’individuo figlio del proprio tempo.
L’individuo errabondo assume le fattezze e le caratteristiche intrinseche di vegetali come l’edera, “i quali fanno crescere le radici a seconda della loro avanzata”, e trae nutrimento e appoggio dal suolo che, a seconda del suo incedere, è pronto ad accoglierlo.

Questa mostra diventa, per Elisa ed Enrica, il terreno su cui si incontrano due poetiche stilisticamente differenti, ma convergenti in un tema comune.

KAIROS – ENRICA CASENTINI

Enrica Casentini ha dato vita al concetto di “essere radicante” realizzando “Kairos”, un’installazione composta da un piccolo esercito di semionauti, esili figure in ceramica che sembrano muoversi spinte dal vento, sulla superficie che attraversano in punta di radice (radici aeree delicatissime che sfiorano appena il terreno) e, nel loro incedere, sembrano compiere una migrazione, avanzando in piccoli gruppi,
ma formando una massa compatta. All’estremità, quella che potrebbe apparire una testa è un contenitore segnico, un recipiente che raccoglie e conserva i frammenti esperienziali.

BINDWOOD – ELISA BERTAGLIA

Nel proprio incedere il semionauta, l’essere radicante, pone nuove ramificazioni e fa nascere nuove isole di conoscenza: osservandolo con sguardo distaccato ha l’aspetto di una rete, con sottili linee di congiunzione tra punti sparsi, senza un ordine apparente. L’opera “Bindwood” (termine arcaico dell’edera – ivy – e che ne definisce il suo “aggrapparsi, essere avvinta” al legno) di Elisa Bertaglia assume le fattezze di una costellazione vegetale. Punti luminosi fanno emergere, attraverso le trame fitte delle foglie incise, una costellazione nella costellazione.
Le piccole bambine – elemento caratterizzante della poetica di Elisa – emergono attraverso piccolissimi fori che bucano le superfici carnose delle foglie intrappolate in un contenitore di luce.

Atipografia


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