Cecilia Maricel Eulisse. Alternanze emotive
Comunicato Stampa: Lo spazio EXTRA ART GALLERY ospita dal 2 al 4 ottobre 2014 la prima assoluta mostra personale della giovane esordiente Cecilia Maricel Eulisse.
ALTERNANZE EMOTIVE è la soggettiva di un artista a tutto tondo che si sta ritagliando con materiali poveri e spesso di riciclo, uno spazio tutto suo in questo mondo così grande ma talmente affollato da risultare claustrofobico, tutto esclusivamente a suon di forbici, pennelli, colori acrilici e una dilagante creatività che a stento ci si capacita possa essere contenuta nel l’esile figura della giovane Cecilia.
Energia è la parola chiave che mi viene d’impulso perché le sue opere contengono tutto ciò che lei è. Una forza della natura che nonostante tutta la femminile fragilità si erge a testa alta come i fiorellini sul loro stelo sottile sostengono la splendida corolla con dignità e amore. Non sarà difficile nemmeno agli animi meno sensibili percepire questa suo impatto energetico. Questo è un viaggio nella mente di una creatura che vive e soffre e gioisce in questo tempo. Oggi. Che lo fa in questo mondo, in questo spazio, proprio qui.
Ogni opera che sia essa quadro o installazione è frutto di un emozione che suscita un’altra emozione che suscita un’altra emozione. Un singhiozzo. Un singulto. Un alternanza emotiva appunto che in fondo appartiene ad ognuno di noi. Ci appartiene nelle notti insonni. Nei pomeriggi annoiati. Nelle pause sigaretta sul posto di lavoro. Quesiti senza risposta e convinzioni impulsive che ci accompagnano nel quotidiano o che sicuramente prima o poi vengono a farci visita. Le riflessioni. Una mostra che mostra la riflessione di un artista che si mette a nudo. Che sviscera le proprie paure e i propri tormenti senza timore di essere giudicato e che con grande fiducia nel collettivo unirà senza dubbio in una discussione coloro che verranno a curiosare. Poco importa la piega della discussione purché avvenga. Purché seppur brevemente faccia sorgere dei punti di domanda o degli spunti. Purché qualcuno possa sentirsi meno solo nel suo caos. Il punto è che forse anche l’interlocutore dell’artista si pone la stessa domanda o sta compiendo lo stesso percorso. È interessante potersi soffermare su questa sincronia. È l’armonia spesso caotica della natura stessa, che si rigenera di momento in momento, che non può essere uguale all’attimo precedente perché è perfetta in una successione totalmente casuale. Come il vento, quasi per magia, sibilo dopo sibilo dopo soffio puoi avere l’impressione di sentire raccontata una storia da voci ancestrali.
Ecco cosa percepisco dal percorso dell’artista milanese. Un armonia uscita d’istinto da una voce a volte rotta dall’emozione che racconta una storia tramite i sibili e i soffi di un animo in tumulto.
Non ci sono ispirazioni volute, forzate, ci saranno sicuramente probabili sincronie e riferimenti con il mondo circostante e passato ma solo per una questione di respiro artistico, di armonia appunto. C’è una grande cura nei dettagli, una caotica precisione nell’accordare insieme più espressioni artistiche, alternanze artistiche a suon di alternanze emotive. Pittura, video art, performance, installazioni. Tutto che si suggestiona e creando suggestiona. Tutto legato dai testi, dalla parola. La Parola che negli ultimi decenni è stata stracciata, disgregata, scollegata dal senso originario, parola riciclata che non si adatta ai brividi fisici, una parola che oggi ha bisogno di recuperare il contatto umano a discapito di quello virtuale.
Cecilia nasce da una famiglia del settore , vive fin da piccola nel mondo dell’arte, la mamma artista e regista, il papà produttore pubblicitario, il nonno pittore. Ha modo di scoprire e capire cosa vuole e come lo vuole anche grazie a tali influenze e inevitabili commistioni. È attrice e performer ma quando si è un anima in espansione non si hanno mai abbastanza modi per esprimersi. Questo lo si intuisce nel suo lavoro eclettico, in questo viaggio che è la sua mostra.
Lo scrivere e il dipingere usati come cibi, quali sono, che lei mangia e rigetta quasi come in un attacco bulimico su ogni superficie utile. Questo è un tempo crudele e bisogna imparare ad eliminare il superfluo per giungere al cuore. “È tempo di distruzione…il cornetto dopo per addolcire il senso di colpa”.
Questo suo primo tentativo di riflettere all’esterno la sua visione del mondo circostante, come uno specchio che a volte distorce è la riflessione di una creatura giovane, viva e onesta che ha una bellissima voce e che merita di essere almeno ascoltata.
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