Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

6 Maestri del Contemporaneo in mostra

Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
cell:348-8703060
e mail: studio.c.immagine@gmail.com

6 MAESTRI DEL CONTEMPORANEO IN MOSTRA
(TERZA EDIZIONE)

4 – 23 MAGGIO 2019

Alla Galleria d’arte Contemporanea STUDIO C di via Gioavanni Campesio 39 si ripete anche quest’anno “6 Maestri del Contemporaneo in mostra” la prestigiosa rassegna da me ideata, seguita e commentata.
Iniziata nel 2017 e proseguita poi negli anni successivi, questa manifestazione si è gradualmente imposta all’attenzione della critica più attenta e qualificata, di Enti ed Istituzioni di prestigio riuscendo ad inserire diversi dei suoi artisti in mostre di rilievo Internazionale quali “Triennale di Roma” e “Biennale Internazionale d’Arte di Venezia”.
Una manifestazione, questa dello “Studio C”, che è particolarmente attesa e seguita da appassionati e collezionisti perchè ha sempre proposto nomi ed espressioni di alto spessore e qualità, che in seguito si sono imposti anche sul mercato nazionale e internazionale. Una rassegna, dunque, che si preannuncia particolarmente variegata e interessante perchè propone ai visitatori, come ormai è tradizione della galleria, un itinerario storico-cronologico all’interno della Storia dell’Arte, dagli anni cinquanta ai nostri giorni, ricorrendo a nomi già noti e apprezzati dal pubblico piacentino per le loro precedenti apparizioni in svariate manifestazioni d’arte e ad alcune new entry di particolare interesse.
Questi i nomi degli artisti selezionati e le province di provenienza: Carlo Alberto Cozzani (SP), Alessandro Docci (MB), Maria Giachetti (TO), Lina Passalacqua (RM), Gianni Pennisi (AT), Fedora Spinelli (FG).
Carlo Alberto Cozzani (SP): architetto, pittore e docente universitario, Carlo Alberto Cozzani possiede da sempre una viscerale passione per l’arte, passione che non lo ha mai abbandonato e che continua a coltivare con rinnovato interesse e passione. Espressione intensa, questa di Cozzani, sostenuta sempre da grande rigore e grande cultura, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle Avanguardie Storiche con particoare riguardo per l’Espressionismo e l’Informale. Pittura fortemente connotata, dunque, e talmente sintetica ed essenziale da rasentare l’espressione Astratta perchè i ritratti o i personaggi che Carlo Alberto ci rimanda non sono figurativamente riconoscibili né facilmente identificabili: l’artista prima li costruisce e poi, liberamente, li destruttura e li demolisce fino a renderli soltanto forma, fiato, timido e sommesso respiro: perchè quello che conta non è tanto la visione in sé o la rappresentazione del reale quanto piuttosto la tensione che sta alla base e il momento creativo che la genera e la produce. Ma questa straordinaria ed intrigante evanescenza, questa lenta e graduale dissolvenza dell’immagine non è per nulla casuale o involontaria, è, al contrario, una precisa volontà dell’artista che sceglie di essere e stare nella pittura, di viverla e praticarla in ogni attimo e in ogni momento seguendone fasi e mutamenti. Con quest’espressione libera e gestuale, fatta di segni, percorsi e tracciati Cozzani non vuole affatto rappresentare un corpo o un volto da guardare e analizzare, ma la sua anima e la sua ombra, il suo “essere” e il suo “esistere” che pulsa nel gesto e nell’attimo creativo.
Alessandro Docci (MB): Nato a Desio, dove anche oggi vive e lavora, Alessandro Docci è un artista di vasta esperienza con alle spalle un ampio e articolato curriculum critico-espositivo. Dal 1994 frequenta a Milano l’Associazione Sassetti Cultura e dal 2000 al 2003 il Centro Culturale Puskin. Inizia poi un lungo periodo di mostre nelle principali città italiane ma sono numerose anche le sue apparizioni in ambito internazionale e prevalentemente in Germania. Quella di Alessandro Docci è una personale e singolarissima espressione Informale fatta prevalentemente di segno, gesto e colore. Ormai da diversi anni l’artista lombardo è impegnato ad un ambizioso progetto che ha come obiettivo fondamentale quello di intendere e concepire l’arte come linguaggio universale capace di unire culture e tradizioni diverse, strumento di pace e libertà, veicolo di serena convivenza e di civile progresso. Da questo progetto, dunque, nasce e prende vita la serie di dipinti ispirati e dedicati alle città, a quelle italiane, prima di tutto, e poi a quelle di tutto il mondo. I suoi dipinti, pertanto, si presentano come mappe, visioni prese dall’alto in versione satellitare, ma trasformate e modificate poi dal magico intervento della pittura e da una sua felice intuizione: quella di inserire, all’interno di ogni dipinto, un vero e proprio alfabeto, un codice espressivo, un insieme di lettere, verosimili o immaginarie, che nella loro conformazione grafica, attingono alla cultura della città rappresentata. Espressione fortemente coinvolgente, quella di Alessandro Docci, soprattutto oggi che viviamo tempi di grandi immigrazioni, di esodi biblici, di nuovi e diversificati incontri.
Maria Giachetti (TO): artista che vive e lavora in provincia di Torino, vanta un lungo e interessante curriculum critico-espositivo unito ad una significativa esperienza tecnico-esecutiva maturata anche nel campo del restauro. Di rilievo, dunque, la sua espressione artistica che si è sviluppata attraverso l’uso e la sperimentazione di tecniche antiche, di materiali e pigmenti naturali appartenenti al territorio in cui vive. I suoi dipinti rivelano pertanto tutta la sua preparazione e creatività, la sua cultura e sensibilità capace di unire insieme passato e presente, storia antica e modernità. Nelle sue opere, quasi sempre giocate su tinte sapienti e raffinate, morbide e delicate, troviamo la potenza dell’arte classica, ma anche la leggerezza della contemporaneità, il tocco lieve e sommesso della poesia. Pittura che cattura l’osservatore per la sua forza espressiva, per il carattere sicuro e deciso dell’impaginazione scenografica, ma anche, e forse soprattutto, per quella particolare evenescenza che è caratteristica dei nostri giorni complessi e che, nelle opere di questa bravissima artista, trasmettono un senso di stupefatta fragilità e di autentica magia. C’è insomma, in Maria Giachetti, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla nostra grande e storica tradizione, riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche adottate, per la personale interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica.
Lina Passalacqua (RM): di origini calabresi, ma romana di adozione, Lina Passalacqua ha al suo attivo un sessantennio di attività artistica costellata di mostre personali, prestigiose rassegne collettive, presenze permaneneti in svariati musei e pubbliche collezioni, riconoscimenti da parte di critici autorevoli e di levatura internazionale. Artista, dunque, di grande esperienza e di grande mestiere che nella sua lunga e interessante attività ha sempre proceduto con metodo e rigore quasi scientifici affrontando varie tematiche e diversificati argomenti. Una produzione, quella di Lina Passalacqua, che, nel corso degli anni si è sempre sviluppata e realizzata per “cicli”, seguendo sempre il suo linguaggio, il suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica, un insieme di Astrattismo geometrico, Futurismo e post-Cubismo tutto giocato sul magico e coinvolgente gioco tra forma, luce e colore. Nelle opere di questa bravissima artista l’uso del segno dinamico e impulsivo si congiunge, in modo istintivo e naturale, all’interesse per la geometria intesa come regola ed emozione sulla quale intervengono poi tracciati, reticoli, inquadrature e forme che dialogono e interagiscono con lo spazio. Nel complesso una poetica che percorre e attraversa le inquietudini dei nostri giorni per congiungersi con le energie fresche e nuove dell’immaginazione e della creatività.
Gianni Pennisi (AT): nato ad Asti, dove anche oggi vive e lavora, Gianni Pennisi ha frequentato il corso di “nudo” presso l’Accademi Albertina di Belle Arti di Torino e poi i corsi della Scuola Internazionale di Arte e Grafica di Venezia venendo a contatto con un ambiente internazionale di grande stimolo e interesse. Ha inoltre frequentato gli studi di importanti artisti locali e personaggi di riconosiuta cultura artistica seguendo con grande attenzione i loro insegnamenti e i loro consigli. Dopo queste esperienze, rivolte per lo più allo studio del “vero” e della “figura”, il nostro artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche e in particolare dell’Astrattismo Geometrico dove si annulla ogni riferimento con il reale, dove tutto diventa forma e colore. Gradualmente Gianni Pennisi ha così abbandonato i canoni classici e la sua attenzione si è rivolta pienamente all’arte astratta, alla costruzione geometrica delle forme, alla luce e al colore intesi come protagonisti quasi assoluti delle sue costruzioni. Le sue opere attuali sono così caratterizzate da forme, tracce, ritmi intermittenti e segmentazioni che dinamizzano lo spazio creando atmosfere quasi musicali, i suoi colori passano dal chiarore al graduale offuscamente mentre i segni e i tracciati creano forti interferenze tra luce e ombra. Pittura intensa che, nel suo procedere e nella sua invenzione, trasmette una dimensione purificata dal rumore dell’attualità e la sensazione di uno spazio-tempo misterioso e infinito.
Fedora Spinelli (FG): artista pugliese che vive e lavora a San Severo (FG), Fedora Spinelli vanta un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di innumerevoli mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Da segnalare inoltre un lungo e costruttivo periodo dedicato al Metaformismo di Giuli Sillato e il suo impegno nell’aderire alle mostre e alle varie iniziative del gruppo. Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, dopo il traguardo accademico, ha conosciuto vari momenti e ha spaziato dall’insegnamento alla pittura con periodi di forte lirismo dedicati anche alla poesia. Gradualmente e attraverso un’approfondita opera di studio e ricerca la nostra artista è così pervenuta ad un’espressione originale ed autentica al cui interno convivono diversificate tecniche espressive (olio, smalto e affresco). Espressione senza dubbio Astratta, quella di Fedora Spinelli, con evidenti richiami all’Informale soprattutto quando, con libertà gestuale e freschezza di tocco, libera sulla tela emozionate e suggestive pennellate, morbidi tracciati, reticoli e percorsi. Con le sue opere Fedora attira così lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua trama visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio della rappresentazione in una scansione geometrica senza fine e in una ambigua vertigine prospettica capace di stupire e creare magiche e strordinarie sensazioni.
La Rassegna, che sarà presentata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 31 maggio

Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura

lucianocarini


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