La “pittura in ascolto” di Gaetano Fiore
Mostre al Cubo PACTA Teatro dei Saloni Milano
9 – 23 Maggio 2025
La “pittura in ascolto” di Gaetano Fiore
Omaggio a Bill Dixon
La gallerista Rossana Pedrali, grazie all’entusiasmo di critici e visitatori, per la mostra di Gaetano Fiore alla Ro’S Gallery di Bergamo prorogata fino al 23 maggio, comunica che in contemporanea per questo progetto itinerante “Voci nel colore” sarà possibile ammirare un’installazione dell’artista presso lo spazio Mostre al Cubo PACTA dei Teatri Salone a Milano dal 9 al 24 maggio 2025.
Tempo sacro e struttura aperta quella del progetto che l’artista ha dedicato negli anni a “Il libro delle ore” di Rainer Maria Rilke, un processo circolare e aperto che qui si instaura con l’approccio compositivo di Bill Dixon, cui l’artista rende omaggio per il centenario della nascita. Dixon in opere come November 1981 (solo trumpet performances) o Vade Mecum (1994) esprime una concezione del tempo sonoro come sospensione e attesa. Il tempo non mira a un compimento: è l’abitare l’istante che costituisce l’esperienza estetica e spirituale.
Una sorta di interazione/dialogo tra Rainer Maria Rilke e Bill Dixon, mediato attraverso il concetto di pittura in ascolto di Gaetano Fiore.
“L’arte di Gaetano Fiore riesce mirabilmente a emozionare e dialogare con il pubblico contemporaneo”
Rossana Pedrali
“La produzione di Gaetano Fiore, artista nato in provincia di Napoli nel 1960 e appassionato di jazz, ha qualche aspetto in comune con l’arte e la musica di Bill Dixon, al quale fra l’altro ha dedicato un’importante mostra poco dopo la sua scomparsa. Il linguaggio pittorico sviluppato da Fiore negli ultimi è ben lontano da quella facile e acritica gestualità, anzi lo si potrebbe definire un concentrato di analitica ponderatezza. Certo nei suoi lavori si sente l’influenza di maestri dell’astrazione europea e americana della metà del secolo scorso, di Magnelli, di Rothko e di altri, ma la sua insistita ricerca formale genera una sintesi del tutto personale, in grado di declinare in una visione attualizzata e palpitante un mirato campionario di idee: agli equilibri della composizione, alle variazioni seriali si connettono rapporti cromatici sempre infallibili”
Libero Farnè
“Fiore vuole che la parola si sustanzi nel colore affinché il suo significante si rifletta nel corrispondente significato fino ad aderirvi compiutamente. Le “voci montanti del tempo “riecheggiano nelle sue opere come nell’alveo di conchiglie perdute nell’abisso e risalgono da profondità ancestrali con la medesima naturale necessità dell’ossigeno che urge verso la superficie. I pigmenti, la cui metodica e laboriosa stesura stratificata rammenta un ostinato in musica, pullulano di rimandi letterari plausibili.”
Andrea Petrai
INSTALLAZIONE MOSTRE AL CUBO
Il contenitore nonché volume aperto del Cubo al PACTA di Milano mette in gioco l’artista Gaetano Fiore, che sostiene: la vera opera d’arte nasce da una forma di attenzione radicale, l’artista non impone la propria forma alla materia, ma si dispone a recepire ciò che la materia stessa suggerisce. Il colore.
Il gesto artistico autentico si configura come una coincidenza tra il creare e l’ascoltare, dove l’opera emerge dall’ascolto del divenire, diventa qui possibile mettere in relazione l’opera progetto delle icone di Rainer Maria Rilke e quella musicale di Bill Dixon. Rilke poeta e scrittore di origine austriaca (1875–1926), Bill Dixon trombettista e compositore free jazz americano (1925–2010) — entrambi hanno qualcosa in comune: l’esplorazione intensa dell’interiorità, un approccio altamente innovativo e spirituale alla propria arte.
Il dialogo tra Rainer Maria Rilke e Bill Dixon, mediato attraverso il concetto di pittura in ascolto di Gaetano Fiore, evidenzia una comune radice spirituale nell’atto creativo: una spiritualità senza dogma, fondata sull’ascolto del silenzio e sull’accoglimento del mistero. In un’epoca in cui la velocità, l’efficienza e l’esibizione sembrano dominare il panorama artistico e culturale, l’esempio di Rilke e Dixon ci invita a riscoprire il valore di una pratica dell’attesa, di un’arte che non dice ma suggerisce, che non afferra ma custodisce. Il loro lascito — poetico e sonoro — resta come una testimonianza potente di quella che Fiore chiama l’etica dell’ascolto: un’arte capace di trasformare il silenzio in spazio di possibilità. In un’epoca dominata dall’urgenza della comunicazione e dalla saturazione del senso, la loro lezione rimane attuale: il sacro parla piano, nel silenzio, e solo chi sa ascoltare senza aspettarsi risposta potrà udirne l’eco.
Al finissage del 24 maggio, interverrano:
Rossana Pedrali – Ro’S Gallery
Fulvio Michelazzi – PACTA
Marco Fiore – Pianista Jazz