SGUARDO A DISTANZA – personale di Giuseppe Modica
Alla Blue Gallery di Venezia va in scena una personale di Giuseppe Modica che invita il pubblico a interrogarsi sul senso della distanza – non solo come misura fisica, ma come esperienza mentale, percettiva, emotiva. Curata da Silvio Pasqualini e accompagnata da un testo critico di Claudio Strinati, la mostra presenta una selezione di opere recenti in cui la pittura diventa soglia, varco, lente attraverso cui osservare il mondo da una prospettiva sospesa.
Nei lavori di Modica, la distanza diventa un elemento compositivo e concettuale. L’artista alterna inquadrature ravvicinate e profondità lontane, costruendo scenari in cui luce e architettura convivono in un equilibrio mai scontato. Il blu – colore guida, ma anche memoria e linguaggio – lega profondamente Modica alla galleria che lo ospita: un’affinità elettiva che Silvio Pasqualini, definisce “sincronicità”, evocando il mare, l’infanzia, la Sicilia.
Le tele, rigorose e vibranti, si muovono tra la solidità della struttura e la leggerezza della visione. Le linee si incrociano come coordinate simboliche, generando immagini che si moltiplicano, si riflettono, si dilatano nel tempo della contemplazione. Qui, la pittura non chiede uno sguardo frettoloso: è un invito alla lentezza, all’ascolto silenzioso delle forme.
Claudio Strinati individua in Modica un interprete raffinato della pittura italiana contemporanea, capace di raccogliere l’eredità della tradizione figurativa e, insieme, di aprirsi a sensibilità più concettuali. Le sue opere dialogano con il passato e con l’oggi, tra memoria e visione. In alcune tele più recenti, sagome di navi da guerra emergono come presenze inquietanti, segni di un presente segnato da incertezze e tensioni.
Ma è sempre la distanza – geografica, temporale, simbolica – il vero fulcro di questo percorso. Una distanza che non separa, ma unisce visibile e invisibile, realtà e immaginazione. Una distanza che riflette, come uno specchio, ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.