Collettiva – Atisti di rilievo internazionale in mostra
Alla Galleria d’Arte Contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la Rassegna Nazionale dal titolo “Incontro con la Biennale d’Arte di Venezia-Artisti di rilievo internazionale in mostra”. Scopo della mostra è principalmente quello di offrire a critici, artisti ed appassionati un momento di riflessione sull’attuale stato dell’arte, sulle varie forme espressive oggi sentite e praticate ma anche quello, certamente non meno importante, di riuscire ad individuare una strada e una giusta proiezione per il futuro.
Viviamo oggi tempi complessi, caratterizzati da una grande metamorfosi all’interno di quel mondo che, in senso alquanto generico, viene definito “Arti visive”. Le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi hanno scoperto tecniche innovative, diversificate forme di espressione e più articolati canoni estetici sì da sovvertire le tradizionali ed apparenti indistruttibili categorie artistiche (pittura, scultura, olio, tempera, tecnica mista ecc). Possiamo così senza dubbio affermare che ai nostri giorni è stata letteralmente abolita ogni forma gerarchica all’interno delle arti e che non esiste più differenza alcuna tra le varie tecniche adottate, né supremazia dell’una sulle altre perché tutto si è straordinariamente fuso e coeso. Questa mostra intende pertanto proporre all’attenzione della critica più attenta e qualificata un gruppo di artisti provenienti dalla 59a e 60a Biennale d’Arte di Venezia che, per la qualità della loro espressione e per le novità del loro linguaggio, meritano senza dubbio di essere segnalati a musei, pinacoteche e pubbliche istituzioni per un loro ufficiale e definitivo riconoscimento e di entrare a pieno titolo nel grande giro del mercato contemporaneo.
Questi i nomi degli artisti invitati e le provincie di provenienza: Aldo Basili (TO), Franca D’Alfonso (VA), Fiorangela Filippini (AR), Elia Inderle (VI), Silvana Mascioli (BO), Peter Nussbaum (AL), Salvatore Placido Scaramozzino (VV), Emilio Sgorbati (PC), Fedora Spinelli (FG).
ALDO BASILI (TO): Artista fotografo, ha esordito in fotografia all’età di quattordici anni praticando e stampando personalmente il bianco e nero. Dopo aver frequentato un corso per fotografi professionisti ha lavorato come grafico in un ufficio pubblicitario e, proprio in questo periodo, ha iniziato a focalizzare il suo interesse sul paesaggio urbano dedicandosi, per alcuni anni alla sua città, Torino, di cui ha presentato molte inusuali visioni. E il paesaggio urbano è, ancora oggi, per il nostro artista, argomento di studio e approfondimento, motivo di straordinari e poetici scatti. In seguito ad una lunga ricerca, ha poi iniziato a creare le “Photo-paint” che gli hanno procurato molti consensi di pubblico e di critica. Interessante e particolarmente ricco il suo curriculum espositivo con mostre di rilievo in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Tra queste mi sembra giusto sottolineare la sua presenza alla “Triennale di Roma 2017” con una mini personale nelle sale del Vittoriano e alla 57a edizione della “Biennale Internazionale d’arte di Venezia”, Padigione Guatemala, collettivo “El circulo magico”. In questa rassegna piacentina l’artista piemontese presenta due opere di eccezionale resa pittorica. Attraverso i suoi scatti Aldo Basili ricerca con tenacia e costanza il gesto artistico e il risultato estetico finale che deve essere assolutamente unico e irripetibile. Fotografia, dunque, come interpretazione personale della realtà e dell’emozione, come momento creativo assoluto. Le sue “riprese” allora si trasformano in vere e proprie opere pittoriche, lo strumento tecnico, o tecnologico, diventa una sola ed unica cosa con la sua mano e la sua emozione e la macchina fotografica, nelle sue mani sapienti ed esperte, perde la sua freddezza meccanica per farsi spatola e pennello, cuore e sentimento.
Franca D’Alfonso (VA): Nata a Pescara, ma residente a Varese dal 1974, Franca D’Alfonso è ormai un’ artista di lunga esperienza, con alle spalle un ampio e variegato curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose, personali e collettive, tenute in tutta Italia e in molte capitali d’Europa fino a raggiungere, nel 2022, l’ambito traguardo della cinquantanovesima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel Padiglione Grenada. Le sue opere attuali si presentano come un armonico insieme di forme e colori al cui interno scorrono segni, percorsi e traiettorie dove si uniscono cuore e ragione, riflessione e sentimento. In esse c’è sempre grande attenzione alla geometria, alla costruzione e al movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco straordinario e piacevole fatto di incastri e sovrapposizioni, di improvvise interruzioni e ripartenze. Dipinti che traggono spunto ed ispirazione dal mondo concreto e reale ma che, nel loro evolversi e nella loro realizzazione, finiscono per diventare luoghi mentali e fantastici, aperti al all’immaginario e all’imprevedibile dove il tempo sembra essersi fermato per suggerire atmosfere delicate e sospese, oltre i limiti dei sensi e delle comuni percezioni. In certe opere, infatti, la linea e la costruzione geometrica sembrano di colpo interrompersi dando luogo ad una interessante ed imprevedibile metamorfosi segnica che si trasforma in pura riflessione cromatica dove tutto è luce e colore, vibrazione e profondità. Pittura fortemente contemporanea, questa di Franca D’Alfonso, e capace di scavare dentro l’uomo per renderne pulsioni e sentimenti, aneliti e speranze.
Fiorangela Filippini (AR): nata ad Arezzo, dove anche oggi vive e lavora, è un’artista di lunga esperienza che vanta la partecipazione a mostre e rassegne di livello nazionale e internazionale e tra queste una menzione particolare merita senza dubbio la sua partecipazione alla sessantesima edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia Padiglione Grenada. Interessante, e degno perciò di essere sottolineato, anche il suo percorso espressivo che, nell’arco del tempo, ha riguardato il collage, la pittura su vetro e il pastello a cera per giungere fino alla tecnica della pittura ad olio. Arte di carattere prevalentemente naturalistico, questa di Fiorangela Filippini, dunque arte che si ispira alla natura, al mutare delle stagioni e alle loro poetiche atmosfere che la nostra artista sa cogliere e descrivere con grande sentimento e partecipazione. Espressione intensa e sentita, sospesa sempre tra astratto e figurativo, fatta di improvvise e ben calibrate scomposizioni geometriche che attraversano le realistiche visioni creando profondità e movimento, dinamismo e raffinate trasparenze. Coinvolgenti le due opere che l’artista ha scelto per questa rassegna piacentina. In esse si coglie una componenete fortemente lirica, nostalgica e quasi malinconica per una natura seriamente compromessa, offesa e ferita dagli umani comportamenti. Pittura che si rivela come un magico incontro tra natura e cultura, cuore e ragione, riflessione e sentimento.
Elia Inderle (VI): Ritorna dunque a Piacenza, Elia Inderle, e vi ritorna dopo i significativi ed importanti successi ottenuti alla “Triennale di Roma”, dopo il suo inserimento, con ben tre opere, nel Museo d’Arte Contemporanea di Pisa presso le rinomate “Officine Garibaldi” della storica città toscana e dopo una sua straordinaria partecipazione alla cinquantanovesima edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia Padiglione Grenada. Nato a Schio, in provincia di Vicenza e residente a Santorso, sempre nella stessa provincia, Elia Inderle è un artista-filosofo contemporaneo di grande interesse che basa la sua ricerca pittorica su “lineee di pensiero” fortemente attuali. Pittura che procede di pari passo con i suoi studi filosofici offrendo agli osservatori profonde riflessioni sulla vita e l’esistenza, sull’Essere e il non Essere, sull’Essere e il nulla. In questa rassegna piacentina Elia Inderle presenta due dipinti di grande intensità e bellezza. C’è, in questo nostro artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione dell’Astratto e dell’Informale (Afro Basaldella, Gerhard Richter ecc), riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica. Ama il colore, Elia, lo ama perchè mai statico ed inerte, ma dinamico e attivo, in continuo divenire e trasformazione, come lo scorrere lento e inesorabile del tempo, gli avvenimenti della vita, i fatti imprevisti e imprevedibili che cambiano l’esistenza. Leggero e raffinato anche il suo segno che traccia percorsi, traiettorie e variazioni strutturali dell’immagine e dinamizza lo spazio seguendo opposte e contrastanti tensioni.
Silvana Mascioli (BO): artista che vive e lavora a Bologna, è ormai un nome affermato dell’attuale panorama artistico e il suo curriculum è ricco di partecipazioni a rassegne di livello nazionale e internazionale. Tra queste un posto di riguardo merita senza dubbio la sua partecipazione alla sessantesima edizione della Biennale internazione d’Arte di Venezia Padiglione Grenada. Le sue opere, che hanno catturato la mia attenzione nell’ultima edizione della Triennale di Roma presso la storica e prestigiosa sede di Palazzo Borghese, appartengono senza dubbio al repertorio dell’Optical Art per la loro particolare tecnica esecutiva che, nelle varie fasi della realizzazione, tende sempre a coinvolgere lo spettatore in un coinvolgente rapporto di attiva e dinamica partecipazione, in una vera e propria interazione con l’opera d’arte. Silvana Mascioli è letteralmente attratta e affascinata dallo spazio inteso come entità magica e misteriosa, come elemento da sondare e gradualmente scoprire e analizzare. Segno e colore vengono così a creare giochi prospettici, lontananze e profondità capaci di creare l’illusione ottica della geometria e immergere l’osservatore in dimensioni altre, rarefatte e sospese, oltre il puro visibile. La nostra artista, insomma, con la sua materia e il suo gesto pittorico, attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale.
Peter Nussbaum (AL): Affermato artista austriaco ormai domiciliato nel vicino Monferrato, Peter Nussbaum è un nome importante del panorama artistico internazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa e poi in Cina, Stati Uniti d’America, Argentina ecc. Tra queste un posto di rilievo merita senza dubbio la sua partecipazione alla cinquantanovesima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia presso il Padiglione Grenada.
Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, nel corso degli anni, si è sviluppato in una lunga e approfondita attività di ricerca all’interno di molteplici e diversificati mezzi espressivi. Osservando le sue opere si resta colpiti, innanzitutto, dal suo segno vivo e palpitante, dinamico e personale, e poi dal suo interesse per le forme, i numeri e la geometria, intesi come regola ed emozione, rigore e fantasia. Ancora, nell’espressione di questo artista, è sempre possibile cogliere la rappresentazione e la ricerca di una perfetta armonia spaziale, intesa come ordine, equilibrio, insieme di forze sapientemente e misteriosamente pensate, mosse e dirette. In questo straodinario processo di invenzione e creatività Peter Nussbaum sogna una dimensione purificata dal rumore dell’attualità, liberata dalla complicata frenesia dei nostri giorni e immagina una dimensione spazio-temporale illimitata e sconfinata dove è bello perdersi e navigare.
Salvatore Placido Scaramozzino (VV): Nato a Dinami (Vibo Valentia), vive e lavora a Milano e insegna design e laboratorio di scenografia presso il Liceo Artistico F. Melotti di Cantù. Intenso e variegato anche il suo curriculum artistico che, nel corso degli anni, lo ha visto protagonista di svariati progetti per il teatro lirico, la prosa e la televisione. Numerose anche le sue partecipazioni a mostre e rassegne artistiche di livello nazionale e internazionale. Tra queste una posizione di rilievo merita senza dubbio la sua presenza alla sessantesima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel Padiglione Grenada. Espressione intensa e sentita, questa di Salvatore Scaramozzino, fatta di trasparenze, rispecchi e velature, arricchita inoltre dall’uso sapiente di diversi materiali che, nel contesto del risultato finale, riescono a dare il senso della profondità e della terza dimensione. In questo artista, fantasia, sogno, creatività e pensiero riescono a convivere in modo armonico e straordinariamente poetico offrendo approfondite riflessioni di carattere sociale ed esistenziale. Non c’è mai retorica in queste opere, né facile descrizione, ma delicatezza di racconto, sensibilità esecutiva e poi atmosfere rarefatte e sospese dal richiamo onirico e quasi surreale. Il tutto unito ad una scala cromatica coinvolgente e personale, ad una luce raffinata e persistente, cercata e ricercata all’interno dei colori e degli impasti, nelle modalità dell’uso e della stesura, negli abbinamenti e nei contrasti, nella freschezza dei tocchi e della materia purissima.
Emilio Sgorbati (PC): Nato ad Agazzano, storico paese della provincia di Piacenza dove anche oggi vive e lavora, Emilio Sgorbati è un artista dal curriculum ampio e variegato fatto di mostre, personali e collettive, tenute in molte città italiane e di qualificati interventi critici che, nel corso degli anni, hanno commentato e descritto il suo mondo pittorico. Tra le sue molteplici esposizioni un posto di rilievo merita senza dubbio la sua presenza alla sessantesima Biennale Internazionale di Venezia, Padiglione Grenada, che ha segnato il ritorno di un pittore Piacentino nella prestigiosa Rassegna dopo tanti anni.
Dopo un primo periodo di carattere “figurativo”, ma con variazioni estetiche aperte pure all’Espressionismo, ha sentito il fascino delle Avanguardie Storiche e in particolare del “Surrealismo”, importante Movimento di Avanguardia nato in Francia negli anni venti attorno alla figura di André Breton e basato sulla valorizzazione del sogno e dell’inconscio.
La sua è una pittura che prende forma nella sua mente esplodendo in queste tavole materiche che uniscono pennello e giornali, fogli di carta e tanta potenza immaginifica. Il mondo artistico di Sgorbati è un mondo libero dalle leggi dell’accademia e della fisica, soprattutto volutamente al di sopra di ogni logica, perché, in fondo, nelle tavole dell’artista è inutile cercare ragionevoli spiegazioni ma occorre invece abbandonarsi prepotentemente all’estasi derivante dalla sua intensa leggerezza. E’ tutto immaginario eppure è tutto reale: il segno è facilmente distinguibile, le figure sono immediatamente riconoscibili, ma il sogno e la parola, che stanno dietro il gesto creativo, sono nella mente dell’artista. La sua non è solo arte da virtuoso estetico: è anche gioia creativa che racconta storie misteriose e delicate, è un nuovo universo fatto di mondi utopici su cui approdare con il nostro stupore.
Fedora Spinelli: gradito e atteso ritorno di Fedora Spinelli allo “Studio C” dopo la bella mostra personale qui tenuta ne 2019: mostra di grande intensità, rimasta nella mente e nel cuore di tutti i piacentini. Nata a San Severo (Foggia), dove anche oggi vive e lavora, Fedora Spinelli è ormai un nome importante del panorama artistico nazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Tra queste un posto di assoluto rilievo meritano le sue partecipazioni alla cinquantanovesima e alla sessantesima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia presso il Padiglione Grenada. Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, dopo il traguardo accademico, ha spaziato dall’insegnamento alla pittura e alla poesia con momenti di forte e sentito impegno culturale e di intenso e meditato lirismo. Artista a tutto tondo, dunque, carica di vitalità ed energia e ancora oggi incessantemente impegnata a creare e produrre in un vero e proprio vortice multidisciplinare dove i vari ambiti (pittura, letteratura e poesia) si fanno “vasi comunicanti” dialogando tra loro, dando vita ad un’unica, grande vena espressiva. Di particolare fascino e suggestione le due opere che l’artista ha scelto per questa esposizione. In ognuna di esse si avverte la ricerca prolungata e continua del segno, del colore e del gesto che, nel tempo, è giunta ad una maturità piena e che si manifesta chiaramente nella potenza della scala cromatica, nella leggerezza e delicatezza dei tracciati e nell’eleganza delle forme adottate. Dalle sue opere, inoltre, scaturiscono sempre messaggi alti e profondi come giustamente scrive Mirko Cassani in un saggio dedicato all’artista pugliese “L’artista lavora quotidianamente alle proprie opere, privilegiando l’essenzialità compositiva e andando a costruire una sorta di caleidoscopio che cela verità universali come quelle della nascita, della vita e della morte.”La Rassegna, che sarà introdotta e presentata dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 6 febbraio.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura