Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Werther Germondari – I am not a Sex Robot

La mostra si distingue nel panorama artistico contemporaneo per la sua audace fusione tra tecnologia digitale e rappresentazione erotica. Le opere in esposizione utilizzano captcha, quei piccoli test di verifica che siamo abituati a vedere online. Il captcha, acronimo di “Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart”, è generalmente impiegato per proteggere i siti web da accessi automatizzati. Nella mostra “I am not a Sex Robot”, tuttavia, questi elementi tecnologici assumono un nuovo significato, diventando strumenti per la scoperta e l’interazione con il corpo umano in forma artistica. Werther Germondari ha sfruttato il potenziale visivo dei captcha, incorporando immagini frammentate di corpi nudi e scene erotiche all’interno delle griglie. Questi frammenti, apparentemente casuali e decontestualizzati, obbligano lo spettatore a ricostruire mentalmente l’immagine completa, un processo che richiama l’atto stesso della decodifica dei captcha. Questo atto di ricostruzione non è solo un esercizio visivo, ma un’analogia con il desiderio umano di comprensione e scoperta del corpo. Le opere esposte sollevano domande importanti sull’intimità e il voyeurismo nell’era digitale. L’atto di “risolvere” un captcha per rivelare un’immagine erotica introduce una dimensione di partecipazione attiva del visitatore, che diventa complice nella scoperta di ciò che è nascosto. Questo processo richiama il concetto di desiderio voyeuristico, dove l’atto di guardare è intrinsecamente legato all’eccitazione e alla trasgressione. L’uso dei captcha, originariamente destinati a proteggere la privacy, in questo contesto si trasforma in uno strumento per esplorare e, paradossalmente, violare quella stessa privacy. L’immagine erotica, spesso oggetto di censura e controllo, viene liberata e resa accessibile attraverso un sistema di protezione digitale, creando un cortocircuito concettuale che stimola la riflessione. Dal punto di vista estetico, le opere in mostra giocano sul contrasto tra la freddezza del codice digitale e il calore delle immagini erotiche. La frammentazione visiva dei captcha, con i loro bordi netti e le loro strutture regolari, si scontra con la fluidità e la morbidezza dei corpi rappresentati. Questo dualismo visivo crea una tensione che attira e intriga lo spettatore. D’altronde la provocazione è un ovvio elemento centrale della mostra di Germondari. Utilizzare uno strumento quotidiano e apparentemente innocuo come il captcha per rivelare contenuti erotici sfida le norme sociali e i tabù sulla rappresentazione del nudo. Questo approccio invita gli spettatori a riflettere sulle loro percezioni e pregiudizi riguardo alla sessualità e alla tecnologia. “I am not a Sex Robot'” è una mostra che non solo esplora il confine tra arte e tecnologia, ma lo spinge oltre, interrogando il ruolo dell’osservatore nella fruizione dell’arte erotica. Attraverso l’uso innovativo dei captcha, gli artisti coinvolti offrono una nuova prospettiva sulla rappresentazione del corpo umano, sfidando le convenzioni e stimolando un dialogo critico sul desiderio, la privacy e la sorveglianza nell’era digitale. (Ed Mongarri)

Werther Germondari sarà presente, con parte delle opere dello stesso progetto, anche nella mostra collettiva ‘Vento del Mediterraneo – Artisti Sciroccati in A3’, alla galleria Kunst HausRot di König (Svizzera), dal 15 settembre al 6 ottobre.

Werther Germondari (Rimini, 1963) Artista visivo, performer e filmmaker, vive e lavora a Roma e in Umbria. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge dai primi anni ottanta una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali internazionali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica. Sito web: www.werthergermondari.com

Ospizio Giovani Artisti

L'OGA nasce provocatoriamente per 'ospitare' solo artisti che hanno superato i 35 anni di età, limite utilizzato spesso anche istituzionalmente per definire un giovane artista. Ad onor del vero tale regola all'OGA viene ormai spesso trasgredita, ma cercando sempre di non snaturare troppo l'ideale originario dello spazio espositivo. Le opere delle numerose mostre collettive e personali che vengono realizzate ogni anno provengono esclusivamente dalla collezione dell'Ospizio Giovani Artisti. Sono gli artisti stessi e donare i propri lavori, per poter continuare anche in futuro a realizzare mostre a tema, che si pongono come una continua riflessione sul ruolo di coinvolgimento dell'arte contemporanea e moderna nella società odierna.


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