Murakami. Jap Pop in Capri
L’esuberanza dei manga giapponesi firmati dall’artista Takashi Murakami, definito da Time il più influente rappresentante della cultura nipponica, sbarca a Capri dal 9 luglio al 31 agosto 2017.
A presentarli è la galleria Andrea Ingenito Contemporary Art che nella mostra “Murakami. Jap Pop in Capri” espone circa venti serigrafie che raccontano il percorso creativo dell’artista in cui si fonde la pittura giapponese tradizionale e la cultura pop, il fenomeno Otaku – il mito tutto nipponico dell’adolescenza – e la sua personale estetica Superflat.
Completa e contestualizza la mostra, organizzata il collaborazione con Epochè Club Art Capri, un nucleo di opere di giovani esponenti del pop giapponese il cui stile si ispira a quello del maestro nipponico.
La Pop Art rimane dunque protagonista alla galleria AICA che, dopo il successo ottenuto nel 2016 con la mostra “Andy Warhol. Summer Pop Capri”, quest’anno sceglie di puntare su Murakami.
Pupazzi, buffe caricature, fiori e disegni che sembrano cartoni animati, jellyfish eyes, colori brillanti: questi i tratti caratteristici delle opere di Murakami, artista capace di ascoltare e dare voce alle subculture del Sol Levante.
Cresciuto in una società profondamente segnata dalle conseguenze dell’attacco atomico su Hiroshima e Nagasaki – il suo mondo seppur colorato e vivace sembra essere sempre imperniato sui temi della distruzione e della morte – si discosta presto dai canoni dell’arte tradizionale per guardare al panorama degli Otaku (termine che indica il fenomeno degli appassionati in modo ossessivo di manga e anime) e dei Kawaii (carino, amorevole), espressione dei turbamenti, delle ossessioni e delle perversioni dei giapponesi nel dopoguerra.
Questa subcultura dall’immaginario consumista e feticista secondo Murakami ha saputo recuperare un segno distintivo dell’arte giapponese antica: la tradizionale bidimensionalità del periodo Edo. Dall’unione tra la bidimensionalità e l’iconografia manga, Murakami sviluppa il suo manifesto programmatico, l’estetica del Superflat (super piatto): un singolare “effetto piatto” in cui una serie di elementi cancella qualsiasi prospettiva ed ogni possibile interstizio, obbligando l’osservatore ad uno sguardo fisso e straniato.
Particolarmente significativa in tal senso è l’opera And then, and then, and then, and then, and then, esposta a Capri, il cui protagonista è l’iconico pupazzo Mr. Bob, un personaggio che segue la filosofia dell’estetica Kawaii. Secondo l’artista egli è metafora del popolo giapponese postmoderno, di una società infantile che non è stata in grado di superare il trauma che la sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale e la seguente occupazione statunitense hanno causato.
In Tokyo Tower l’artista rappresenta invece se stesso che, in un caricaturale autoritratto, osserva da lontano l’imponente torre di Tokyo, in compagnia dei suoi consueti personaggi. Un’opera dai colori accesi e pregna del linguaggio di Murakami che riesce a esprimere il disagio di una generazione attraverso il contrasto tra la vivacità del disegno e l’effetto di piattezza che sopraffà lo spettatore.
Sulla scia della comune ispirazione alla cultura e all’iconografia di massa, Murakami è spesso accostato all’icona Pop per eccellenza, Andy Warhol. Come il suo predecessore statunitense, l’artista giapponese capisce che l’arte può trasformarsi in business, e nel 1996 fonda la Hiropon Factory, oggi Kaikai Kiki Co. Ltd. È questa la sua vera creatura in cui concretizza la sua personale Filosofia del Lavoro: perfezionismo, disciplina, rigore sono finalizzate ad un’attività instancabile che lo porta a traguardi sempre più ambiziosi e a guadagni sempre più alti. Realizza cifre da capogiro sperimentando ambiti e tecniche diversissimi tra loro e captando tendenze ancora inespresse, ma vive come un monaco senza consumare nulla per sé, per continuare ad investire nella sua factory.
Sono molte le collaborazioni con noti personaggi del jet set internazionale: nel 2003, con lo stilista Marc Jacobs disegna per Louis Vuitton la borsa Cherry Blossom; nel 2008 lavora con Pharrel Williams all’opera The Simple Things; nel 2009 cura la produzione di un video musicale con Kirsten Dunst; calamite, poster, peluche, custodie per smartphone e ogni altro genere di gadget firmato da Murakami viene commercializzato con successo in gran parte del mondo annullando la differenza tra arte “alta” e arte “bassa”.