Rinasce la storica rivista Marmo di Henraux
Henraux riprende la pubblicazione della storica rivista “Marmo” e lancia il nuovo numero dopo oltre quarant’anni.
Giovedì 6 aprile presso lo showroom minotticucine di Milano, concesso in via del tutto eccezionale per l’occasione, il Presidente di Henraux Paolo Carli, l’architetto Mario Botta, Aldo Colonetti e altri ospiti illustri, sono lieti di presentare la riedizione della rivista “Marmo” che negli anni ’60 e ’70 rappresentò uno spazio privilegiato di dibattito culturale sui temi dell’architettura, dell’arte e del design, ovvero sugli ambiti in cui il marmo – materiale che in questi anni è protagonista di una straordinaria riscoperta – si declina.
Le Corbusier, Marco Dezzi Bardeschi, Josef Paul Hodin, Enzo Brunori, grandi architetti, designer e artisti di ieri, già collaboratori della rivista in quegli anni, passano un simbolico testimone ai grandi architetti, designer e artisti di oggi come Mario Botta, Gillo Dorfles, Mimmo Paladino, Craig Copeland – tra gli altri – che hanno voluto contribuire alla rinascita della pubblicazione attraverso un proprio testo o intervista.
Ideata nel 1962 da Erminio Cidonio, Amministratore Unico della società Henraux, azienda leader nel campo dell’escavazione e della lavorazione del marmo, e pubblicata in 5 numeri fino al 1971, la rivista “Marmo” è “una piattaforma di cultura moderna, non settaria, internazionale, protesa verso il futuro, nella quale possano essere presentate realizzazioni moderne di artisti, architetti e designers, in qualsiasi materiale, purché vagliate attraverso il filtro della critica d’arte e della tecnica”, come precisava Bruno Alfieri nel primo numero.
Nella nuova edizione di “Marmo”, che riparte dal numero 6 per riprendere la numerazione lasciata in sospeso, spazio è dato alla scultura, con il coinvolgimento di artisti consolidati ed emergenti – attivissima in questo senso è la Fondazione Henraux con il suo Premio Internazionale di Scultura che ha messo in luce alcuni tra i più talentuosi scultori degli ultimi anni -, all’architettura e al design con un focus particolare sull’innovazione, sui nuovi metodi di lavorazione, su nuovi progetti e prodotti innovativi, campo nel quale Henraux eccelle grazie all’uso avanguardistico della robotica affiancato a un saper fare artigianale.
La pubblicazione avrà cadenza annuale e si presenta come un oggetto da collezione, con contributi prestigiosi e con caratteristiche che si ripeteranno nel tempo per dare continuità alla collana, ma presentando al tempo stesso elementi sempre nuovi per sottolinearne l’unicità.
Il numero in uscita si avvale dei contributi di: Baldessari&Baldessari, Luca Beatrice, Marco Casamonti, Aldo Colonetti, Craig Copeland, Gillo Dorfles, Marva Griffin Wilshire, Nicola Micieli, Costantino Paolicchi, Alessandra Scappini, un’intervista di Flavio Arensi a Mimmo Paladino e un’intervista a Mario Botta.
Dichiara Paolo Carli: “La rivista Marmo ha fatto parte di un grande progetto, di una grande visione, di un’esperienza innovativa e per molti aspetti “rivoluzionaria” nell’intero comparto marmifero del secondo dopo guerra che stentava ad accogliere le innovazioni tecnologiche e i fermenti culturali che si andavano manifestando in Europa e nel mondo. Oggi ne riprendo la pubblicazione per evidenziare e confermare il valore ed il contenuto delle idee e delle proposte che la rivista aveva espresso e che costituiscono uno strumento ancora oggi valido perché proiettato nelle interpretazioni del futuro di una Henraux moderna”.
Marmo 6, così come la Fondazione Henraux, emanazione culturale di Henraux SpA, nasce dalla volontà del suo Presidente Paolo Carli di proseguire la straordinaria esperienza di Erminio Cidonio che, come Adriano Olivetti, intendeva superare la divisione tra produzione e cultura. Negli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, Cidonio realizza infatti presso gli stabilimenti di Querceta (LU) un polo internazionale di scultura, con la presenza di artisti del calibro di Henry Moore, Hans Arp, Henri Georges Adam, Isamu Nuguchi, Francois Stahly, Emile Gilioli, Georges Vantongerloo e numerosi altri che diedero vita a una stagione artistica e culturale di grande vitalità, i cui effetti perdurano ancora oggi nei laboratori e negli studi di scultura di Seravezza e di Pietrasanta.
Oggi come allora Henraux si avvale di prestigiose collaborazioni con artisti del calibro di Tony Cragg, Mikayel Ohanjanyan, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò, Park Eun Sun.