PER KIRKEBY al Museo d’arte di Mendrisio
Acclamato in tutta Europa per gli straordinari risultati raggiunti in campo artistico, Per Kirkeby è certamente uno tra i maggiori protagonisti della scena culturale scandinava del Novecento. Si è imposto come imprescindibile figura di riferimento per una generazione di artisti a partire dagli anni Sessanta fino ad oggi. Basti pensare che la sua opera è stata esposta in ampie retrospettive nei Musei di Strasburgo, Monaco, Düsseldorf, Copenaghen, Berlino, Edimburgo, Colonia, Bruxelles, Parigi e Londra.
Nato a Copenaghen nel 1938, studia e si laurea in geologia artica alla locale Università: in quest’ambito partecipa a numerose spedizioni in Groenlandia, Circolo polare artico e America centrale. Questo primo, mai abbandonato interesse scientifico, si tramuta in una continua collaborazione con il Geologisk Museum di Copenaghen culminante nella decorazione dell’atrio e dello scalone d’ingresso e nella collocazione, nel cortile d’entrata, di un frammento di meteorite portato dalla Groenlandia al termine di una spedizione. La sua formazione e l’interesse per il campo della geologia è da considerarsi fondamentale alla comprensione dell’intera sua futura produzione artistica.
L’opera artistica si sviluppa a partire dal 1962, anno in cui Kirkeby s’iscrive alla Scuola d’arte sperimentale di Copenaghen e prende parte alla loro prima mostra. Nel 1966 pubblica la sua prima raccolta di poesie e partecipa ad alcune performances con, tra gli altri, Joseph Beuys e Jörg Immendorf. In questi anni espone per la prima volta una serie di sculture e pubblica il suo primo romanzo oltre a una serie particolarmente ricca di saggi sull’arte.
Nel 1966 produce la sua prima scultura in mattoncini rossi, alla quale molte altre seguiranno lungo vari decenni. Negli anni Settanta realizza numerosi film e nel 1976 partecipa alla Biennale di Venezia, dove torna con una personale, nel 1993. Nel 1978 ottiene la cattedra all’Accademia d’arte di Karlsruhe, dove insegnerà per i successivi 10 anni. È presente a diverse edizioni di Documenta e viene nominato Membro dell’Accademia danese. Nel 1989 ottiene la cattedra alla Städelschule di Francoforte, dove insegnerà fino al 2000.
Moltissime negli anni Novanta le personali nei principali musei del mondo. Nella seconda parte del decennio inizia una particolarmente feconda collaborazione con il Teatro Reale di Copenaghen e il New York City Ballet, per i cui spettacoli crea costumi e scenografie. Collabora con Lars von Trier alla realizzazione dei titoli nei singoli capitoli del film Breaking the Waves (“Le onde del destino”).
Pubblica a getto continuo testi su grandi artisti del passato che l’hanno particolarmente interessato e coinvolto. Su tutti Turner, Friedrich, Delacroix, Cézanne, Rodin, Munch, Schwitters, Jorn. La sua conoscenza della pittura e della scultura del passato – soprattutto dell’Ottocento – è unica, straordinaria, aspetto distintivo della sua complessa personalità.
Data al 1998 la grande personale alla Tate Gallery di Londra, dove tornerà con una grande mostra nel 2009, e presso il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf. Nel 2000 realizza 8 grandi sculture in bronzo per il Parlamento di Berlino, nel 2004 porta a compimento la decorazione della rotonda presso il Museo Geologico di Copenaghen. Espone in Cina, Belgio, Norvegia. Nel 2011 viene nominato Membro della Royal Academy of Arts di Londra.
La mostra organizzata al Museo d’arte di Mendrisio, curata dal Direttore Simone Soldini, è la prima importante retrospettiva in area italiana.
Intende ripercorrere 30 anni della carriera di Per Kirkeby concentrandosi sul periodo della maturità (1983-2012), quando l’artista danese abbandona la sua posizione di rilievo nell’avanguardia artistica per inoltrarsi in un percorso esclusivamente pittorico. Un iter suggestivo, che fa dell’unità il suo punto forte.
Con 33 tele di grandi dimensioni, 30 opere su carta e 6 sculture (di cui una alta quasi 4 metri collocata nel chiostro del Museo), la mostra sintetizza buona parte del suo lavoro. Dei vari aspetti della sua poliedrica produzione (che lo vede attivo in veste di pittore, geologo, poeta, scultore, creatore di luoghi architettonici, scrittore d’arte, uomo di teatro e cinema) il Museo d’arte di Mendrisio intende favorire quella personale stagione lirico-informale, strettamente legata ai paesaggi esplorati durante i suoi lunghi viaggi e caratterizzata da impressionanti dipinti di grande formato, che Kirkeby sviluppa – in una ricerca ininterrotta fino alle ultime opere del 2012 – dopo essere stato tra i protagonisti delle nuove tendenze espressive degli anni Settanta unitamente a Gerhard Richter, Sigmar Polke, A.R.Penck, Markus Lüpertz, Georg Baselitz e dopo un forte interesse per l’arte minimalista e un iniziale avvicinamento a Fluxus e alla Pop Art. La svolta verso una pittura più materica e informale comincia a partire dal 1980 circa, anno che segna l’inizio di uno sviluppo costante, profondo e ragionato di un personalissimo linguaggio pittorico, fortemente ispirato dalla natura.
Accanto alle opere pittoriche si darà il giusto rilievo alla meravigliosa produzione su carta, testimonianza del Kirkeby instancabile viaggiatore ed esploratore, attraverso una scelta particolarmente attenta di acquerelli realizzati nei suggestivi paesaggi della Groenlandia, campo di ricerca dell’artista geologo dalla fine degli anni Cinquanta ai primi del 2000, e che ben sottolineano il rapporto complesso e molto intenso con l’elemento circostante.
Gli acquerelli di Kirkeby sono sì appunti di viaggio, presi duranti i soggiorni in Groenlandia, Messico, Egitto, Nuova Zelanda, ma di una qualità tale da competere a pari livello con gli altri principali capitoli della sua produzione artistica.
Oggi molte delle opere di Per Kirkeby sono custodite nelle prestigiose collezioni di alcuni dei più importanti musei internazionali, dal Metropolitan e il MOMA di New York al Centre Pompidou di Parigi e la Tate Gallery di Londra. Sue sculture si trovano in Germania, Danimarca, Spagna, Olanda, Irlanda, Scozia, Svezia e Italia.
La mostra di Mendrisio, frutto di una collaborazione con la storica Galerie Michael Werner di Berlino, la Bo Bjerggaard Galleri di Copenaghen (per la parte relativa alle opere su carta) e con il contributo della Galerie Knoell di Basilea, si configura come la prima grande mostra di Kirkeby in area italiana.