INCODEC a cura di Ivan D’Alberto, Giovanni Paolo Maria De Cerchio, Martina Lolli e Martina Sconci, prefazione Alessandra Arnò
IN-CODEC CODIFICHE E DECODIFICHE DELLA VIDEO ARTE ITALIANA
Alessandra Arnò
Che cos’è un codec? Un codec è un programma o un dispositivo che si occupa di codificare e/o
decodificare digitalmente un segnale (tipicamente audio o video) perché possa essere salvato su
un supporto di memorizzazione o richiamato per la sua lettura. Filosoficamente è
quell’opportunità che ci permette di vedere e soprattutto capire quello che altrimenti sarebbe
incomprensibile ad una prima visione. Negli anni sessanta e settanta i pionieri della video arte
italiana erano empaticamente connessi con i quanto succedeva a livello mondiale. Diversi modus
operandi ma la stessa voglia di sperimentare il mezzo, il linguaggio video e le sue potenzialità. In
seguito l’ambito di ricerca si è diversificato seguendo lo sviluppo delle nuove tecnologie negli anni
ottanta, e successivamente negli anni novanta con il cambio generazionale. Il boom dell’arte
video negli ultimi decenni è inversamente proporzionale al suo mercato e ciò ne ha successivamente
decretato il crollo. La video arte è un’arte immateriale, mutabile e nella sua fragilità nasconde la
sua potenza. Ha un supporto quasi inesistente, è un feticcio collezionabile mancato, che non
sempre attrae il compratore d’arte. Gli artisti hanno accusato il contraccolpo del mercato, e a
cavallo del nuovo millennio molti hanno deciso di usare altri media. Punto e a capo, si ricomincia.
Nuove idee, nuove sperimentazioni. Ora quella fragilità che caratterizzava l’esperienza passata è
diventata la sua forza, in un’era dove la connessione e la condivisione di contenuti dettano strategie
culturali e di mercato, la videoarte, con la sua essenza immateriale si impone sempre di più anche
oltre i confini del sistema dell’arte. Negli anni siamo stati addomesticati alla visione, e ogni giorno
passiamo ore ad osservare contenuti multimediali per lavoro, per passione o curiosità. L’opera
video ha possibilità di essere onnipresente simultaneamente sui nostri schermi e device, abituandoci
a un tipo di visione “altro”. Molte realtà in Italia stanno lavorando per diffondere la videoarte tra il
grande pubblico dentro e fuori i luoghi istituzionali. Tale impegno è assolutamente indispensabile
e apprezzabile perché attualmente, la complessità del linguaggio e le poetiche sviluppate dagli
artisti, hanno bisogno di mediatori per poter essere diffuse, fruite e soprattutto apprezzate. La
video arte italiana ha quindi bisogno di queste chiavi di lettura per essere valorizzata e collocata
nel contesto storico in cui ci troviamo. Ha bisogno di questi codec necessari per la digestione di
una delle forme artistiche più complesse e in continua evoluzione e contaminazione con altri
mezzi, ma sempre più vicina alla vera essenza immaginativa.
INCODEC
a cura di Ivan D’Alberto, Giovanni Paolo Maria De Cerchio,
Martina Lolli e Martina Sconci, prefazione Alessandra Arnò
vernissage sabato 6 dicembre ore 18.30
Angelo Bucciacchio
Mandra Cerrone
Di Bernardo Rietti Toppeta
Franco Fiorillo
Piotr Hanzelewicz
How to Cure our Soul
Bruno Imbastaro
Minus.log
Andrea Panarelli
Scacchioli – Core
Enzo Testa
Michela Tobiolo
patrocini
Comune di Penne
Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (CAPPA)
Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea dell’Aquila (MuSpAC)
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