slow art
slow art
Imparare è una facoltà interiore che non perdiamo mai. Ed è meraviglioso come evento umano oltre ad essere meravigliosa la possibilità di sentire sempre, come un’onda, l’accrescere continuo che la vita sprigiona.
Esperienza.
Slow Art movement è un delizioso e prezioso scrigno che non ha un ideale o uno statuto per distinguersi come corrente di pensiero o di pittura, scultura, ma è una facoltà interiore propria ad ogni individuo.
Parlare di slow art, praticarla e lasciarne riscoprire l’essenza è un comunicare tra gli animi di quanto importante sia ascoltare le nostre interiorità.
Riscoprire delicatamente di quanta ricchezza sia dotato ogni essere umano è sorprendente.
Recentemente, e con effetto di risonanza immediata, slow art si è sprigionato per tutto il globo coinvolgendo milioni di persone e in questa proporzione continuerà.
La comunicazione elettronica ha elargito la possibilità di essere all’unisono presenti a realizzare un progetto, di condivisione a livello globale, con l’arte, nostro peculiare modo di esprimere e raccontare sensazioni ed esperienze interiori.
Il 12 aprile p.v. si potrà aderire per gustare un’esperienza d’arte pacata e più approfondita per respirare ancora la purezza che questa nostra facoltà interiore ci dona. Ascoltarla. E condividerla.
Sabato 12 aprile in molte località del globo tutti coloro che vorranno aderire dedicheranno alcune ore della giornata all’arte. In maniera rinnovata, attenta e condivisa.
Un passo verso un ritmo decelerato nei confronti di noi stessi, del valore che sapremo ridonare ad una delle facoltà più importanti a livello evolutivo della nostra specie: creatività.
lia enne
L’invito per questo ‘voyage’ metropolitano mondiale nell’arte è per
il 12 aprile 2014 e sarà un giorno in cui potremo fare un’esperienza diversa nel guardare le opere d’arte.
La proposta è di fermarsi davanti ad un’opera e dedicare tutta la nostra attenzione a quell’opera per cinque minuti.
Lasciare fuori tutti gli altri pensieri, essere totalmente presenti, essere aperti e consapevoli lì davanti.
Non occorre avere nozioni sull’artista, sulla sua tecnica, sul periodo storico; è provare a guardare con gli stessi occhi stupiti di un bambino che vede per la prima volta quell’opera.
È anche ascoltare cosa succede dentro di noi in quei momenti; che emozioni e sentimenti arrivano? Cosa sentiamo?
Non è difficile: quell’emozione è dentro di noi e dobbiamo solo imparare ad ascoltarla.
Alla fine, chi vorrà potrà condividere con gli altri partecipanti la sua esperienza e scopriremo così come quella stessa opera abbia parlato in modo diverso ad ognuno di noi.
rita gallo
per maggiori informazioni:
http://www.artromevents.com/art_experiences.htm