Flussi vitali è il titolo della collettiva di Carli, Cucchiaroni e Silvestrini alla ex Cartiera Latina per Rome Art Week 2023.
Un ambiente, la sala Nagasawa, dove i flussi scorrono a partire dal suo riferimento a Hidetoshi Nagasawa, architetto giapponese vissuto tra il 1940 ed il 2028, che dal Giappone partì in bicicletta per arrivare a Milano e qui scoprirsi artista ed “italiano” abbastanza da decidere di restare qui per sempre.
E dove Dolores Carli, Bruna Cucchiaroni e Giuliana Silvestrini hanno trovato ciascuna la propria nota per cantare un concetto che è filosofico, è vero, ma che sta dentro tutte e tutti noi – perché è il tema del rapporto tra la vita, la morte, e le rinascite che in vari modi noi umani ricerchiamo e a volte troviamo.
Il luogo dell’Open Studio, la sala Nagasawa, è peraltro all’interno di un sito a sua volta pieno di flussi e di vita, capace come è di cambiare le proprie direzioni e le proprie finalità.
La ex Cartiera Latina, infatti, è stata la più grande fabbrica di carta del Centro e Sud Italia fino al 1986: il ricordo di quel periodo è vivo nei macchinari ora spenti e così capaci di diventare una vera e propria mostra di archeologia industriale.
Dopo la sua dismissione come fabbrica, la Cartiera è diventata spazio per teatro, passeggiate nel verde, riunioni, appunto esposizione d’arte, giochi di bambini ed incontri, oltre che sede del parco Archeologico dell’Appia Antica.
Uno spazio, cioè, dove davvero i flussi vitali si toccano, si ascoltano, si raccontano.
Dolores Carli è artista e psicoanalista junghiana: due visioni che convivono compenetrandosi, in modo tale che l’una spinge l’altra.
Carli intende i flussi vitali come scambi: scambi psichici e fisici.
L’artista li racconta alla sala Nagasawa con opere in gesso – onde bianche e continue come lo sono le emozioni mai statiche ma anzi sempre in movimento.
Ma anche con una installazione che occupa il pavimento della sala con libri disposti a disegnare un uomo – l’homo sapiens, dice Carli, in cui i flussi vitali sono quelli della cultura, del racconto, dell’espressione resa tra l’altro possibile proprio da quella carta che qui veniva prodotta.
Ed infine con una bicicletta, omaggio a Nagasawa e al suo sapere cambiare tutto senza mai smettere di essere se stesso.
Bruna Cucchiaroni, diplomata alla Scuola d’Arte Ornamentale del comune di Roma, regala ai flussi vitali alla Sala Nagasawa la sua straordinaria capacità di raccontare la vita e il lavoro degli esseri umani.
Una narrazione, quella di Cucchiaroni, che attraversa con leggerezza e insieme profondità l’idea del fluire del tempo anche tramite il lavoro dell’uomo, utilizzando la cattura dei colori di utensili e strumenti,ma anche quelli delle stratificazioni della terra tanto presenti nella sua amata Isola d’Elba.
Giuliana Silvestrini dedica la propria espressione multimediale (quadri, video, installazioni anche sonore) al tema che è la sua cifra: il fluire inarrestabile e quasi circolare dell’esistenza.
Quel che è evidente in tutto quello che Silvestrini produce è che nascita e morte sono e rimangono solo due tappe, comunque superabili ed in effetti superate tramite l’incursione in dimensioni altre, certo, ma non per questo meno reali.
Così i flussi vitali di Silvestrini alla Sala Nagasawa sono il ronzìo delle api con cui l’installazione sonora richiama alle nostre menti il fermento del lavoro ma anche della cura, il grande albero in cui le reti fanno da casa al fluire della vita, il video con le mani della madre che lavorano, continuamente, all’uncinetto.
Ma soprattutto, con quello che è il cuore dell’esposizione: il grande ritratto che giustappone il viso dell’artista a quello di sua madre.
Un gioco di somiglianze, differenze, unicità resa possibile dalla coesione – insomma, un vero flusso vitale reso tangibile nell’immagine ed evidente nel suo non potere essere interrotto, neppure dalla fine della vita come noi umani la intendiamo su questa terra.