Seconda città per abitanti del Lussemburgo, storia e cuore dell’industria siderurgica della regione caratterizzata dalla presenza di abitanti provenienti da 110 nazionalità diverse è quest’anno Capitale Europea della Cultura insieme a Kaunas (Lituania) e Novi-Sad (Serbia). Con la fine dell’industria pesante la città ha saputo reinventarsi riciclando a uso civile e culturale le importanti strutture industriali abbandonate dando un nuovo impulso all’economia locale.
Per dare il via all’anno Esch2022 della Capitale Europea della Cultura a febbraio, i visitatori della Möllerei di Esch-sur-Alzette, in Lussemburgo, un tempo punto di trasbordo e magazzino di minerale di ferro, coke e altro materiale necessario per produrre ghisa, possono ammirare la metamorfosi di un monumento alla cultura industriale materiale in uno spazio multimediale versatile.
Con questa mostra Anett Holzheid e Peter Weibel hanno curato una mostra che rende tangibile questo cambiamento di identità. Trasformato da lo ZKM da sito dell’industria pesante del 20° secolo in uno spazio espositivo del 21° secolo a Esch-Belval.
Laddove una volta tonnellate di minerali contenenti metallo venivano trasportate tramite nastri trasportatori, binari e una rampa gigantesca, le immagini del film generate digitalmente ora si dispiegano senza peso.
Dove un tempo vorticavano nubi di fine polvere di roccia, le onde sonore della musica elettronica ora si diffondono nello spazio. La mostra “Hacking Identity — Dancing Diversity” presenta l’arte dei media e giustappone l’industria pesante e la tecnologia dell’informazione. Installazioni video, proiezioni su grande schermo, opere partecipative e sculture visualizzano fenomeni di dissoluzione, proliferazione e mescolanza. Forniscono incontri seri e spensierati con sosia e avatar, icone pop del mondo dei giochi, esseri fantascientifici stravaganti e immagini speculari sorprendentemente ambigue.
La mostra racconta la storia di come le norme culturali stanno cambiando nella nostra società digitale, dove tutti online sono sia mittente che destinatario. Le identità etniche, sociali e di genere vengono rinegoziate. Nel processo, tuttavia, anche gli interessi multiformi si restringono in linee di confronto in termini di politiche identitarie. Gli artisti rappresentati in mostra intervengono nei dibattiti su identità e diversità applicando strategie di hacking in modi formalmente molto diversi. L’hacking è qui inteso come il superamento sperimentale e creativo dei vincoli sistemici, del potere sulle definizioni e sulle convenzioni culturali. Come metafora della dinamica della sovranità, “Dancing Diversity” propone uno scambio ritmico tra formazioni individuali e istituzionali di coesione sociale.
Con opere di: Kateryna Borovschi (Spagna), Ludger Brümmer (Germania), Saddie Choua (Belgio), Nadim Choufi (Libano), Danica Dakić (Germania), Margret Eicher (Germania), Thomas Feuerstein (Austria), Chiara Fumai (Italia), Christoph Girardet (Germania) & Matthias Müller (Germania), Daniel Heiss (Germania), Hanna Haaslahti (Finlandia), Délio Jasse (Italia), Marc Lee (Svizzera), Marie-Luce Nadal (Francia), formativa (Germania), Dennis Oppenheim ( USA), Wong Ping (Hong Kong), Jonathan Rescigno (Francia/Germania), rosalie (Germania), Lázaro Saavedra (Cuba), Tristan Schulze (Germania), Christa Sommerer e Laurent Mignonneau (Austria), Lu Yang (Cina), Virgilio Widrich (Austria).
La mostra è prodotta da ZKM | Center for Art and Media Karlsruhe, e curata da Anett Holzheid (ricercatore senior e consulente dello ZKM) e Peter Weibel (direttore artistico-scientifico dello ZKM).
Mostra:
Esch-sur-Alzette (Lussemburgo)
In occasione di: Esch2022: Capitale Europea della Cultura
Dal 28.02.2022 al 15.05.2022
Spazio: Ex Magazzino Möllerei