Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Andrea Recchia Rizzardi – Il volo libero della mente

Alla galleria d’arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la mostra personale di Andrea Recchia Rizzardi dal titolo “Il volo libero della mente”.
Nato a Verona, dove anche attualmente vive e lavora, Andrea Recchia Rizzardi prima ha frequentato l’Istituto d’Arte “Napoleone Nani” della sua città e quindi la Facoltà di Architettura di Venezia laureandosi nel 2004. Affascinato dall’arte e dal suo magico mondo e supportato dalla vasta cultura universitaria, l’artista veneto ha dunque iniziato un proprio e personale cammino di ricerca all’interno delle variegate tendenze contemporanee, ha frequentato gallerie e musei, nomi importanti del mondo dell’arte e del design, approfondito tecniche e tematiche fino a giungere all’attuale espressione fatta prevalentemente di segno, gesto e colore.
Un’arte, quella di Recchia Rizzardi, che non è affatto legata alla tradizione, all’imitazione del reale, ma un’arte di rottura, intesa cioè come massima libertà espressiva e creativa, come nuova interpretazione dello spazio e del tempo, processo mentale, sviluppo e prosecuzione delle più conosciute e innovative conquiste delle Avanguardie Storiche. Quella di Recchia Rizzardi, insomma, è una forma espressiva complessa al cui interno convergono e interagiscono Astrattismo Geometrico, Informale, Optical Art, Arte Povera, Pop-Art e altro ancora. Da tutto questo nasce e si sviluppa un’espressione libera ed autonoma, fresca d’invenzione, giovane e attuale, prorompente di vitalità.
A volte il nostro artista sembra voler giocare con il colore e l’intensità della luce, con l’armonia cromatica delle tinte o con le forme più disparate della geometria: altre volte, invece, traccia vere e proprie traiettorie, percorsi mentali fatti di connessioni e interruzioni, veri e propri black out della ragione.
Interessante e degno della massima attenzione anche il suo percorso espositivo fatto di mostre prestigiose tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa.Da segnalare senza dubbio la sua partecipazione alla Triennale di Roma 2014 dove ha riscosso un ampio e meritato successo. Lo stesso vale per il vasto apparato critico che accompagna tutta la sua produzione: tra i nomi più autorevoli basti citare Paolo Levi, Daniele Radini Tedeschi, Ernesto D’Orsi, Giovanni Cerri, Vittorio Sgarbi.

In questa mostra mostra piacentina, fatta di una ventina di opere (alcune anche di grandi dimensioni), l’artista veneto presenta due periodi della sua vasta produzione, il periodo delle “Gabbie” e quello delle “Traiettorie sinaptiche”. Le “Gabbie”, per Andrea Recchia Rizzardi, sono strutture della mente e del costume, dell’educazione e dell’ambiente, che finiscono per rinchiudere e imprigionare la libertà individuale e collettiva rendendola serva e succube di poteri assurdi basati solo ed esclusivamente sull’apparenza e la convenzione, la forma e l’esteriorità. Le “Traiettorie sinaptiche”, invece, stanno a rappresentare veri e propri percorsi mentali, mappe psicologiche, tracciati subcorticali e si rivestono di un alto valore simbolico: nel caos odierno, nella velocità convulsa e scomposta dei nostri giorni, anche la ragione si perde, si smarrisce, va incontro a blocchi, a black out improvvisi e imprevedibili.
Allora l’espressione di Andrea Recchia Rizzardi diventa pacata e profonda riflessione, si fa metafora della vita, specchio dell’esistenza e ci spinge a guardare oltre la realtà per trovare o ritrovare verità certe, ancoraggi forti e stabili.

Luciano Carini

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