Comincia la sua carriera facendo servizi commissionati da Andy Warhol, persino una copertina, per il leggendario “Interview Magazine”: è il più creativo dei fotografi contemporanei, che inventa scene surreali, pop, dai colori ipersaturi, con uno splendore che tracima in un nuovo barocco, dove ovviamente l’oro, in tutte le sue sfumature e varianti è protagonista. Tra i più richiesti al mondo per l’interpretazione della società contemporanea così originale e spregiudicata, David LaChapelle che nasce a Fairfield l’11 marzo del 1963, studia prima alla “North Carolina School of the Arts” e poi alla “School of the Arts” di New York. Ed è qui che stabilisce il suo studio per lavorare con “Vanity Fair”, il “New York Times Magazine”, “GQ”, “Vogue”, “Rolling Stone” e nella pubblicità; sue le campagne per marchi come Tommy Hilfiger, Schweppes, Nokia, Lavazza, Armani Jeans, Coca-Cola. La sua ricerca è continua, oltre ai servizi commissionati non smette mai di produrre opere che liberamente rappresentino la sua creatività dirompente. E a un certo punto, nel 2006 arriva il grande salto: ha l’opportunità di visitare la Cappella Sistina da solo e di fronte al capolavoro di Michelangelo succede qualcosa. David e’ profondamente credente, adora la natura, d’un tratto vorrebbe lasciare la fotografia e andare a vivere nella semplicità di una capanna. Ma tutto questo è solo un passaggio: presto torna a fotografare per dare il meglio di sé, nasce “The Deluge”, un lavoro di ispirazione biblica, cui partecipano Naomi Campbell e Michael Jackson. Non lavora più per giornali o pubblicità ma solo per la sua nuova, personale, prorompente vena artistica. La sua tecnica è impressionante. Le scene delle sue foto sono curate anche nei dettagli più insignificanti, il suo uso del colore e delle luci è magistrale.
LaChapelle è anche un regista di videoclip, è stato lui a dirigere la presentazione di “Desperate housewives”, e “Lost”. “Glitzy and gold”, il reality show di RuPaul, la più famosa drag queen del pianeta Terra, spalanca una magnificenza dorata mai vista, un kitsch sempre sotto controllo perché sempre all’insegna di un evidente gioco di acuta ironia. La gigantesca scenografia, dislocata su più piani cui partecipano una ventina di modelle, vede RuPaul al centro dello spettacolo, così ben congegnato che è anche un video di successo, in grado di richiamare una Babilonia contemporanea al servizio dell’eccesso di un mondo occidentale sempre più imprevedibile. La sua regia di videoclip creati per i più importanti cantanti è di una quantità e qualità uniche: da Britney Spears a Moby, Mariah Carey, Elton John, Jennifer Lopez, Avril Lavigne, Christina Aguilera, Gwen Stefani, Robbie Williams, Amy Winehouse e Daphne Guinness. Anche la sua carriera di ritrattista è superlativa, nella nutrita schiera di anelanti allo scatto del suo obbiettivo ci sono stati Angelina Jolie, Uma Thurman, Elizabeth Taylor, Pamela Anderson, Benicio Del Toro, Whitney Houston e tante, davvero tante altre superstar, e non si è mai limitato nell’uso del suo amato oro da neo barocco, che è anche la cifra di tanti altri lavori, sempre all’insegna di una esagerazione mai volgare perché inesorabilmente geniale.
Ma la sua idea di umiltà alla fine non è andata del tutto perduta, e in apparente contrapposizione con il suo stile fotografico vive per davvero in una fattoria alle isole Hawaii, rispettosa dell’ambiente anche nei dettagli e alimentata solo da fonti rinnovabili. Il titolo della grande mostra al Mudec di Milano, in cui sono esposte più di 90 opere, “I believe in Miracles”, non è casuale e non c’è nessuna ironia. Sostiene di credere fermamente nei miracoli. David parla con rammarico di “un’epoca nella quale ci si allontana sempre più da Dio, dalla chiesa, dalla spiritualità”, parla delle sue opere “decisamente spontanee, veri e propri atti di fede”. Il Covid ha ulteriormente accentuato la sua vocazione, ora si sente più vicino a Dio, e guarda al suo passato con uno sguardo critico, alla ricerca di una versione migliore di se stesso. Forse le aureole dorate che incoronano alcuni personaggi delle sue immagini suggeriscono la sua ambizione.
Al Mudec di Milano, LaChapelle. I Believe in Miracles, fino l’11 settembre 2022.