L’ultima edizione della Biennale Internazionale di Curitiba del 2019 svoltasi tra il 21 settembre 2019 e il 5 gennaio 2020, ha sviluppato il tema “Fronteiras em Aberto (Frontiere aperte)” coinvolgendo più di cento spazi nella città di Curitiba tra cui il prestigiosissimo Museo Oscar Niemeyer. Riconosciuta come il più grande evento di arte contemporanea in Sud America e uno dei principali eventi del circuito artistico mondiale, ha visto la partecipazione di 435 artisti provenienti da 43 paesi e ha ricevuto oltre un milione di visitatori.
In questa occasione l’artista Christian Balzano (nato a Livorno nel 1969, dove vive e lavora) ha presentato un’installazione di grandi dimensioni, totalmente realizzata in loco, durante un periodo di residenza dal titolo “SUPERNATURAL” composta da numerosi oggetti trovati nei mercatini dell’usato locali e poi successivamente ricoperti, con un lungo e sapiente lavoro manuale coadiuvato dalla moglie e la figlia. di lamine oro.
Dice l’artista < Quanto potrebbe valere oggi, e soprattutto nel futuro, l’ossigeno sul mercato globale? E come andrebbero le cose se intorno alla più grande foresta pluviale, l’Amazzonia, venissero costruiti confini per privare l’accesso anche del suo bene più grande, l’ ossigeno appunto?
Ed il patrimonio culturale di una Nazione o territorio quanto sarebbe il suo valore oggi? Queste ed altre domande sono lo spunto per una riflessione più ampia sul periodo che stiamo vivendo, sui contrasti ed i veloci cambiamenti in atto: climatici, geo-politici, religiosi, culturali e di conseguenza sociali. Ho realizzato così uno spazio completamente privo di confine, quindi di pareti, in cui tutti gli elementi nel suo interno, a partire dal pavimento, che ha la sagoma dell’Amazzonia, sono laminati in foglia oro, un minerale naturale forgiato dal tempo. Gli oggetti posti su questa superficie fanno parte di una ricerca sul territorio di Curitiba e rappresentano la cultura e la creatività del genere umano. L’idea è quella di far sorgere nel fruitore una serie di dubbi e domande proprio sul rapporto uomo/uomo e uomo/natura. Una nuova mappa del mondo ottenuta dalla sovrapposizione dei sei continenti, in eco-pelle, e tenuti insieme da chiodi, su tavola, posto su cavalletto al centro dello spazio, aumenteranno questo cambio di prospettiva. Sul mappamondo un buco nero indica la regione dell’Amazzonia, lo stesso del pavimento, sulla quale il pubblico è invitato ad entrare e scrivere su un agenda qual’è la cosa più preziosa.>
Christian Balzano non è nuovo all’uso della lamina d’oro per l’esecuzione delle sue opere. I suoi “tori” i suoi “lampadari” riemergono da scintillanti fondi oro.
Maurizio Vanni così descrive il suo lavoro < Balzano cerca una rivelazione allusiva della realtà, intesa come imperativo esistenziale, che permetta al fruitore di scegliere, facendolo sentire così, artefice del proprio destino. Non un semplice processo cognitivo, ma un modo per avvicinarsi a quell’ipotetico mosaico di mondi probabili attraverso la simbiosi tra pensiero e azione, mente e spirito, interazione dei sensi e illusione vitale, per poter controllare lo scorrere del tempo. L’intenzione è quella di esplorare ampiamente quelle aree di esistenza che non sono state ancora completamente violate; si utilizzano nuovi mezzi di indagine per scoprire in se stessi un nuovo modo di percepire il tangibile dove passato, presente e futuro si fondono a tal punto che le loro strutture portanti non sono riconosciute.
Da un lato foglia d’oro e incisioni alludono a tempi lontani; dall’altra immagini continuamente sovrapposte, incroci organizzati e consapevoli di segno, metamorfosi iconografiche, nascite e rinascite prefigurano un incontro tra le vite universali presenti e quelle tecnologiche future, tra mondi reali e virtuali. La percezione dell’aldilà, in questo caso, diventa una scoperta profonda e cerebrale di un mondo che si rivela a noi come per la prima volta. Il potere di un tempo senza tempo, ovunque e in nessun luogo.
Quindi l’artista come un novello Re Mida trasforma in oro, il metallo più prezioso, ciò che ci circonda, ciò che dobbiamo conservare e proteggere, cioè la natura!! Il pianeta!! Il nostro habitat abituale Un segnale forte per le nuove generazioni e per tutti noi.