L’oro costituisce innanzitutto nei secoli un bene di piacere per l’umanità: come i preziosi e gioielli, che si ritrovano nella storia dall’antichità, come testimonianza di ricchezza e piacere.
L’oro costituisce poi una materia prima in economia, con importanza nel mercato e negli scambi, anche come mezzo di pagamento. Fino all’oro come bene di deposito e rifugio, nelle fasi di crisi e di sviluppo economico, a cui si guarda per il valore intrinseco che mantiene una sua stabilità anticiclica.
Ma anche l’oro appare come fondamentale elemento del gusto e anche dell’arte.
Così come, e forse proprio per il riconosciuto stabile valore nello spazio e nel tempo, l’oro è apprezzato anche per una valenza spirituale: ad esempio ed innanzitutto, obiettivo della trasformazione alchemica a partire da materiali pesanti e vili. E in questa direzione di lettura spirituale, l’oro costituisce simbolo esoterico della trasformazione interiore, immateriale, rovescio della medaglia della trasformazione materiale alchemica: in entrambi i casi simbolo potente, strumento, via e risultato spirituale di quella trasmutazione.
In YK e nella sua arte, l’oro ed il suo utilizzo è presente con tutte le diverse caratteristiche.
Sin da giovane, Klein conduce un periodo di formazione sui materiali d’arte presso un artigiano amico del padre, a Londra: un apprendistato su tele, cornici, colori e appunto utilizzo delle foglie d’oro.
Accanto al famoso blu Klein (IKB) e il rosa, l’oro diviene poi colore centrale nell’arte di Yves Klein: è l’oro materiale nobile, simbolo della trasmutazione alchemica, è la materia importante per eccellenza, ricercata nei laboratori Athanor come risultato finale a partire dai metalli pesanti e vili, a partire dalla prima materia sottile del cosmo e, unitamente alla pietra filosofale, simbolo della longevità e immortalità!
E infine l’oro, in Klein diviene prezzo dell’acquisto di Zone di Sensibilità Immateriale, che sono testimonianza appunto immateriale del pittore e del suo lavoro che si presenta sul mercato dell’arte e dello scambio con il valore più puro ed importante: l’oro che serve per acquistare la ricevuta, che testimonia la consegna della zona di sensibilità immateriale dall’artista al compratore, e oro che in parte viene ritualmente gettato nella Senna, mentre il risultato di quella opera che è la zona cioé la ricevuta viene bruciata, a indicare di nuovo il lavoro del fuoco alchemico, a trasformare in cenere il vile il pesante il materiale in fuoco e quindi in spirituale! Come nella performance rituale documentata fotogtaficamente con Klein e lo scrittore giornalista Buzzati.
E da sottolineare che con le zone di sensibilità pittorica immateriale, e con il loro prezzo d’acquisto tramite l’oro, ad esempio YK anticipa anche gli odierni NFT:
- l’opera è virtuale;
- un registro e una ricevuta attestano produzione e certificano l’acquirente;
- il prezzo è una oncia oro non denaro, come oggi le cripto valute, quell’oro alchemico obiettivo puro del processo di trasmutazione;
- ancora, anticipatrice dell’arte avanzata nell’opera e nella sua realizzazione, è la performance di bruciatura della ricevuta e il lancio di metà dell’oro ricevuto nella Senna.
Anche il tema della stesura in orizzontale dei monocromi e dell’esposizione di opere in orizzontale (il pigmento puro blu ultramarino in vasche) sarà in Klein vivo nel tempo della sua vita pensiero ed arte: come quando ripete il gesto dell’orizzontalità in Qui è lo spazio, opera che proprio con il suo oro e i fiori rosa a comporre l’alchemica trasformazione con la corona blu dell’infinito, nella performance contestuale documentata ancora una volta fotograficamente dell’artista che, vestito in classico cerimoniale cravatta nera, compie il salto e la caduta della tradizione e prassi del Judo sulla stessa opera, a indicare la continua trasformazione tra qui e ora e l’assoluto spazio ed eterno tempo e suo ritorno, in cui appunto si presenta potente il simbolo dell’oro.
E ancora, l’oro è centrale nelle sue ultime espressioni artistiche: come nei Relief Portraits, calchi di gesso dell’artista stesso e dei suoi compagni d’arte, impregnati di blu IKB e posti su tavole ricoperte d’oro, con un effetto davvero spirituale di evocazione delle figure dall’infinito puro spirituale oro. Un’opera incompiuta, quasi dedicata a ricordare l’artista stesso e la sua scuola di amici e compagni d’arte.
E sempre l’oro, con i suoi significati spirituali, è centrale nell’Ex-Voto lasciato al monastero di S. Rita e recentemente riscoperto: in un contenitore di plexiglass, si presentano i colori blu, rosa e oro, con uno scritto di invocazione dedicato a S. Rita stessa e piccoli lingotti d’oro. Santa Rita e cattolicesimo mistico a cui è devoto Klein, dietro l’educazione della zia e attraverso la lettura e filtro dell’esoterismo cristiano rosacruciana, propria di Heindel e Steiner.
In Klein insomma l”immateriale, il vuoto, l’infinito assoluto si presentano, si manifestano così nel materiale, nel contingente, tramite l’artista creativo e cerimoniere ed i suoi colori puri: il blu, di cui si impregnano i supporti, le tele le spugne i rulli, e anche attraverso proprio la purezza simbolica e di valore dell’oro.