SILVIO PASQUALINI- L’AMALASSUNTA DI PIERO
La mostra “L’Amalassunta di Piero” è la nuova esposizione di dipinti dell’artista Silvio Pasqualini, visitabile nella cornice dello Spazio Silvio Pasqualini tutti i giorni dal 15 ottobre al 30 novembre 2022.
Questo lavoro nasce in correlazione alla partecipazione dell’autore alla prossima edizione del Premio Marche, storica esposizione che si terrà al Palazzo Ducale di Urbino dal 19 Novembre.
Il focus delle opere è un’indagine spazio-temporale che parte dai luoghi d’origine di Pasqualini: le Marche, terra ricca di tradizioni artistiche, solcate da tracce iconiche diventate i punti cardinali della sua ricerca artistica.
Questa esposizione veneziana è dettata dalla necessità dell’artista di operare un affondo più scientifico in questa visione del tempo e dello spazio, affinché sia di supporto e completamento all’esposizione di Urbino.
“L’Amalassunta di Piero” è un ciclo di dipinti che nasce da un incontro, un cortocircuito, una scintilla imprevedibile che, come racconta Pasqualini, è scattata con la visione e l’interiorizzazione di autori della storia dell’arte della sua terra che hanno segnato la sua formazione artistica e ne hanno influenzato la produzione.
In primis Piero della Francesca, che per Pasqualini diventa semplicemente “Piero” quasi fosse un caro appartenente alle sue origini, è l’artista per lui centrale e fondativo.
Umanista che ha apportato una vera e propria rivoluzione nell’arte, Piero della Francesca con il rigore della sua ricerca prospettica ha influenzato l’estetica e il pensiero rinascimentale. Da lui Silvio Pasqualini trae la razionalità, la monumentale plasticità e geometria delle forme disposte nello spazio.
L’aspetto più lirico e poetico invece, Pasqualini lo carpisce dal marchigiano Osvaldo Licini, uno dei principali astrattisti italiani del primo Novecento del quale trova estremamente affascinanti e significative le ricorrenti versioni delle “Amalassunte”.
Un soggetto spesso considerato misterioso nella produzione di Licini, queste figure femminili incarnano la personificazione di sentimenti a lui cari quali la malinconia e le sensazioni tipiche dei sognatori, rappresentate con figure sintetiche che fluttuano in grandi campiture di colore.
Silvio Pasqualini vede la scintilla, sente il cortocircuito di cui tanto parla quando un giorno vede una piccola Amalassunta di Licini accostata ad un grande quadro di Jean-Paul Riopelle. Il confronto, nonostante la sproporzione delle misure, fa emergere ancor di più tutta la potenza di significato l’opera di Licini.
Da quel momento Pasqualini inizia a produrre le sue Amalassunte, opere che sono il frutto di un incontro reso possibile proprio dall’intuizione concettuale dell’artista: egli pesca dal suo alfabeto visivo quei rimandi alle sue origini artistiche, costruisce una sua grammatica e proietta in avanti queste figure che, richiamano a “Piero” nella struttura e nella grandezza, si slanciano in un fantastico incontro astratto e spirituale con i temi e i colori di Licini, per infine essere rielaborate nella forma grazie all’interiorizzazione personale di Pasqualini.
“L’arte è sempre stata così – afferma l’autore – nasce da un incidente, un cortocircuito inatteso e imprevedibile per poter infrangere i limiti. Sta all’artista il compito di accorgersene, capirne la sintassi e costruire una nuova grammatica per poter proiettare in avanti la sua opera artistica e poetica.”