Rassegna Altre Visioni – Luciano Strollo “Momenti”
Incontro Luciano Strollo a casa sua dove ha anche lo studio, dove realizza le sue opere improntate al figurativo e ultimamente anche al paesaggistico, vista l’opportunità di affacciata che ha e che gli rimanda quella “ cuvette blue” dalla definizione di una nobile russa che abitava nella Villa Lucia, che per lui invece incarna la “montagna” con lo scorcio di città che digrada verso il mare dalla collina. La sua pittura coglie in maniera istintiva, la connotazione di una “rivisitazione” di momenti e sensazioni belle della quotidianità, dalle tavole in terrazzo con gli amici ai ritratti più intimi, con la moglie sul divano, o dei suoi genitori giovani su uno stabilimento balneare, e li definisce con la stessa passione e dedizione di un padre con i propri figliuoli, andando a ricercarne l’aspetto ”più sentito”, se parenti, ma anche nelle prime opere dedicate a violinisti famosi. Una casa dove le sue opere sono a corredo di un sentimento che condivide con la moglie, gentile e discreta, ma con negli occhi l’amore per l’uomo che assapora le emozioni dei colori e che li regala ai momenti di vita vissuta, anche quando si tratta di piccoli bimbi armati, specchio di una società brutta, e cinica, che si può contrastare denunciando per immagini. Ma devo sottolineare un aspetto della pittura di Luciano Strollo che mi ha colpito da subito: l’ironico rappresentarsi senza il peso di doversi piacere, ma soprattutto con la ricerca mai forzata di un modello quale Freud, del quale riporta una tensione cromatica nei carnati, senza esserne schiavo, ma ottenendo un personale intendimento che in pittura si traduce con una interpretazione, ed è pur sempre quello che dovrebbero fare gli artisti tutti. Una nuova visione si affaccia sulle vedute, che in linea con la lunghissima tradizione della città, di essere modella e musa per migliaia di artisti, ammaliati dalla sua struggente bellezza, con colori che solo l’espressione più alta della creazione divina hanno saputo regalare al golfo incantato, di notte alla luce lunare, oppure di giorno nei colori primi delle forze naturali che gli scorci napoletani sanno avere. Luciano sperimenta pennelli e spatole, per una cromia che accolga anche un maggior dinamismo materico, che soddisfa l’esigenza di una nuova fase, dove l’artista è in via di definizione con una nuova linea produttiva. Le sue opere sono fresche e immediate, senza concetti distorti, o profondi significati reconditi, sono come detto, momenti di vita, nella loro affermazione di verità vissuta, e che Luciano compie come memore di un sentimento profondo di bellezza e di riconoscenza verso la vita stessa. Un compendio di cromie istintive che nelle vedute sono quelle naturali che l’artista media, con soluzioni di maggior incisività e che permettono alle sue opere di essere immediate, vere, naturali e dove ognuno può ritrovarsi, come tante volte già successo nel guardare la Napoli che si ama da una balconata o una affacciata, che ce la presenta con le migliaia di case, finestre, cupole, strade e viuzze che dall’alto della mezza costa, offrono uno scorcio unico. Una pittura incentrata sulla ricerca costante del personale miglioramento dell’artista che con la naturalità con cui suona, trova anche immancabile il dipingere nelle sue giornate connotate dall’ospedale per la sua professione di medico. Una personale che pone quindi l’accento, sulle serate tra amici, nelle viuzze del centro ad ascoltare un musicista di strada, ma anche a rendere propria e personale la punizione di Maradona contro la Juventus al San Paolo. Godibile e da vedere per accoglierne l’ironica bellezza mai forzata, ma condita dai momenti di una vita, tra ricordi emozionanti e visioni sognate e vissute.
Gianni Nappa
5/02/2016