Mauro Capitani – I colori dell’esistere
Alla galleria d’arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore18, la mostra personale di Mauro Capitani dal titolo “I colori dell’esistere”.
Nato a San Giovanni Valdarno (Arezzo), Mauro Capitani è ormai un artista affermato con alle spalle un ampio e articolato curriculum espositivo ed un rilevante apparato critico fatto di saggi, interviste e volumi monografici con le firme più autorevoli del panorama artistico contemporaneo. Tra queste numerose pubblicazioni, mi sembra doveroso segnalare l’imponente monografia “Mauro Capitani-sulle rotte del mio tempo” curata da Giovanni Faccenda nella collana “Artisti italiani del Secondo Novecento” con l’adesione del Ministero dei Beni e Attività Culturali e presentata ufficialmente a Firenze dal Prof. Antonio Paolucci e poi, nel 2013, la copertina dell’Annuario Mondadori con un esplosivo “toro su fondo rosso”, pubblicazione, questa, che lo pone indiscutibilmente tra i protagonisti della pittura italiana del nostro tempo. Un nome, dunque, di indubbio rilievo nazionale e internazionale e già ben conosciuto da appassionati, collezionisti ed esperti del settore.
Il mio incontro con il suo mondo pittorico è invece avvenuto nel corso di un evento collaterale della 56° Biennale d’arte di Venezia dove ero stato chiamato per la presentazione. Per l’occasione Capitani aveva inviato un bellissimo dipinto ispirato alla sua Valdarno. Sono stato colpito dalla materia cromatica viva e palpitante, dal gesto libero e sicuro, ma, soprattutto, dal forte lirismo e dalla chiara ed evidente carica emotiva che proveniva da quel quadro. Il resto è venuto da sé. In seguito, gradualmente, sono poi entrato nella sua espressione, ho recepito la sua poetica, il suo modo di essere artista e di concepire la vita e l’esistenza. Così, in modo quasi automatico, mi sono sentito come catapultato nel mio passato e il pensiero è corso improvviso ai cari amici di “Corrente”, a Cassinari, Morlotti, Sassu, Migneco ecc. non tanto per affinità di pittura, ma piuttosto per affinità di intenti e per quel modo, tutto speciale, di intendere l’arte basato non solo sull’invenzione e la creatività, ma anche sul lavoro, la conoscenza e il mestiere, sulla capacità di descrivere emozioni e sentimenti e di raccontare la realtà con la solida preparazione accademica e la vissuta esperienza. E forse è proprio per tutti questi motivi che il nostro artista, pur nella complessità della sua espressione, non si è mai allontanato del tutto, nemmeno nei momenti di massima libertà espressiva, dal “figurativo”, dalla concretezza del reale e e dal quel senso di verità che è cuore e sostanza della grande pittura. Espressione intensa e sentita, quella di Mauro Capitani, mai ripetitiva, mai insistita sugli stessi soggetti, ma sempre diversa, sempre stupefacente, a volte addirittura imprevedibile. Un’espressione che procede per cicli o tematiche e che liberamente spazia dalla figura al paesaggio, dal sacro alle composizioni, dal fantastico al geometrico in un mutamento continuo, quasi un ritmo musicale che è anche, e soprattutto, ritmo vitale, un modo di intendere e concepire l’attimo stesso dell’esistere. Espressione intensa, dicevo appena sopra, perché capace di superare la semplice descrizione ed entrare con decisione dentro le cose fino a carpirne l’anima e l’essenza, perché capace di andare oltre il visibile per rappresentare non tanto e non solo ciò che l’occhio vede (visione retinica), ma piuttosto ciò che il cuore vive e sente. Pittura tutta d’emozione e basata su tre elementi fondamentali: colore, gesto e materia con il prezioso e insostituibile supporto della luce: una luce intensa e profonda e tutta interna al dipinto perché proveniente dalla materia stessa, dal pigmento pittorico, dalle sapienti gradazioni tonali che l’artista riesce ad ottenere. Ma, senza dubbio, è il colore la caratteristica fondamentale di questo artista. Un colore che a volte appare in tutta la sua forza e vitalità (steso con foga espressionistica), quasi un’esplosione di tinte che invade la tela dipanandosi in mille rivoli, in riflessi cangianti e raffinate sfumature; altre volte, invece, sembra come placarsi per dare spazio a timidi bianchi e delicate terre che si coprono di rugosità e avvallamenti, di lacerazioni e ferite a dare il senso delle problematiche umane ed esistenziali.
“I colori dell’esistere” dunque, perché Mauro Capitani con le sue opere e i suoi colori racconta la vita, dipinge l’esistenza.
La rassegna, che sarà presentata dal critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 25 febbraio.