Le Donne e il Cielo
LUBKA CIBULOVA’
Esponente di una nuova generazione di donne artiste. Guardare le opere di Lubka Cibulovà, è come passare attraverso un album d’illustrazioni, o come se si guardasse un paesaggio in movimento. Si dovrebbe trarre l’impressione che la sua formazione artistica non è una progressione lineare e cumulativa di tecniche conoscitive. Il suo patrimonio è piuttosto una raccolta di abiti concettuali, di modelli comportamentali, di condotte operative che sorgono dalla forma della sua vita e sono la sua espressione. Fare arte per Lubka significa rendere oggettiva la sua esperienza del mondo, trasformando la successione di singoli momenti in qualcosa di visivo, testuale o musicale. L’arte per lei è una sorta di commento alla sua vita. Lubka Cibulova’ ha il suo studio di Roma come un negozio di un rigattiere. Da sempre raccoglie cose di ogni tipo e provenienza, da gingilli a ninnoli, coprendo l’intero universo della sua immaginativa. Il numero e la varietà degli oggetti adoperati nelle sue opere intendono sottolineare come la sua storia non può essere che frammentaria. Sebbene molti linguaggi consentano di mescolare sistemi di segni eterogenei, questo porta inevitabilmente a diagnosticare una profonda crisi della pittura. Diversamente da quella di tanti suoi colleghi, la pittura di Lubka, a dispetto della complessità strutturale, non presenta alcun tipo di analisi sulla natura di questa crisi. La sua forza, infatti, è l’ambiguità. Ampie parti delle tele rimangono spesso vuote, mentre gli altri punti la figurazione abbonda. I richiami all’arte astratta, il problema del rapporto figura sfondo, i patterns, sono combinati con elementi di carattere narrativo. I lavori più recenti presentano un carattere interdisciplinare, fa dialogare tra loro mezzi artistici diversi, quali la pittura, la fotografia, il disegno e piccoli oggetti quotidiani. Inoltre, infrange tabù e clichè con spirito ironico e un certo gusto kitsch. Tutti questi fattori compongono un eclettico universo visivo, una sorta di collage ornamentale esumato da stili perduti e obsoleti. Claudio Vagnoni