Home-Less
Home-Less raggruppa una serie di artisti che hanno fatto del nomadismo e dell’improvvisazione oltre che una scelta di vita anche una pratica artistica.
J.L.Nancy li definisce “En passant” chi non ha un luogo fisso ed abita ovunque. Caratteristica comune di questa tipologia di persone ‘senza-casa’ è il rapporto con l’oggetto, oggetto che portano sempre con se nei loro viaggi, elemento di connessione tra presente e passato, pezzo di memoria solidificata, feticcio, in quell’oggetto risiede la propria casa.
L’oggetto diventa la chiave per entrare in un luogo e in una dimensione altra, e l’assemblaggio di oggetti diversi è per questi artisti come costruire un dialogo dove la parola si fa immagine scultorea, installazione.
Laurent Faulon realizza in mostra degli stendardi post-capitalisti, recuperando oggetti di scarto e cospargendoli di nutella.
Stefano Canto decostruisce e riassembla le barriere di contenimento comunemente utilizzate per il controllo della folla e con voci di leader politici prese durante comizi pubblici crea uno stato di caos.
I Parasite2.0 presentano una installazione che si ispira alla “Mammoth Bones House”, abitazione del 20.000 d.c. costruita in ossa.
Delphine Reist posiziona nello spazio espositivo inquietanti sacchi da viaggio contenenti corpi in movimento.
Ed Alessandra Eramo realizzerà una performance/installazione intorno al tema delle radici basandosi sulle registrazioni delle voci di italiani emigrati all’estero.
L’insieme dei lavori restituisce un quadro complesso e controverso della nostra società, ogni artista sembra essere riuscito a coglierne un aspetto diverso e a darne una interpretazione scevra di retorica.