Extra Moenia – G. Colombo, M. Grazzini, A. Tonazzini
“EXTRA MOENIA” Antologia del costruito di una famiglia romana 1927 – 1977
“Tutt’intorno s’alzavano impalcature e casamenti in costruzione, e grandi prati, depositi di rottami, terreni fabbricabili; da lontano, forse dalla Marranella, dietro il Pigneto, si sentiva giungere la voce d’un grammofono ingrossata dall’alto parlante…” (Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita, 1955)
L’immagine di una città in trasformazione, piena di nuovi cantieri che sorgono in quella che fino a poco prima era stata la campagna romana, è il paesaggio in cui tra gli anni ‘30 e gli anni ‘70 si colloca l’attività di molti costruttori romani.
L’installazione “Extra Moenia”, presentata dal gruppo di architetti composto da Giorgia Colombo, Michele Grazzini e Andrea Tonazzini presso Mesia Space, parte dalla narrazione della vicenda dei fabbricati costruiti dalla famiglia Colombo per estendersi ad una riflessione più generale sullo spazio posto al di fuori dalle mura storiche.
Extra moenia sono la quasi totalità dei ventisei casi studio analizzati e realizzati dalla ditta di costruzioni Colombo, inizialmente guidata da Alcide durante il periodo antecedente la seconda guerra mondiale e poi presa in mano dai figli Fausto, Carlo e Sergio nel dopoguerra. Essi operano nell’ambito della periferia romana in un periodo di forte crisi e richiesta abitativa, confrontandosi principalmente con la tipologia residenziale, declinata come villa, palazzina o fabbricato intensivo. Nell’ambito di un contesto molteplice, spesso caotico e privo di modelli di riferimento storicizzati, si attengono sempre ad una coerenza interna dettata dal fare bene nella semplicità di una realtà a conduzione familiare.
Ugualmente extra moenia è il campo d’indagine su cui si concentra il gruppo di architetti per l’allestimento. Ponendosi in dialettica con le possenti mura aureliane che si stagliano di fronte alla vetrina, limite di un’intra moenia inteso come spazio della cristallizzazione, l’installazione si colloca, con un gesto netto ed indipendente, nello spazio al di fuori, il luogo delle possibilità, del cambiamento e della contraddizione. Il dispositivo utilizzato è un muro, una diagonale di 675 mattoni pieni che determina l’uso dello spazio, lo fraziona e lo mette in discussione uscendo dai limiti del cubo-vetrina per proiettarsi all’interno dello studio. Il muro è anche inteso come momento costruttivo e insieme al ponteggio ligneo, che fa da perno e fuoco prospettico alla lunga fila di mattoni, astrae la complessità delle fasi costruttive di un oggetto e svela gli elementi che lo compongono nella loro autenticità materica. Questi due momenti, la narrazione storica e quella installativa, dialogano tra loro mediante un linguaggio di assonanze materiche e formali e, seppur frutto di percorsi differenti, riassumono entrambi una ricerca spaziale coerente con il contesto ed esprimono la profonda passione per il lavoro di due diverse generazioni.
Giorgia Colombo Architetto e Grazzini Tonazzini (Michele Grazzini e Andrea Tonazzini), sono due atelier di progettazione che attualmente collaborano tra Roma e la toscana. L’attività professionale include edifici pubblici e privati di carattere residenziale, culturale, didattico e sacro per cui gli studi sono stati premiati in concorsi nazionali e internazionali.
Giorgia Colombo ha studiato Architettura all’Università di Roma Tre, al Politecnico di Milano e all’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture La Villette di Parigi. Ha conseguito il Master di II livello “Museo Italia” presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha collaborato con lo studio Lamberto Rossi Associati a Milano, Allies and Morrison e Haworth Tompkins a Londra.
Michele Grazzini ha studiato Ingegneria Edile-Architettura all’Università di Pisa. Si è laureato con João Pedro Falcão de Campos, professore alla FAUTL dell’Università di Lisbona. Ha collaborato con lo studio Foster+Partners a Londra.
Andrea Tonazzini ha studiato Ingegneria Edile-Architettura all’Università di Pisa e Architettura alla FAUP dell’Università di Porto. Si è laureato con Mathias Klotz, decano dell’Università Diego Portales di Santiago del Cile. Ha collaborato con Francisco Mangado a Pamplona e John Pawson a Londra.
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