CLAUDIA GIRAUDO | INVISIBILI ALCHIMIE
Claudia Giraudo espone una decina di quadri dedicati alla sua ricerca nel mondo dell’infanzia, un’indagine che incomincia dentro sé stessa, condotta dal proprio personale Daimon, la guida che ci accompagna nel percorso vitale spronandoci a seguire ciò che è più adatto alla nostra realizzazione personale. L’Artista ha infatti deciso di vivere in solitudine in un piccolo paese dell’Astigiano, dialogando con sé stessa e la sua parte onirica, regalando a chi osserva visi di bambina e corpi di animali, in un gioco di continui rimandi che indicano il difficile e inquieto percorso dell’infanzia.
La pittura di Giraudo rimanda al Realismo magico e, se da un lato appare l’influenza pittorica rinascimentale dei maestri italiani, che restituisce un contesto di grande realismo, dall’altro si creano situazioni che raffigurano una visione della realtà sospesa nel mondo onirico. L’Artista attinge continuamente nel suo mondo interiore, forse per un senso di disillusione verso una certa realtà contemporanea, tendendo quasi a evaderne. Il Realismo magico cerca lo stupore, la meraviglia, il trovare sensazioni che scavalchino il mondo ordinario per crearne di nuovi e imprevedibili.
«Per Giraudo dipingere è un bisogno primario, il pane e l’acqua dell’esistere, e la sua è una pittura di alta perfezione tecnica in continuo divenire, mutevole come la vita umana, continuamente cangiante, similmente ai colori della libellula o del camaleonte. Sono vite in boccio quelle che Claudia sceglie di rappresentare, bambine e bambini colti nella loro bellezza primordiale, prima che l’avanzare dell’età mostri la differenza di genere, ritratti in cui lo sguardo si perde in lontananza o si riflette all’interno, in una meditazione forse consapevole o nella ricerca del proprio Daimon», si legge nel testo introduttivo alla mostra.
«Le bambine e i bambini dei quadri di Claudia Giraudo, seguiti dal loro Daimon come nel romanzo “La bussola d’oro” di Philip Pullman, in realtà non esistono, non sono ritratti di persone reali ma archetipi, volti e corpi inventati che si ripetono all’infinito, con i loro sguardi sul mondo, il nostro mondo, fatto soprattutto di cose materiali, lontano dall’ “invisibile” che l’Artista vuole rappresentare. Il ripetersi di caratteristiche somatiche, come i capelli rossi o le efelidi, sono un riflesso dell’inconscio, un segno istintivo, “di pancia”, che Claudia esalta da sempre, assieme alla continua ricerca di animali-medicina, gli spiriti della Natura invocati dai nativi americani, totem arcaici in grado di guidare le nostre azioni per l’intera vita».
L’Artista sarà presente al Vernissage aperto al pubblico che si terrà SABATO 11 NOVEMBRE h 11 – 13 nella sede principale di Viale Sant’Antonio 59/61 a Varese. La Galleria rimarrà poi regolarmente aperta dalle 14 alle 17.
Un CATALOGO BILINGUE con la riproduzione delle opere esposte e il testo critico sarà realizzato da PUNTO SULL’ARTE.
La mostra resterà aperta fino al 23 Dicembre 2023.
CLAUDIA GIRAUDO nasce nel 1974 a Torino. Si laurea nel 2001 con il massimo dei voti presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, sotto la guida di Franco Fanelli. Intraprende il suo percorso di ricerca nell’ambito della pittura figurativa formandosi attraverso lo studio delle opere dei Maestri Rinascimentali e Nordeuropei; questo background emerge sia nella tecnica che nella scelta dei soggetti, pur mantenendo la sua personale cifra stilistica. Espone con frequenza in fiere d’arte, gallerie private e in luoghi istituzionali pubblici, tra cui si segnalano il Museo Nazionale Etrusco Villa Giulia e il Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese a Roma, il Polo del 900 a Torino, il Museo Ebraico a Bologna, The Artist House a Tel Aviv e il Museo Casa del Conte Verde a Rivoli. Le sue opere si trovano anche in collezioni permanenti e acquisizioni museali nazionali e internazionali, tra cui l’Harmony Art Foundation di Mumbai (India), il Museo Macist di Biella, il Museo Eusebio di Alba (Cn), la Sala del Consiglio di Bossolasco (Cn) e il Museo Civico di Bevagna (Pg). Da PUNTO SULL’ARTE ha partecipato a numerose mostre collettive come “Fun 4 Kids” (2022) e dal 2016 partecipa alla rassegna “<20 15×15 / 20×20”. Tra le mostre personali presso la Galleria varesina si ricordano “Daimon” (2016), “L’età dell’Innocenza” (2018) e “A Kind of Magic” (2020). Vive e lavora in un piccolo paese dell’Astigiano.