Cesare Paolantonio – Ai Confini del Reale
Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
Via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
Cell: 348-8703060
E mail: studio.c.immagine@gmail.com
Alla Galleria d’Arte Contemporanea “Studio C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato 28 ottobre, alle ore 18, la mostra personale postuma di Cesare Paolantonio dal suggestivo titolo “ Ai confini del Reale”.
Ritorna dunque a Piacenza, Cesare Paolantonio, e vi ritorna dopo le straordinarie, indimenticabili mostre personali qui tenute nel 2016 e nel 2018, dopo l’indiscutibile successo e interesse suscitato presso appassionati, operatori e collezionisti che nelle sue opere e tematiche hanno ritrovato elementi di grande attualità e di elevato dibattito culturale.
Cesare Paolantonio nasce a Monza nel 1937. Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico di Milano frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera sotto l’abile guida di Aldo Carpi e quindi un corso di specializzazione di Incisione all’acquaforte a Venezia. In seguito approfondisce i suoi studi e le sue ricerche pittoriche frequentando gli studi di Bruno Mantovani e Luigi Filocamo. Per aumentare ulteriormente le sue conoscenze in campo artistico visita diverse città europee finchè, nel 1955, inizia a dipingere in proprio aprendo il suo primo studio a Sesto San Giovanni. In seguito si trasferisce a Milano dove prosegue la sua intensa attività di artista. Tiene mostre in spazi prestigiosi di tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa e poi, dal 1981 al 1999 diventa collaboratore artistico de “Il Sole 24 ore” per l’inserto domenicale. Numerose anche le edizioni letterarie che, nel tempo, sono state arricchite con immagini dei suoi lavori. Negli ultimi anni si trasferisce a Gromo, provincia di Bergamo, in alta Val Seriana, dove continua la sua attività. Qui, nella quiete della montagna bergamasca, si spegne il 3 agosto 2015.
Espressione intensa e sentita, quella di Cesare Paolantonio, sostenuta sempre da grande rigore e grande cultura, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle Avanguardie Storiche ossia di quei movimenti che, tra l’inizio del secolo e la seconda guerra mondiale, hanno profondamente modificato tutto il percorso dell’arte: il nostro pensiero va senza dubbio al Surrealismo e alla Metafisica senza tuttavia dimenticare L’Espressionismo,quello di matrice tedesca, duro e impietoso, con i suoi drammatici personaggi consunti dal tempo e dalla vita, dalla paura e dal dolore. Ebbene, da tutto questo prezioso bagaglio culturale, Cesare ha saputo trarre un linguaggio ed un alfabeto pittorico completamente autonomo e personale, una cifra stilistica che è solo ed esclusivamente sua, ha saputo affrancarsi da tutto e da tutti per essere solo e soltanto se stesso.
Pittura forte e potente, autentica e severa, fatta di cuore, sentimento e ragione e talmente sintetica ed essenziale da rasentare, in certe occasioni, l’espressione Astratta.
Nelle sue opere c’è sempre una messa in posa immaginifica di pensieri, memorie e riflessioni che, partendo dal “sé” e dalla propria realtà, si dipana poi, gradualmente, alla metafora e alla simbologia facendosi patrimonio generale di tutti coloro che entrano in contatto con la sua arte. Così anche i richiami realistici e/o figurativi che l’artista rimanda sulla tela, si rivestono di una dimensione silente ed onirica e si arricchiscono di una dimensione racchiusa tra silenzi metafisici e ambiguità surreali in un delicato e perfetto equilibrio formale. E non c’è mai compiacimento estetico nella sua espressione, perché ogni cosa che il suo occhio vede e la sua mente percepisce, diventa immediatamente trascrizione simbolica, visione sintetizzata e radiografata fino all’essenza, diventa insomma racconto intimo e profondo che chiede, a chi osserva, non solo uno sguardo veloce e superficiale, ma riflessione e compartecipazione. Ci sono poi, nell’espressione di questo bravissimo artista, straordinarie ed intriganti evanescenze, lente e graduali dissolvenze delle immagini, diafane e rarefatte trasparenze che non sono per nulla casuali o involontarie, ma che rappresentano, invece, la ferma e precisa volontà dell’artista di essere e stare sempre dalla parte della pittura, di viverla e praticarla in ogni attimo e in ogni momento seguendone fasi e mutamenti. Così il reale che Paolantonio propone a chi osserva i suoi quadri non è solo quello descritto e rappresentato, ma anche, e soprattutto, quello indagato, evocato, capovolto. Allora possiamo veramente affermare che nelle opere di questo artista vive un presente senza tempo, dove tutto sembra scenograficamente in posa e dove tutto è anche simultaneamente in movimento trasportato dall’onda magica della fantasia e del pensiero.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 9 novembre.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura