Alessio Averone -Viaggio nell’inafferrabile ambiguità del Re
Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
Via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
Cell: 348-8703060
E mail: studio.c.immagine@gmail.com
MOSTRA PERSONALE DI ALESSIO AVERONE
LUCE, FORMA, COLORE – VIAGGIO NELL’INAFFERRABILE AMBIGUITA’ DEL REALE
Alla Galleria d’Arte Contemporanea “STUDIO C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato 27 maggio, alle ore 18, la mostra personale di Alessio Averone dal titolo “Luce, Forma, Colore – Viaggio nell’inafferrabile ambiguità del Reale”. Nato a Vercelli, dove anche oggi vive e lavora, Alessio Averone sin dall’infanzia ha mostrato una forte inclinazione artistica, sia musicale che pittorica. Ancora giovanissimo, ha conseguito con il massimo dei voti il diploma di pianoforte presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino e successivamente quello di perfezionamento pianistico presso l’Accademia “Lorenzo Perosi” di Biella.
Musica e pittura, un binomio perfetto e quasi inscindibile come giustamente ha fatto notare il grande Kandinskij nel suo Trattato di Estetica dal titolo “Lo Spirituale nell’Arte”. Anche i colori, infatti, hanno una voce, un tono e una loro intrinseca musicalità, basta saperla distinguere e ascoltare: “Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde”. E così il nostro Alessio, con costanza e determinazione, decide di intraprende pure l’attività pittorica raggiungendo, in breve tempo, risultati davvero unici e straordinari.
Espressione intensa e sentita, questa di Averone, sostenuta sempre da grande rigore e grande cultura, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle Avanguardie Storiche, ossia di quei movimenti che tra l’inizio del secolo e la seconda guerra mondiale, hanno profondamente modificato tutto il percorso dell’arte e il nostro pensiero va senza dubbio al Surrealismo e alla Metafisica senza tuttavia dimenticare L’Espressionismo, quello di matrice tedesca, con i suoi drammatici personaggi consunti dal tempo e dalla vita, dalla paura e dal dolore. Ebbene, da tutto questo prezioso bagaglio culturale, Alessio Averone ha saputo trarre un linguaggio ed un alfabeto pittorico completamente autonomo e personale, una cifra stilistica che è solo ed esclusivamente sua, ha saputo affrancarsi da tutto e da tutti per essere solo e soltanto se stesso. Ci sono poi, nell’espressione di questo bravissimo artista, straordinarie ed intriganti evanescenze, lente e graduali dissolvenze delle immagini, diafane e rarefatte trasparenze che non sono per nulla casuali o involontarie, ma che rappresentano, invece, la ferma e precisa volontà dell’artista di essere e stare sempre dalla parte della pittura, di viverla e praticarla in ogni attimo e in ogni momento seguendone fasi e mutamenti. Così, sulle luminose pareti della galleria sfilano, una ad una, le immagini di Averone e sono computers, fili catodici, scenari fantastici e irreali, scenografiche visioni dove la realtà si confonde con il sogno e la visione artificiale.
Complesso e affascinante il suo linguaggio espressivo, un insieme di Metafisica e Surrealismo (Metasurrealismo) dove cose, persone ed oggetti vengono accostati in modo insolito e calati in una dimensione silente, irreale, sospesa e al di fuori del tempo e dello spazio. Così il reale che Averone propone a chi osserva i suoi quadri non è solo quello descritto e rappresentato, ma anche, e soprattutto, quello indagato, evocato, capovolto. I suoi paesaggi, assorti e silenti, ci offrono così l’immagine di una realtà trasfigurata che diventa visione interiore, viaggio nell’anima e nella coscienza mentre le sue figure si mostrano in tutta la loro vulnerabilità e fragilità. Sono, quasi sempre, esseri in balia del destino che, negli atteggiamenti e nelle pose, riflettono l’attuale stato dei rapporti sociali, lo scompenso sempre più evidente tra l’apparente, ostentata sicurezza e quel senso di inspiegabile paura che si nasconde dietro di essa. Quelle di Alessio Averone sono, insomma, figure e persone del nostro tempo e della nostra quotidianità che, sapientemente descritte e interpretate, mostrano all’attento visitatore, il loro corpo e la loro anima. In ogni opera di questo nostro artista si rivela sempre, con grande spontaneità e naturalezza, il rapporto tra l’esterno e l’interno, tra il dentro e il fuori, tra l’essere e l’apparire. Ma soprattutto, a ben guardare, esse rimandano la nostra attenzione e il nostro pensiero a quel vuoto persistente e misterioso che la velocità e la frenesia dei nostri giorni non riescono più a colmare.
Pittura forte e potente, fatta di cuore, sentimento e ragione che ultimamente si è fatta ancora più intima e psicologica, più rivolta al sociale e all’interiorità. Ora più che mai le sue opere si sono fatte messaggio urgente e pressante per uscire dalla generale omologazione, dalla superficialità dell’odierna comunicazione e dalle mode dilaganti che propongono modelli e stili di vita. Con le sue opere Alessio Averone ci invita dunque a ritrovare in pieno la nostra autonomia e personalità, la nostra vera ed autentica libertà per esprimere fino in fondo il nostro pensiero e le nostre riflessioni.
La Rassegna, che chiuderà l’8 giugno, sarà illustrata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura