Stigmate Night: body art estrema al Closer di Roma
Giovedì 20 novembre a partire dalle 20,00
al Closer – Via Vacuna, 98, 00157 Roma
Performance di body art estrema + Video proiezioni + Esposizione + Dj set + Buffet
Performance: Tiger Orchid + Ezio Bloody Cirkus + Betty LaHaine + Gi Gio e Hisham
Video Proiezione:cortometraggio “Alla Luce Muta Amata” di Andrea Scavone.
Esposizione: Cristiano Quagliozzi + Marta Petrucci + Tamara Cascioli
Dj set: Diego Dionisio + Giacomo Davanzo
Ingresso con buffet dalle 20 alle 22= 5 euro
Ingresso senza buffet a partire dalle 22= 3 euro
Stigmate Night è una serata dedicata alla body art estrema, alla body modification, alla performance art, al body painting, alla musica dark e alle arti figurative (pittura e fotografia) e alle videoproiezioni, che tocchino temi onirici, oscuri e interiori.
“L’arte più estrema cerca d’incarnarsi nel corpo, scarnificarlo e superarlo. I performer della body art estrema cercano di aprire, attraverso le ferite del proprio corpo, uno squarcio verso le ferite del mondo. Il corpo martirizzato, il corpo trafitto, il corpo scarnificato, è un medium verso un’alterità impalpabile, irriducibile all’universo della biosfera. La bellezza è nell’atto sovversivo di gioire anche del dolore, non vi è solo dolore ma estasi. Il sangue diviene arte ma anche grido di protesta, riappropriazione violenta di un corpo che pretende di essere ed esistere al di là dell’organismo. La sofferenza diventa simbolo del desiderio. La violenza trasfigura la propria essenza in spettacolo. Nell’atto violento di lacerare e martirizzare il proprio corpo, si può ritrovare, da una parte la bellezza erotica del sacrificio, dall’altra un linguaggio tribale, estatico, emozionale. Il corpo si fa veste, strumento di qualcos’altro, l’artista si espropria del corpo per renderlo oggetto d’arte. Dove il corpo per divenire arte passa attraverso il dolore e forse il dolore inflitto al corpo da parte dell’artista è un modo per rendersi penetrabile dalla realtà. Una mistica inconsapevole, dionisiaca, di una sacralità nera, tragica e sacrilega, guida questi corpi vero la loro reificazione in funzione di ciò che presentano. Il sangue del performer lava, messianico, il sangue dell’umanità. Pelle trafitta, intimità violata, sangue dipinto, invadono la scena e la vita. La sapienza del piacere e del dolore si scrolla dell’umano e assurge al divino come feticcio, tribale, onda dionisiaca e inondazione sacra, riporta ciascuno in un mondo del prima e del sempre dove tutto è presentato così com’è nella sua oggettività postumana e non c’è più rappresentazione scenica o interpretazione teatrale.” da “Io sono un’opera d’arte. Viaggio nel mondo della performance art” di Ilaria Palomba (Edizioni Dal Sud)
per maggiori informazioni:
http://stigmatenight.wordpress.com
Olivia Balzar o.balzar@gmail.com
Ilaria Palomba palombailaria@gmail.com