“Spoleto Arte”: i quadri di Gastone Bai proposti alla grande mostra curata da Vittorio Sgarbi
Si rinnova l’edizione 2015 della grande mostra di “Spoleto Arte” con protagonisti nomi di spicco del panorama attuale, tra cui il noto pittore Gastone Bai, in esposizione a cura del critico Vittorio Sgarbi. L’iniziativa prende il via sabato 27 giugno alle ore 18.30, con un esclusivo vernissage inaugurale e durerà fino al 27 luglio 2015, dentro la suggestiva ambientazione del Palazzo Leti Sansi, risalente al 1600, ubicato nel centro pulsante di Spoleto, tra via Arco di Druso e Piazza del Mercato. La vetrina artistica, che gode di notevole risonanza nazionale e internazionale, è organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di “Spoleto Arte”.
Riferendosi alle componenti essenziali della sua impronta stilistica, viene rimarcato: “La pittura di Bai si snoda e si dipana in nome di un principio cardine, per il quale tutto è fatto di energia ed emana energia e sprigiona energia, che si propaga e si espande oltrepassando la soglia limite del confine circoscritto e delimitato dalla superficie pittorica, avvolgendo lo spettatore in una prospettiva di avvincente e intrigante orchestrazione scenica. Anche se non visibile e concretamente tangibile nel prodotto finale, l’energia insita nei dipinti si conserva intatta e rimane sempre presente e attiva, sprigionandosi a tutto tondo, con costante e continua intensità e spostando e catalizzando l’attenzione del fruitore sul piano emotivo ed emozionale, per alimentare una visione approfondita, non soltanto nell’impatto estetico, ma anche e soprattutto nell’approccio fortemente introspettivo”.
Le opere realizzate da Bai si distinguono per fremente e sferzante tensione creativa e per la potente forza intrinseca di trasmissione di movimento, tramite la gamma cromatica declinata secondo le variazioni e gradazioni di sfumature tonali dalla vivace lucentezza e corposa densità. Descrivendone l’azione pittorica, è stato scritto: “L’elemento cromatico assurge a connotazione primaria distintiva e acquista un carattere suo proprio, una propria -intima- natura identificativa inconfondibile, che gli permette di utilizzare la tavolozza colorata, generando effetti di profondità scenica e infondendo plasticità tridimensionale all’intera composizione”.