Ritratto in due tempi
Nell’ambito della riapertura della Civica Pinacoteca il Guercino di Cento (FE), sottoposta ad importanti lavori di restauro a seguito del sisma dell’Emilia, dal 25 novembre 2023 al 17 marzo 2024 la sala dedicata alle mostre temporanee ospita Ritratto in due tempi, un focus sul tema del ritratto con capolavori del Seicento emiliano e opere inedite dell’artista contemporaneo Nicola Samorì.
L’esposizione, promossa dalla Civica Pinacoteca il Guercino in collaborazione con Ossimoro Galleria d’Arte di Spilamberto (MO), è curata da Massimo Pulini, storico dell’arte e docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. L’inaugurazione si terrà sabato 25 novembre alle ore 11.00, alla presenza dell’artista e del curatore.
Nella sede museale che ospita il maggior numero di opere del Guercino al mondo, viene allestito un percorso singolare e molteplice che trae avvio proprio da un’opera di Giovan Francesco Barbieri (Cento, 1591 – Bologna, 1666) – il Ritratto di frate cappuccino che, in coincidenza con la riapertura della Pinacoteca di Cento, viene ricondotto alla mano del Guercino – e prosegue con il Ritratto di Alessandro Tassoni di Simone Cantarini (Pesaro, 1612 – Verona, 1648), che permette di recuperare una intensa e raffinatissima effigie del letterato modenese, autore del poema tragicomico La secchia rapita.
A partire da queste opere di antichi maestri, tra fugacità di sguardi e provvisorietà dei gesti, si sviluppa la ricerca di Nicola Samorì (Forlì, 1977), le cui quattro opere inedite qui esposte derivano dallo studio del Guercino e da un’assidua frequentazione dell’opera di Cantarini, che per un mese ha “abitato” il suo laboratorio di Bagnacavallo.
«Una serie di piccoli dipinti su pietra, su onice, ci parlano di sguardi e ferite, di stratificazione del tempo e dei tempi», scrive il curatore Massimo Pulini. «Il tempo della natura e quello dell’arte, delle materie e dell’intelletto, degli strumenti e delle parvenze. Occhi che sfuggono rifugiandosi a milioni di anni di distanza da noi, precipitando dentro ai geodi che si sono formati nel cuore di una montagna. Ferite che preesistono dunque al prezioso dramma al quale alludono e la pittura, che viene cucita attorno a quegli abissi microscopici, diviene una sutura del tempo, anziché una deturpazione; un atto d’amore invece di un’offesa. Le opere di Nicola Samorì hanno la straordinaria forza di convertire. Convertono e allo stesso tempo pongono domande che non avranno risposte. Aporie appunto, come d’altro canto sono gli atti di fede, non dissimili da quelli che esigevano Borges e Paolini».
«L’idea di questa mostra – dichiara Sergio Bianchi, titolare di Ossimoro Galleria d’Arte – parte dal desiderio di far dialogare l’arte antica con il contemporaneo, come indica il nome della Galleria. Grazie al contributo fondamentale di Massimo Pulini e di Lorenzo Lorenzini, che curarono il catalogo dell’esposizione dedicata al Ritratto di Alessandro Tassoni presso il Museo Civico di Rimini nell’estate del 2021, ed alla generosa disponibilità di Nicola Samorì, che ha creduto nel progetto, è stato possibile realizzare questa preziosa mostra, in cui un maestro contemporaneo si confronta con due antichi maestri, annullando il divario temporale».
La mostra, inserita nel percorso di visita della Civica Pinacoteca di Cento, è aperta al pubblico da mercoledì a domenica e nelle giornate festive con orario 10.00-18.00. Ingresso gratuito fino al 31 dicembre 2023; dal 1 gennaio 2024 ingresso intero Euro 8, disponibili riduzioni e gratuità. Per informazioni sulla Pinacoteca: www.civicapinacotecailguercino.it. Per informazioni sulla mostra: M. +39 347 5630449, info@ossimoro.com, www.ossimoro.com.
Nicola Samorì è nato nel 1977 a Forlì e si è diplomato nel 2004 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Pittore e scultore, nel suo percorso si evidenzia il tentativo di mettere in pericolo forme derivate dalla storia della cultura occidentale: in esse l’apertura del corpo rappresentato e della superficie pittorica si mostrano senza soluzione di continuità e si ha l’impressione che la nascita di una nuova opera comporti sempre il sacrificio di una antica. A partire dal 2010 si affacciano nei suoi lavori le prime scorticature del pigmento, processo evidente in tre mostre del 2011: Baroque, LARMgalleri, Copenaghen; Scoriada, Studio Raffaelli, Trento; Imaginifragus, Christian Ehrentraut Gallery, Berlino. L’anno successivo si tiene la sua prima personale in una sede museale: Fegefeuer, Kunsthalle, Tubinga. Con la mostra Die Verwindung, allestita presso Galleria Emilio Mazzoli di Modena nel gennaio 2013, “l’artista ha finito per castigare ciò che aveva composto, giungendo così all’inevitabile e irrinunciabile assassinio della pittura” (Alberto Zanchetta). Nel 2015 è selezionato per partecipare alla 56ma Biennale di Venezia, e inserito nel progetto espositivo Codice Italia curato da Vincenzo Trione. Sempre nel 2015 il TRAFO Centre for Contemporary Art di Stettino gli dedica una vasta monografica dal titolo Religo. Sono del 2016 i progetti personali alla Galleria Monitor di Roma e il primo solo show presso la sede di Lipsia della Galerie EIGEN + ART, a cui segue la partecipazione alla 16° Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e la mostra Gare de l’Est al Teatro Anatomico di Padova. Nel 2018 gli esperimenti con la tecnica dell’affresco condotti nei due anni precedenti confluiscono nella mostra Malafonte alla Galerie EIGEN + ART di Berlino. A fine 2019 tiene la personale Cannibal Trail, presso il Yu-Hsiu Museum of Art, Caotun (Nantou, Taiwan), la prima in Asia; a inizio 2020 allestisce a Napoli, presso la Fondazione Made in Cloister e il Museo Archeologico, il progetto Black Square e in settembre con la mostra personale In abisso torna nella sede berlinese della Galerie EIGEN + ART. In novembre apre una personale al Museo Mart di Rovereto dedicata alla figura di Santa Lucia, una delle immagini-guida degli ultimi anni del suo lavoro. Nel 2021 viene presentata a Palazzo Fava di Bologna l’antologica dal titolo Sfregi, un percorso di diciassette anni di lavoro in oltre ottanta opere.
La Civica Pinacoteca il Guercino di Cento svolge da quasi due secoli un ruolo centrale nella vita culturale e sociale della città, ed il Guercino è il Genius loci di Cento, nume tutelare dell’intera comunità. Dopo il lungo intervento di ripristino e messa in sicurezza post sisma del 2012, sono stati attuati significativi interventi strutturali finalizzati all’accessibilità e al rispetto delle normative di sicurezza. L’attuale pinacoteca, in ossequio alla struttura architettonica di fine Settecento, è ora un museo attuale, contemporaneo e inclusivo, grazie anche alla presenza di una sala didattica e di una zona servizi. Per quanto riguarda l’allestimento, saltano subito all’occhio il colore delle pareti, le finiture delle porte, l’apparato didascalico e le iscrizioni. Il blu è il filo conduttore che unifica in un unico ponderato progetto l’allestimento, il graphic design, la strategia comunicativa, la brand identity, un blu ispirato al celebre “oltremarino” del Guercino, prezioso ma discreto, che mette in comunicazione le opere esaltandole nelle innumerevoli, morbidissime sfumature create dall’illuminazione.
Ossimoro Galleria d’Arte nasce nel 2002 a Spilamberto (MO) ad opera dell’architetto Sergio Bianchi. Nel 2017 la Galleria ha raddoppiato i propri spazi, offrendo al pubblico un’esposizione di oltre 200 mq., in cui sono presentati preziosi arredi di alta epoca, con particolare attenzione al Seicento e al Settecento emiliano. La Galleria partecipa a mostre nazionali di antiquariato, come Modenantiquaria, ed ospita numerosi eventi culturali ed artistici, organizzati dal titolare in collaborazione con storici dell’arte, enti pubblici, pubbliche amministrazioni ed istituti bancari, nella convinzione che la passione per il bello vada condivisa e coltivata con gli altri. Nella propria ventennale attività, Ossimoro ha trattato importanti dipinti e arredi, relazionandosi con collezioni private, collezioni pubbliche e musei. Nel 2022 Ossimoro Galleria d’Arte ha presentato una mostra dedicata ad Elisabetta Sirani in collaborazione con il Comune di Vignola, curata da Adelina Modesti e Massimo Pulini. In linea con il nome scelto – Ossimoro – la Galleria propone percorsi che includono opere di antichi maestri e aperture al presente nella convinzione che l’arte sia tutta contemporanea.