Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Michael Rotondi. Ca piogg’ dint’ ‘o cor’

In mostra dal 2 al 30 marzo 2019 a Napoli – in tre sedi: al Refettorio dell’ex Biblioteca del Complesso di San Domenico Maggiore, alla BRAU Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica dell’Università degli Studi Di Napoli Federico II e allo Spazio NEA – la personale “Michael Rotondi. Ca piogg’ dint’ ‘o cor’” si configura come un omaggio al capoluogo partenopeo.
La scelta stessa del dialetto all’interno del titolo – citazione della canzone Tu t’e’ scurdat ‘e me del celebre artista napoletano Liberato – suona come una dichiarazione d’amore alla città.
L’esposizione organizzata dalla galleria milanese Area\B in partnership con lo Spazio NEA, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
La personale, a cura di Marina Guida, si presenta come un progetto site specific cui va ad aggiungersi un segmento antologico di lavori che compendia la vicenda creativa dell’artista: dalla pittura su tela alla pittura digitale, dalle sperimentazioni in motion graphic alle installazioni ambientali.

“I tre spazi scelti per ospitare i nuovi approdi della ricerca di Rotondi – dichiara la curatrice – diventano ambienti installativi. I tre allestimenti sono da considerarsi come un’unica installazione, diffusa e totale che, attraverso media e linguaggi differenti, intende sviluppare una narrazione della città di Napoli. Rotondi mescola con un approccio punk, tradizione e innovazione, spaziando dall’arte antica all’illustrazione. In alcuni lavori il racconto di un microcosmo che parte dalla periferia del capoluogo campano diventa il racconto di una generazione, con i suoi sogni, le speranze e i turbamenti, nei quali il pubblico è chiamato a identificarsi mediante le differenti modalità fruitive messe in campo dall’artista”.

Presso il Refettorio dell’ex Biblioteca del Complesso di San Domenico Maggiore in un suggestivo allestimento al buio, è proiettato il video inedito Botte, ambientato nel quartiere napoletano di Bagnoli, che combina animazione in bianco e nero e suono.
Nelle sale espositive della BRAU – in cui si possono ammirare anche alcuni resti delle antiche mura greche della città – sono presenti opere digitali in lambda print ed un’installazione ambientale che risulta dall’assemblaggio di cartoline spedite all’artista da persone che a Napoli vivono o vi hanno soggiornato per un breve periodo.
Lo Spazio NEA, infine, ospita un breve percorso antologico con lavori su carta, tessuti e materiali eterogenei e un’installazione ambientale. Nella serata di inaugurazione, sarà anche teatro di una performance live dell’artista con djset.

“L’accumulazione è sempre stata parte di un processo creativo che caratterizza il mio lavoro – spiega l’artista – dove genero con velocità di esecuzione carte, tele, disegni. Prediligo installare spesso giustapponendo il tutto, quasi a ritmo di musica, a creare un unico spazio espressivo”.
L’ispirazione di Rotondi guarda sia alla “cultura alta” sia alla “lezione popolare” con suggestioni provenienti dalla street art, dall’illustrazione indipendente e dall’immaginario punk, indie e pop e dall’universo musicale.
Non è dunque casuale l’attenzione dedicata a Liberato nel titolo dell’esposizione con il quale l’artista sente di condividere l’approccio al lavoro: come l’anonimo musicista trasforma la tradizione della musica popolare attraverso soluzioni elettroniche e l’uso di uno slang giovanile che attinge alla tradizione, così Michael Rotondi innova la pittura interpretandola in una declinazione digitale fino a sconfinare nell’installazione e nell’animazione.

Completa la mostra un catalogo edito da Iemme Edizioni, con testo critico di Marina Guida.

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