MENEGHELLO INCONTRA BORGES
Alla Blue Gallery di Venezia l’arte non si programma: accade. Nasce tra conversazioni leggere, passi che vanno e vengono, idee che germinano come semi. È in questo terreno vivo che prende forma MENEGHELLO INCONTRA BORGES, la nuova personale di Simone Meneghello, visitabile dal 9 dicembre 2024 all’11 gennaio 2026.
Meneghello non cita Borges e non lo illustra: lo attraversa. Il punto di contatto tra i due non è nella narrazione, ma nel limite, nella soglia dove la parola smette di spiegare e inizia a farsi corpo. Le sue opere custodiscono presenza più che significato: libri riscritti, saturati fino a diventare superfici nere e compatte, enciclopedie che non si possono più leggere ma che esistono, pesano, trattengono tutto.
Come nota il critico Dambruoso, «le parole, frantumate o sovrascritte, perdono la loro funzione originaria mostrandosi solo per la loro nuda presenza». Meneghello chiama questo gesto Presenza dell’assenza: quando il linguaggio collassa su se stesso e diventa densità pura, la parola non può più dire, ma è.
Dopo Pasolini e Pavese, il dialogo dell’artista si sposta ora su Jorge Luis Borges, in particolare sul tema della simultaneità. «Il testo si sottrae alla sequenza lineare e viene restituito come densità simultanea», scrive Meneghello, che in alcune opere concentra l’intero libro in un solo punto tipografico, come accade in L’Aleph.
Due nuclei per un unico attraversamento
La mostra si sviluppa in due sezioni:
1. Le opere a parete
Cinque lavori murali — sono superfici compatte, blocchi di testo che non comunicano un significato ma lo trattengono. Alcune opere sono sovrascritte, altre ancora velate. In ogni caso non si possono leggere, solo attraversare con lo sguardo.
Il secondo nucleo è
il Labirinto di Borges – Sentiero della conoscenza
Quindici volumi enciclopedici, spogliati e resi monocromi, formano un sentiero che nasce da una parete e invade lo spazio fino a uscire dalla galleria, superando fisicamente la vetrina. Tra un libro e l’altro si apre un vuoto che è tutto — spazio di simultaneità, luogo di presenza e assenza insieme.
Un percorso che conduce e non conduce, senza inizio né fine. L’opera non vuole dire: vuole essere.
MENEGHELLO INCONTRA BORGES non è una mostra da guardare.
È una mostra da attraversare.











