Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Maestri del contemporaneo in mostra 2^ edizione – Collettiva

Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
cell: 348-8703060
e mail: studio.c.immagine@gmail.com

MAESTRI DEL CONTEMPORANEO IN MOSTRA (2a EDIZIONE)
Rassegna finalizzata alla selezione di artisti da poter inserire in Musei, Pinacoteche e Pubbliche Collezioni d’arte.

22 FEBBRAIO – 12 MARZO 2020

Alla Galleria d’arte Contemporanea STUDIO C di via Gioavanni Campesio 39 si inaugura sabato 22 febbraio, alle ore 18, la seconda ed ultima edizione della Rassegna Nazionale d’Arte “Maestri del Contemporaneo in mostra ”.
Come si intuisce dal titolo, scopo dell’iniziativa è quello di indicare al pubblico e a tutti i visitatori, ma soprattutto ai Direttori e Responsabili di Pinacoteche, Musei, Gallerie Civiche e Pubbliche Collezioni, un ristretto numero di artisti che, per la qualità della loro espressione e per il curriculum artistico fin qui manifestato, sono ormai meritevoli di essere annoverati tra i Grandi Maestri dell’Arte Contemporanea e degni pertanto di essere inseriti, con le loro opere, nei sacri spazi della Cultura Artistica.
Questi i nomi degli artisti selezionati e le province di provenienza: Aldo Basili (TO), Marco Faggi (PV), Giulia Gorlova (RN), Elia Inderle (VI), Gianni Pennisi (AT), Antonio Saporito (TO), Patrizio Vellucci (MI).
Aldo Basili (TO): Aldo Basili ha esordito in fotografia all’età di quattordici anni praticando e stampando personalmente il bianco e nero. Dopo aver frequentato un corso per fotografi professionisti ha lavorato come grafico in un ufficio pubblicitario e, proprio in questo periodo, ha iniziato a focalizzare il suo interesse sul paesaggio urbano dedicandosi, per alcuni anni, alla sua città, Torino, di cui ha presentato molte inusuali visioni. E il paesaggio urbano è, ancora oggi, per il nostro artista, argomento di studio e approfondimento, motivo di straordinari e poetici scatti. In seguito ad una lunga ricerca, ha poi iniziato a creare le “Photo-paint” che gli hanno procurato molti consensi di pubblico e di critica. Interessante e particolarmente ricco il suo curriculum espositivo con mostre di rilievo in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Tra queste mi sembra giusto sottolineare la sua presenza alla “Triennale di Roma 2017” con una mini personale nelle sale del Vittoriano e alla 57a edizione della “Biennale Internazionale d’arte di Venezia”, Padiglione Guatemala, collettivo “El circulo magico”. Per questa rassegna piacentina l’artista ha scelto tre opere di particolare intensità. Si tratta di opere che hanno lo stesso valore della pittura: in esse si legge la sentita partecipazione emotiva dell’autore, il rigore compositivo e formale, l’atmosfera rarefatta e sospesa degli ambienti e delle architetture e poi la preferenza di Aldo per i luoghi del vivere e dell’abitare, per i luoghi dove pulsa la vita perchè la fotografia deve essere espressione di vita e deve rendere la complessità delle umane connessioni. Fotografia, dunque, non per finalità documentarie, ma solo ed esclusivamente artistiche: ecco perchè il nostro artista, quando crea le sue opere, sceglie e progetta il proprio set, l’ambiente che maggiormente lo cattura e lo ispira, il momento e la durata dello scatto. Aldo Basili, insomma, con la sua regia, la sua azione e i suoi gesti, interviene sulla realtà modificandola a piacere, attirando lo spettatore in una dimensione spazio-temporale silenziosa e raccolta, magica e fantastica.
Marco Faggi (PV): figlio di Remo Faggi, vive e lavora a Santa Cristina e Bissone (PV). Ha frequentato prima il Liceo Artistico Raffaello Sanzio di Pavia e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si è diplomato in scenografia e percezioni visive. Dopo un periodo rivolto all’insegnamento si è dedicato interamente alla pittura costruendosi un curriculum critico-espositivo di tutto riguardo fatto di mostre, personali e colletive, tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa, esponendo in varie rassegne di livello internazionale e facendo parte di gruppi e movimenti dalla forte connotazione artstico-culturale. Prima Espressionista e vicino alla Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, è poi approdato all’attuale espressione fatta prevalentemente di forme, segni e colori con tematiche legate alla primordialità, al mistero del cosmo e alla nascita dell’universo.
Così la figurazione sospesa e raccolta degli anni settanta e ottanta è stata gradualmente sostituita da una ricerca estetica più serrata e problematica che vuole essere non solo ponderata riflessione sul caos primordiale, ma anche e soprattutto sforzo creativo e fantastico per dirigerlo e governarlo. Pittura, dunque, che si fa magma, materia, elemento nucleare ed energetico che muove e prende vita dal tempo e dallo spazio. Per mezzo delle sue delicate trasparenze Faggi attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale
Giulia Gorlova (RN): l’artista è russa di origine, ma il suo linguaggio è ricco di svariate influenze e diversificate suggestioni assimilate nel corso dei suoi numerosi viaggi in tutta Europa. Lungo e interessante il suo percorso artistico che, nel corso degli anni, è passato dal figurativo all’astratto, dal surreale al concettuale. Un’espressione, quella di Giulia Gorlova, che si basa su di una ricerca continua e incessante all’interno della forma, dei colori e dei materiali e che, attualmente, si manifesta attraverso un sapiente ed originale “costruttivismo” dove segni, tracciati e percorsi pongono interessanti riflessioni sullo spazio fisico e mentale, sul ritmo compositivo della costruzione. Arte che quasi sempre si sviluppa nella “tridimensionalità” in un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, dove emergono, con incisività e determinazione, pieni e vuoti, luci ed ombre, spessori e materiali. Pittura in movimento, viva e dinamica, guidata sempre dalla geometria compositiva ed esaltata da scelte cromatiche sapienti, da colori delicati e soffusi, morbidi e vellutati. E questo vale anche per le sue ceramiche percorse da segni, reticoli e percorsi di straordinaria leggerezza ed eleganza. Con queste opere Giulia Gorlova riesce così a condurre gli spettatori nel magico e sorprendente mondo della forma e della sua evoluzione e a far vivere e/o rivivere anche ai fruitori il volo fantastico della sua creatività. Nel complesso arte fatta di razionalità e fantasia, di cuore e ragione, di percorsi interiori dove materia e colore danno vita a profonde riflessioni sul senso della vita e la realtà che ci circonda.
Elia Inderle (VI): nato a Schio, in provincia di Vicenza e residente a Santorso, sempre nella stessa provincia, Elia Inderle è un artista-filosofo contemporaneo di grande interesse che basa la sua ricerca pittorica su “lineee di pensiero” fortemente attuali. Pittura che procede di pari passo con i suoi studi filosofici offrendo agli osservatori profonde riflessioni sulla vita e l’esistenza, sull’Essere e il non Essere, sull’Essere e il nulla. In questa sua prima apparizione nella nostra città, Elia Inderle presenta tre dipinti di grande intensità e bellezza. Sono opere tutte rivolte all’interiorità, all’ascolto delle voci misteriose e segrete dell’animo umano. Qui la stesura è corposa e materica ma il risultato finale risulta delicato e leggero, sensuale e poetico: c’è, in questo nostro artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione dell’Astratto e dell’Informale (Afro Basaldella, Gerhard Richter ecc), riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica. Ama il colore, Elia, lo ama perchè mai statico ed inerte, ma dinamico e attivo, in continuo divenire e trasformazione, come lo scorrere lento e inesorabile del tempo, gli avvenimenti della vita, i fatti imprevisti e imprevedibili che cambiano l’esistenza. Leggero e raffinato anche il suo segno che traccia percorsi, traiettorie e variazioni strutturali dell’immagine e dinamizza lo spazio seguendo opposte e contrastanti tensioni.
Gianni Pennisi (AT): nato ad Asti, dove anche oggi vive e lavora, Gianni Pennisi ha frequentato il corso di “nudo” presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e poi i corsi della Scuola Internazionale di Arte e Grafica di Venezia venendo a contatto con un ambiente internazionale di grande stimolo e interesse. Ha inoltre frequentato gli studi di importanti artisti locali e personaggi di riconosiuta cultura artistica seguendo con grande attenzione i loro insegnamenti e i loro consigli. Dopo queste esperienze, rivolte per lo più allo studio del “vero” e della “figura”, il nostro artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche e in particolare dell’Astrattismo Geometrico dove si annulla ogni riferimento con il reale, dove tutto diventa forma e colore. Gradualmente Gianni Pennisi ha così abbandonato i canoni classici e la sua attenzione si è rivolta pienamente all’arte astratta, alla costruzione geometrica delle forme, alla luce e al colore intesi come protagonisti quasi assoluti delle sue costruzioni. Le sue opere attuali sono così caratterizzate da forme, tracce, ritmi intermittenti e segmentazioni che dinamizzano lo spazio creando atmosfere quasi musicali, i suoi colori passano dal chiarore al graduale offuscamente mentre i segni e i tracciati creano forti interferenze tra luce e ombra. Pittura intensa che, nel suo procedere e nella sua invenzione, trasmette una dimensione purificata dal rumore dell’attualità e la sensazione di uno spazio-tempo misterioso e infinito.
Antonio Saporito (TO): Antonio Saporito è un artista di grande esperienza, che vanta una lunga e intensa attività fatta di oltre quarant’anni di pittura e ricerca all’interno del complesso e variegato mondo artistico contemporaneo.
Un lungo percorso, il suo, contrassegnato da una costante e progressiva ricerca estetico-formale che nel tempo si è via via sempre più perfezionata e affinata fino a raggiungere una propria indiscussa personalità, un proprio inconfondibile stile, un senso dello “spazio” e della “forma” totalmente autonomo e personale.
Dopo tanti anni di ricerca attraverso materiali ed espressioni, Antonio Saporito ormai da diversi anni è pervenuto a quest’ultimo periodo caratterizzato da pittura a smalto su lastre di acciaio inox e collages di acciaio su acciaio. Si tratta di un’espressione geometrica rigorosa, fatta di linee e forme, basata su un concetto spaziale intenso e profondo. Nelle sue opere domina sempre una leggerezza straordinaria ed un gusto cromatico di prim’ordine e anche quando gli smalti si fanno più intensi e squillanti, non perdono mai la loro fusione e armonia, rispondono sempre al rigore matematico della costruzione, ai principi basilari dell’espressione spazialista, sono sempre raffinate ed eleganti. Linea, forma e colore sono senza dubbio i mezzi plastici essenziali di ogni tipo di espressione, di ieri e di oggi e Antonio Saporito se ne serve seguendo ipotesi di ordine e chiarezza, proiettando lontananze, cercando equilibri formali, seguendo ritmi e pulsioni.
Patrizio Vellucci (MI): artista a trecentosessanta gradi, Patrizio Vellucci si dedica con eguale impegno e dedizione sia alla pittura che alla scultura e alla fotografia. La sua preparazione accademica (Accademia di Brera a Milano) lo ha portato dapprima all’approfondimento della grande arte classica ma anche alla conoscenza e allo sviluppo dell’arte contemporanea e delle più importanti Avanguardie Storiche, dei grandi movimenti artistici e culturali che hanno profondamente inciso sull’evoluzione dell’arte attraverso il tempo. Ecco perché la sua produzione oscilla oggi tra l’espressione astratta e il figurativo. Colpisce indubbiamente la sua straordinaria capacità di rendere il vero e di farlo vivere e palpitare, ma anche, e soprattutto, la sua ricerca sui materiali e sull’uso sapiente della carta che, attraverso i suoi colori e le sue luci, diventa magica e preziosa. In questa mostra l’artista espone tre opere pittoriche e sono opere fortemente coese, caratterizzate da una grande coerenza esecutiva, quasi l’una il naturale proseguimento dell’altra, fotogrammi che sembrano inseguirsi all’interno di una grande pellicola. Pittura eseguita su supporti cartacei sui quali l’artista stende poi un colore liquido e morbido, a base d’acqua, che gradualmente si allarga, si stende e si propaga sulle superfici. La carta è un supporto straordinario, ha un proprio linguaggio, una propria docilità, ha diversi modi di assorbire e trattenere il colore e muove la fantasia dell’artista perché il suo utilizzo introduce sempre elementi di casualità. Un’espressione originale e intensa che si muove tra celamenti e svelamenti continui, che rivela e nasconde, suggerisce e descrive, evoca e rimanda. E, ancora, espressione dove caso e fantasia, calcolo e invenzione costituiscono un mix eccezionale capace di far emergere ciò che sta dietro l’immagine principale, oltre il momentaneo visibile per scoprire altri dettagli, altri particolari, altri spazi e altre storie.
La rassegna, che sarà introdotta dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 12 marzo.

ORARI: feriali e festiva dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura

lucianocarini


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1 Marzo 2024

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